PARI: «QUESTIONE DI GENERE NON ANCORA RISOLTA

Su Wall Street Italia i numeri e la situazione delle quote rosa nel settore del credito. Sono state raggiunte cifre importanti, ma la percentuale di uomini in posizioni chiave e ruoli apicali è ancora nettamente superiore. Il commento del segretario generale aggiunto della Fabi che ha partecipato a un convegno alla Camera dei deputati

PARI: «QUESTIONE DI GENERE NON ANCORA RISOLTA

Impiegate sì, manager un po' meno. In un lungo articolo su Wall Street Italia il segretario generale aggiunto della Fabi, Mattia Pari, fa la fotografia sugli equilibri di genere nel middle management bancario.

I quadri direttivi nel settore rappresentano circa il 43% della forza lavoro negli istituti di credito con contratto nazionale Abi, in alcuni importanti gruppi bancari anche di più, e circa il 30% nelle banche di credito cooperativo.

Di questa percentuale solo il 36,8% sono donne. Un problema di genere, dunque. «I dati ci dicono chiaramente che, anche in un settore come quello bancario, dove i lavoratori e le lavoratrici hanno raggiunto la parità di occupazione, la presenza di una questione di genere ancora non è risolta. Le donne sono, infatti, sottorappresentate nelle posizioni più rilevanti come quelle dei quadri direttivi, per esempio» sottolinea il segretario Pari, che a maggio ha partecipato a un convegno alla Camera dei deputati.

I dati elaborati dalla Fabi dicono, inoltre, che sul totale di 255.689 addetti delle banche Abi (altri 30mila circa sono i dipendenti delle Bcc, aderenti a Federcasse), il 56,8% (145.235 persone) rientra nelle aree professionali (impiegati) e il restante 43,2% (110.454). Categoria, quest’ultima, in cui la maggioranza è maschile. Tra le cause, secondo Pari, c’è che il settore ha comunque segnato un forte ritardo nell’agevolare l’accesso delle donne, dal momento che quello della finanza è sempre stato visto come un settore appannaggio dell’universo maschile. «La dimostrazione ce l’abbiamo sotto gli occhi – continua il segretario generale aggiunto – nel nostro settore i contratti part time sono nella quasi totalità ricoperti dalle donne. Ampio il divario anche sui congedi parentali, in larga misura utilizzati dalla componente femminile, malgrado l’introduzione del congedo parentale obbligatorio per i padri. Passi avanti sono stati fatti, il nuovo contratto nazionale ha introdotto novità importanti sulla valorizzazione della genitorialità e i carichi di cura, nonché la tutela della maternità, fondamentali per consentire alle donne di farsi strada nel lavoro senza essere sempre penalizzate. Certamente non è ancora abbastanza».

E anche sul salario il gender gap si fa sentire. Una donna quadro, infatti, guadagna in media il 10% in meno di un collega, percentuali che aumentano ancora salendo di grado. Insomma, anche nella finanza le donne faticano a stare al passo e pur accedendo al mondo del lavoro in egual misura rispetto agli uomini, poi si “fermano” nella scalata al successo.

Roma, 7 giugno 2024

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