SILEONI IN DIRETTA SU CLASS CNBC: «IN BANCO BPM SINDACATI UNITI PER SERENITÀ LAVORATORI»

L’operazione di Unicredit su Piazza Meda ha scosso i dipendenti della banca. Il segretario generale della Fabi parla della situazione del gruppo e delle prossime del settore bancario nell’ambito del cosiddetto risiko a livello europeo. L’intervista al canale finanziario all news: «Non escludo colpi di scena»

SILEONI IN DIRETTA SU CLASS CNBC: «IN BANCO BPM SINDACATI UNITI PER SERENITÀ LAVORATORI»

L’operazione di Unicredit su Piazza Meda ha scosso i dipendenti della banca. Il segretario generale della Fabi parla della situazione del gruppo e delle prossime del settore bancario nell’ambito del cosiddetto risiko a livello europeo. L’intervista al canale finanziario all news: «Non escludo colpi di scena»

 

Il segretario generale della Fabi commenta l’ops di Unicredit e i negoziati con Castagna su premi, uscite e assunzioni. Sileoni: in Banco Bpm serve l’unità dei sindacati
Intervista a Lando Maria Sileoni

DI GAUDENZIO FREGONARA

Il fischio d’inizio sarà nei prossimi giorni, quando Unicredit presenterà il documento ufficiale alla Consob. In quel documento ci saranno tutti i dettagli dell’operazione e sarà possibile fare quindi una valutazione più ampia e approfondita». I1 segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, in questa intervista a Class Cnbc commenta i recenti sviluppi delle manovre di Unicredit su Banco Bpm e le mosse di tutti i soggetti coinvolti, a cominciare dai francesi di Crédit Agricole.

Domanda. Segretario, che idea si è fatto dell’offerta pubblica di scambio di Unicredit su Banco Bpm alla luce della salita al 19% di Crédit Agricole nell’istituto di piazza Meda?

Risposta. Da quando Unicredit ha annunciato l’ops tutti i soggetti coinvolti hanno cercato di riposizionarsi, di valutare opzioni, di attuare strategie per ottenere il più possibile da questa nuova situazione. Fa parte del mercato e noi, come sindacato, osserviamo attentamente tutte le singole mosse, ma i tempi sono lunghi e probabilmente assisteremo a qualche altro colpo di scena.

D. Si è fatto un’idea del possibile esito finale?

R. E in corso una profonda trasformazione del settore bancario europeo, anche a livello digitale. Non a caso questa situazione coinvolge banche italiane e straniere, gruppi grandi e piccoli, azionisti italiani ed esteri, ma anche lo Stato, che ha una partecipazione importante in Mps, pari all’ 11%, che andrà completamente dismessa per rispettare gli accordi presi nel 2017 con Bce e Ue. Un conto è l’interesse di Stato, legittimo e doveroso, un altro è la strumentalizzazione politica che qualcuno sta facendo. E una vicenda aperta, ma dobbiamo tutti lavorare perché alla fine il risultato sia positivo per il sistema economico italiano, per le famiglie e per le imprese, per la clientela, ma soprattutto per chi in banca ci lavora quotidianamente. Un impegno che si traduce nei risultati straordinari raggiunti dalle banche italiane negli ultimi anni.

D. Quale cifra raggiungeranno gli utili del settore?

R. L’anno scorso sono stati 40 miliardi di euro, quest’anno potrebbero arrivare a 50. Gli azionisti delle banche sono stati ripagati con dividendi che possiamo definire storici. Gli amministratori delegati e i consigli di amministrazione passano, i dipendenti restano. In tanti anni di esperienza sindacale ho metabolizzato questa regola. Mi chiedo però dove stavano quelli che oggi speculano sull’argomento «esuberi» quando facevamo accordi in altri gruppi bancari evitando licenziamenti e pensionamenti obbligatori e gestendo fasi complesse e delicate. In Italia non c’è stato e non ci sarà mai un licenziamento per aggregazioni, fusioni ed eventuali salvataggi bancari.

D. A proposito di riconoscimenti, a che punto sono le trattative in Bpm per i premi ai dipendenti?

R. Negli scorsi mesi il negoziato con la banca ha avuto alcuni momenti non semplici da gestire, ma tutti dobbiamo lavorare con l’obbiettivo di riportare serenità fra le lavoratrici e i lavoratori del gruppo, giustamente scossi dalle recenti notizie. Il loro attaccamento alla banca è conosciuto in tutto il settore. E tutto il sindacato ha il dovere di portare a casa risultati in loro favore. Mi riferisco alla possibilità concreta di ottenere nuove assunzioni, utilizzando il fondo di solidarietà che, per avere valore contrattuale e giuridco, deve essere sottoscritto da tutte le organizzazioni sindacali, consentendo così l’accesso volontario ai pensionamenti. Tutte le uscite devono essere compensate adeguatamente, come abbiamo fatto unitariamente con le altre organizzazioni sindacali in ogni gruppo bancario italiano. Dobbiamo raggiungere un accordo in tempi rapidi anche per il premio aziendale che le lavoratrici e i lavoratori del gruppo stanno aspettando e meritano per i risultati ottenuti. In Banco Bpm questi accordi non sono stati ancora raggiunti. E tutti i dipendenti meritano la stessa attenzione che il sindacato e le banche hanno riservato negli altri gruppi. Vanno armonizzati alcuni accordi che riguardano, tra l’altro, le polizze e il welfare aziendale, così come va ridiscusso l’intero contratto integrativo aziendale.

D. Quali saranno le prossime iniziative dei sindacati?

R. Io posso parlare per la Fabi, che cercherà un’intesa con tutti i sindacati aziendali, proprio per raggiungere questi obiettivi. E anche la banca guidata da Giuseppe Castagna, che ha sempre mostrato sensibilità verso i lavoratori, dovrà fare la propria parte se vorrà affrontare i prossimi mesi e i prossimi decisivi appuntamenti con un ambiente coeso a ogni livello. Ieri sera ho avuto il piacere di parlare telefonicamente col segretari generale della Fisac Cgil Susy Esposito: mai siamo stati, come recita un famoso film di Wim Wenders, «così lontani ma anche così vicini». Noi segretari generali dobbiamo dare un esempio concreto di sostegno a tutti i dipendenti della banca, così come abbiamo fatto per il contratto nazionale Abi, per il contratto del credito cooperativo e per tutti i contratti aziendali che hanno sempre portato benefici e tutele alla categoria.

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