«NO A CHIUSURE E TAGLI»

Intervista su Milano Finanza al segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. Il risiko è figlio della concorrenza e della Bce. In alcune ops la politica ha un ruolo, in altre decide il mercato. La Fabi difenderà filiali e dipendenti da riduzioni ingiustificate. A maggio il Consiglio nazionale

«NO A CHIUSURE E TAGLI»

Intervista su Milano Finanza al segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. Il risiko è figlio della concorrenza e della Bce. In alcune ops la politica ha un ruolo, in altre decide il mercato. La Fabi difenderà filiali e dipendenti da riduzioni ingiustificate. A maggio il Consiglio nazionale

 

di Gaudenzio Fregonara

«Il mondo è cambiato. Il risiko attuale è figlio di una concorrenza accentuata fra gruppi e della volontà della Bce. In alcune ops la politica partitica sta recitando un ruolo, in altre sarà il mercato a decidere. Nessuno dei protagonisti sa, oggi, di come finiranno le operazioni. Diremo no a chiusure selvagge di sportelli e a esuberi ingiustificati. E non trascureremo la salvaguardia del risparmio degli italiani» dice il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, in questa intervista a Milano Finanza.

Domanda. il risiko bancario sta entrando nel vivo. Non c’è mai stata una fase così frenetica nel settore. Avete preoccupazioni?
Risposta. Il mondo è cambiato, l’Europa è cambiata, la finanza è cambiata e la politica è cambiata. Il risiko attuale è figlio di una concorrenza accentuata fra gruppi, per creare le condizioni di sopravvivenza per il prossimo futuro. Le ops in corso rispecchiano, però, anche una volontà della Bce che vuole banche più grandi in Europa per evitare acquisizioni da parte di fondi internazionali, magari anche cinesi. In alcune ops la politica partitica sta recitando un ruolo, in altre sarà il mercato a decidere: tipica storia italiana. Noi conosciamo bene, però, la differenza tra chi gestisce un gruppo per soddisfare le esigenze del mercato, non trascurando gli aspetti sociali, rispetto a chi fa del profitto il suo mantra.

D. Il vostro consiglio nazionale a Milano, che inizierà il 26 maggio, sarà un’occasione per parlare anche di questi temi …
R. Ci saranno esponenti autorevolissimi del settore e confronti di alto livello, per far conoscere ai nostri dirigenti sindacali il quadro complessivo che li aiuti ad affrontare, con più conoscenze, i problemi della loro banca. Avremo una platea di oltre 2mila persone, al Palazzo del Ghiaccio di Milano. L’unica cosa certa è che nessuno dei protagonisti sa, oggi, come finiranno le operazioni.

D. Con la conoscenza che lei ha del settore, dopo molti anni di esperienza, quali saranno le fasi più importanti nei prossimi mesi?
R. La fase più delicata inizierà un secondo dopo l’esito delle ops. Sarà fondamentale la presenza di manager bancari che sappiano gestire le aggregazioni sotto il profilo umano e tecnologico. Il fattore tempo è un aspetto fondamentale, per realizzare, poi, le integrazioni senza ulteriori danni. Eventuali intoppi burocratici o spoil system aggressivi non hanno mai prodotto nulla di positivo. Vigileremo che tutti i bancari siano tutelati senza disparità di trattamento. E prenderemo posizione netta rispetto a chiusure selvagge di sportelli e ad esuberi ingiustificati. L’altro tema che non trascureremo è la salvaguardia del risparmio degli italiani.

D. La categoria è stata messa al sicuro, comunque, con un importante rinnovo del contratto nazionale. L’accordo fatto con Abi a novembre 2023, di 435 euro medi mensili, resta un record inavvicinabile da altri settori.
R. Quell’accordo è già storia, per la nostra capacità di gestire la trattativa, per il peso politico che abbiamo nei gruppi e in Abi, per le relazioni che abbiamo saputo costruire e per la sensibilità sociale di molti amministratori delegati, a iniziare da Carlo Messina di Intesa Sanpaolo. Le banche oggi guadagnano molto, al pari di aziende di altri comparti, ma quel risultato non era scontato: in altre fasi positive del passato, come gli anni 80 e 90, i rinnovi non sono stati così importanti.

D. Poche settimane fa, invece, è stato firmato il nuovo accordo sui permessi sindacali. Ci sono novità significative?
R. È il rappresentante sindacale territoriale – che non si sovrappone con il rappresentante sindacale aziendale, sancito dallo statuto dai lavoratori – che trae fondamento proprio dal ridimensionamento della rete. Potremo costituire rappresentanti anche fuori delle previsioni dello statuto. Un precedente di portata storica che mi auguro farà scuola in altri settori. E poi abbiamo ottenuto più ore di permesso e più spazi di manovra, per garantire, a chi svolge attività sindacale, il necessario tempo per stare al fianco dei colleghi e occuparsi dei loro problemi quotidiani, anche in un momento così delicato come questo.

D. Prosegue il vostro impegno nel campo della ricerca economica e della comunicazione, con una visibilità che cresce anno dopo anno. Quali sono gli obiettivi “politici” di questa strategia?
R. Facciamo inchieste per tutelare la clientela delle banche. È un modo alternativo ed efficace per rappresentare e tutelare meglio gli interessi dei lavoratori bancari. Che gestiscono, ogni giorno, più di 5mila miliardi di euro in risparmi, 500 miliardi in mutui alle famiglie e quasi 700 miliardi in prestiti alle imprese. Abbiamo da anni introdotto un nuovo e più moderno modo di fare attività sindacale, improntato alla lettura e alla gestione dei cambiamenti del settore e della nostra società. Gli iscritti aumentano e nuovi dirigenti sindacali, giovani e preparati, si stanno affermando all’interno della nostra Federazione. Milioni di persone conoscono oggi la Fabi anche fuori del settore bancario.

Loader Loading...
EAD Logo Taking too long?

Reload Reload document
| Open Open in new tab

Download [408.11 KB]