Federazione Autonoma
Bancari Italiani via Tevere, 46 00198
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news fabi anno VII – giovedì 16
novembre 2006
rassegna stampa quotidiana
riservata alle strutture
a cura di Bruno Pastorelli
Se riscontrate anomalie, nei
collegamenti comunicatelo a: b.pastorelli@fabi.it, grazie.
Così disse
IL GIORNALE DI BRESCIA 15-11-2006. 3
Dall’integrazione milletrecento
esuberi. Il sindacato: prima il piano industriale. 3
Corriere del Veneto - VICENZA -
sezione: VICENZA2A - data: 2006-11-15 num: - pag: 9. 4
LA C R I S I .- T- Systems Italia
Destino incerto Lavoratori in sciopero. 4
LA REPUBBLICA/Pagina VII -
Torino MERCOLEDÌ, 15 NOVEMBRE 2006. 4
LA VERTENZA - I sindacati chiedono
in cambio assunzioni a termine - Sanpaolo, in un anno 400 uscite volontarie - L´esodo, previsto da tempo, non è
collegato alla fusione con Intesa. 4
IL GIORNALE DI VICENZA 15-11-2006. 5
COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO FABI -
FISAC CGIL - VERTENZA T- SYSTEMS ITALIA (GRUPPO DEUTSCHE TELECOM) : i
sindacati proclamano uno sciopero per il 27 novembre. Il rischio occupazione
a Vicenza, Venezia, Milano, Roma, Napoli 5
LA SICILIA 15-11-2005. 6
Vittoria - Rapina in banca esplode
l'inchiostro bottino abbandonato. 6
GIORNALE DI SICILIA - di mercoledì
15/11/06. 6
I sindacati a Miccichè: essenziale
la difesa del Banco. 6
(ANSA) - PALERMO, 11/13/2006
2:18:00 PM. 7
CC SVENTANO COLPO IN FILIALE BANCA
MPS A PALERMO, 2 ARRESTI 7
IL GIORNALE giovedì 16 novembre
2006. 7
Intesa, Bernheim è a un passo dal
vertice - Presentata la lista del consiglio di sorveglianza: il numero uno di
Generali e Iozzo verso la vicepresidenza della superbanca Milano-Sanpaolo. 7
IL GIORNALE giovedì 16 novembre
2006. 8
Manovra nel caos, Prodi chiede la
fiducia al buio - Oggi la decisione. Probabile la trasformazione dell’intera
legge in un unico maxi emendamento che conterrà un migliaio di commi 8
IL GIORNALE giovedì 16 novembre
2006. 9
L’unica certezza della
Finanziaria: cinquanta miliardi di nuove tasse - di Redazione - 9
ItaliaOggi - Primo Piano - Numero 272, pag. 5 del
16/11/2006. 11
Ieri lavori al rallentatore.
Chiti, ministro dei rapporti con il parlamento: non c'è tempo da
perdere. Finanziaria verso la doppia
fiducia - Blindatura a Montecitorio e per il decreto fiscale al senato. 11
ItaliaOggi - Mercati e Finanza - Numero 272, pag. 14
del 16/11/2006. 12
I 15 membri siederanno nel
consiglio di sorveglianza insieme ad altri sei. Varato listone di Superbanca
- Sanpaolo e Intesa lo presenteranno in assemblea. 12
ItaliaOggi - Imposte e Tasse - Numero 272, pag. 35 del
16/11/2006. 12
Secondo i giudici della Suprema
corte deve risultare la natura fittizia dell'intestazione bancaria.
Riferibili alla società i movimenti sui conti correnti intestati ai soci 12
ItaliaOggi - Professioni - Numero 272, pag. 39 del
16/11/2006. 14
Storie di lavoro - Non È Condotta
Antisindacale. 14
ItaliaOggi - Primo Piano – Lettere - Numero 272, pag.
8 del 16/11/2006. 14
Il Grande fratello in vigore sui
conti correnti rischia di invadere più del dovuto la privacy familiare. - C'è
Visco, e chi lo dice a mia moglie? - Un lettore: più del fiscalista mi serve
un consulente matrimoniale. 14
MF
- Denaro & Politica - Numero 227, pag. 2 del 16/11/2006. 17
Fondazioni, via il tetto del 30% -
Parere favorevole della camera al dlgs sul risparmio, ma senza limiti al voto
degli enti. - Torna alla Covip la vigilanza sui prodotti di previdenza
complementare emessi dalle assicurazioni. Ora tocca al governo. 17
MF
- Denaro & Politica - Numero 227, pag. 2 del 16/11/2006. 17
Finanziaria, forse già oggi Prodi
metterà la fiducia alla Camera. 17
MF
- Banche & Banchieri - Numero 227, pag. 21 del 16/11/2006. 18
Il country executive olandese sarà
numero due della banca. paolo savona secondo vice. - Dal patto sostegno al
presidente e all'a.d. Arpe. La strategia sarà crescere per linee interne, ma
pronti a cogliere ogni opportunità di risiko. In cda Mancuso, Pini, Vezzosi e
Bianchi Martini - Capitalia, Abn Amro schiera Cuccia. 18
MF
- Banche & Banchieri - Numero 227, pag. 21 del 16/11/2006. 19
Cattolica, accordo con Lehman per
valorizzare gli immobili - Mercoledì il cda della bpi esaminerà il progetto
di integrazione a tre. 19
MF
- Banche & Banchieri - Numero 227, pag. 21 del 16/11/200. 20
Poison Pill - Barilla E Lodi
Litigano, Ma Non Troppo. 20
MF
- Banche & Banchieri - Numero 227, pag. 21 del 16/11/2006. 20
Bpi, slitta a fine mese la vendita
di Bormioli 20
MF
- Banche & Banchieri - Numero 227, pag. 22 del 16/11/2006. 20
Bnl, Abete dice addio a Reag e
Pirelli Re - Gli immobili ora saranno valutati da atisreal (Bnp). 20
MF
- Banche & Banchieri - Numero 227, pag. 22 del 16/11/2006. 21
Consorte, nessun patto segreto con
Gnutti 21
MF
- Banche & Banchieri - Numero 227, pag. 22 del 16/11/2006. 21
UniCredit promossa dal mercato
dopo i conti 21
MF
- Banche & Banchieri - Numero 227, pag. 22 del 16/11/2006. 22
In pillole - -Generali entrA in
Carige con il 2%.. 22
MF
- Banche & Banchieri - Numero 227, pag. 22 del 16/11/2006. 22
Credito al consumo, Linea
cartolarizza altri 400 milioni 22
AFFARI ITALIANI - Mercoledí
15.11.2006 16:12. 23
Valori/ Dalla Magiste alla Alpine.
Dietro Ricucci anche Putin. 23
-Vincento Lombardi- 26
Nei grandi tentativi, è glorioso
anche fallire. 26
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MILANO - Il progetto di fusione tra Bpu Banca e Banca Lombarda prevede la riduzione di 1.300 risorse, pari
al 6% dell’organico attuale. È questo il dato relativo alle
risorse umane che emerge dalla documentazione della presentazione
dell’operazione. La riduzione dell’organico, è detto nel documento, avverrà
attraverso ricorso a esodi incentivati e parziale
blocco del turnover e permetterà minori costi per 90 milioni, pari al 40%
delle sinergie totali sui costi previste in 225 milioni di euro.
E quello delle risorse umane è stato uno dei punti
affrontati ieri pomeriggio nel corso degli incontri, svoltisi separatamente,
che hanno segnato il primo faccia a faccia tra i
vertici di Lombarda e quello di Bpu con il sindacato bresciano e quello
bergamasco.
In particolare per la componente
bresciana al tavolo con il consigliere delegato Corrado Faissola sedevano i
leader di Fabi, Fiba-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca e Dircredito. A loro il vertice
della Lombarda ha illustrato il progetto di fusione. In particolare per
quanto riguarda la riduzione del personale è stato
detto che avverrà per 900 unità con il ricorso ad esuberi e per 400 con il
blocco del turnover. I rappresentanti dei lavoratori hanno immediatamente
respinto l’ipotesi, in quanto «non si può parlare di esuberi
senza che sia stato presentato un piano industriale». Secondo i
rappresentanti dei dipendenti l’obiettivo della
fusione «deve essere quello di creare valore per tutti, compresi i dipendenti
del gruppo che si crea».
E proprio alla definizione del piano industriale il
sindacato ha legato un giudizio che è attendista pure nella sua positività di fondo.
«Il nostro giudizio è complessivamente positivo, anche se mancano ancora troppi elementi per
poter mettere a fuoco il quadro di dettaglio. Elementi che ritroveremo nel
piano industriale che deve essere messo a punto e
illustrato», ha spiegato al termine della riunione Gianni Caleppio,
segretario della Fabi. «Questa è una operazione che
deve essere concertata nella ricerca del consenso con la tutela della
mobilità e delle professionalità», ha aggiunto.
Secondo il leader della Fabi «l’operazione ha futuro se
imperniata su una attenzione al territorio e alle
sue diverse articolazioni».
Quella di ieri è stata la prima presa di contatto tra i
vertici della Lombarda e i rappresentanti dei lavoratori (analogamente a
quanto nello stesso momento stava avvenendo per Bpu Banca e sindacato
bergamasco). Ma quello di ieri è solo il primo di una serie di incontri e verifiche che le parti sono chiamate a
sostenere in vista della nascita del nuovo grande gruppo bancario.
Return
LA C R I S I .- T- Systems Italia Destino incerto Lavoratori in
sciopero
VICENZA — Si profila un futuro incerto per i 705
dipendenti della T- Systems Italia, la società di servizi e tecnologie
informatiche del gruppo Deutsche Telecom con sede operativa a Vicenza ( 312
dipendenti, a cui vanno aggiunti 130 collaboratori esterni con funzioni di
call center e help desk) e filiali a Venezia,
Milano, Roma, Napoli.
Lo rilevano le organizzazioni sindacali di Fabi, Fisac-
Cgil, Fiba- Cisl e Uilca- Uil che, a seguito della mancata realizzazione del
piano industriale 2006 da parte della multinazionale tedesca ( che ha
acquisito T- Sistems Italia nel 2000), hanno indetto per il 27 novembre una giorno di sciopero assieme ai lavoratori della Iotech,
appaltatrice di parte dei servizi help- desk.
« La situazione è grave e complessa - rileva il
coordinatore della Fabi di Vicenza Sergio Severi - in quanto T- Sistems
Italia rischia di essere la prima grande vittima
della fusione tra Banca Intesa e San Paolo- Imi. Dopo i ' no comment' dei vertici aziendali - prosegue -, temiamo che
Deutsche Telecom intenda pianificare il ridimensionamento operativo e
occupazionale di una società fin qui sana in termini di fatturato ( circa 160
milioni di euro), di portafoglio clienti ( oltre a Banca Intesa ha in carnet
aziende come Marzotto, Pirelli, Coin, Poste Italiane ecc.) e innovativa sul
piano dei servizi informatici offerti » .
Return
DIEGO LONGHIN
Potrebbero essere circa 400 gli impiegati piemontesi del
Sanpaolo che lasceranno il gruppo entro la fine del
2007. Non si tratta di esuberi collegati
all´operazione di fusione con Intesa, ma di uscite incentivate per snellire
la struttura. Esodi volontari che fanno parte di un pacchetto presentato ai
sindacati dai vertici di piazza San Carlo. In tutto
il gruppo dovrebbero essere circa 1.800. Anche Banca
Intesa sta conducendo la stessa operazione, con numeri di poco più bassi,
circa 1.600. In cambio i sindacati chiederanno ai due istituti di credito
l´assunzione di personale a termine. In pratica per le otto sigle, nelle
filiali, ad ogni uscita deve corrispondere l´entrata di una persona a
termine. «Solo quando ci sarà il piano industriale del nuovo gruppo Sanpaolo-Intesa si potranno quantificare gli esuberi. Per
ora si parla solo di uscite volontarie e incentivate
a cui devono corrispondere per forza delle assunzioni a tempo determinato»,
dice Angela Rosso della Fabi Sanpaolo.
Ad uscire dovrebbero essere i lavoratori che matureranno entro due anni il diritto di andare in
pensione. La trattativa si aprirà entro fine mese e per i sindacati le
assunzioni a termine sono un punto fondamentale per arrivare all´accordo e
alla creazione del fondo di uscita. «È l´unico modo
per consentire alle filiali interessate di continuare la loro attività
regolarmente fino a quando la fusione non sarà
completata», sostiene Rosso. E Maurizio Zoè della
Fisac-Cgil aggiunge: «Quando il piano industriale sarà
pronto e si conoscerà il numero preciso degli esuberi, chiederemo che queste
assunzioni vengano confermate». Non si tratta della prima campagna di
prepensionamento nella banca di piazza San Carlo.
Negli ultimi due anni sono già uscite circa 3 mila persone,
in Intesa si è arrivati a 6 mila. La preoccupazione che questi potessero essere i primi esuberi collegati al piano di
fusione hanno allarmato la Sala Rossa, tanto che il Consiglio ha deciso di
riconvocare i vertici del Sanpaolo. Audizione che potrebbe
avvenire insieme alla Provincia, come chiede il vicecapogruppo della
Margherita a Palazzo Cisterna, Claudio Lubatti.
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VICENZA. Si profila un futuro incerto per i 705
dipendenti della T- Systems Italia, la società di servizi e tecnologie
informatiche del gruppo Deutsche Telecom con sede operativa a Vicenza ( 312
dipendenti, a cui vanno aggiunti 130 collaboratori esterni con funzioni di
call center e help desk) e filiali a Venezia,
Milano, Roma, Napoli. A seguito della mancata realizzazione del piano
industriale 2006 da parte del management della multinazionale tedesca (che ha
acquisito T-
Sistems Italia nel 2000 dalla Debis Italia, holding Mercedes), le
rappresentanze sindacali di Fabi, Fisac-Cgil, Fiba-Cisl e Uilca-Uil hanno
indetto per il giorno 27 novembre una
giornata di sciopero assieme ai lavoratori della società di consulenza IOTECH
8appaltatrice di parte dei servizi help-desk; sempre in concomitanza con lo stato di agitazione,
i dipendenti T –Systems, tra il 18 e
il 29 novembre, si asterranno anche dal lavoro straordinario e dalla
reperibilità..
“La situazione è grave e complessa, in quanto T- Sistems Italia
rischia di essere la prima grande vittima della fusione tra Banca Intesa e
San Paolo –Imi. Dopo i “no comment”
dei vertici aziendali, temiamo che Deutsche Telecom intenda pianificare il ridimensionamento
operativo e occupazionale di una società fin qui sana in termini di fatturato
( circa 160 milioni di euro), di portafoglio clienti ( oltre a Banca Intesa
ha in carnet aziende come Marzotto, Pirelli, Coin, Poste Italiane ecc.) e innovativa sul piano dei servizi
informatici offerti”, afferma il coordinatore della Fabi di Vicenza Sergio
Severi”.
“Troppi segnali
vanno nella direzione di una crisi aziendale programmata, a
partire dal fatto che a giugno 2007 scade il contratto di fornitura
dei servizi informatici a Banca Intesa, cliente di riferimento che da solo
vale il 50 per cento del fatturato T- Sistems, circa 100 milioni di euro -
aggiunge il segretario della Fisac Cgil di Vicenza Roberto Dal Lago -. Poiché
nel corso del consiglio d’amministrazione del 4 settembre i vertici di Banca
Intesa hanno deciso la sospensione di ogni contratto
di fornitura, il rinnovo del contratto
appare quindi sempre più improbabile. Da qui la forte preoccupazione sul futuro dell’azienda da parte
di tutti i lavoratori “
Sono
tanti i “punti oscuri” di T – Systems : la dirigenza “rinvia” a
tempo indeterminato il nuovo piano industriale, la carica di amministratore
delegato è attualmente scoperta (fino a gennaio?), Banca Intesa dà uno stop
al contratto di fornitura dei servizi,
sul fronte dei livelli strategici e occupazionali “ la T- Systems -
osservano i sindacati - è
volontariamente latitante”.
Ed è di fronte a queste incognite
che le organizzazioni sindacali temono che si stia facendo un gioco
pericoloso ai danni dei lavoratori” Abbiamo di fronte un’azienda che vive con
un vuoto di potere decisionale preoccupante, noi con lo sciopero intendiamo
dire basta a questa situazione” dice Carlo Toffoletto della RSA interna Fabi.
“Chi è alla testa di T
-Systems Italia deve avere il coraggio
di varare un piano industriale capace di dare certezze e garanzie ai lavoratori.
Non si può buttar all’aria un’azienda giovane e dalle grandi
professionalità.”, osserva Stefano Garbin della RSA interna Fisac Cgil. Che aggiunge: “ Se non ci sarà chiarezza entro poche
settimane, lo sciopero del 27 novembre non sarà l’ultimo”. Deutsche Telecom è
avvisata.
Return
Vittoria. Ennesima rapina in danno di
un istituto di credito a Vittoria. Questa volta ad essere presa di
mira è stata l'Antonveneta della
centralissima via via R. Settimo. Testimoni occasionali riferiscono di avere
visto uno dei due banditi con il volto travisato mentre
si allontanava dalla porta girevole a consenso. Le testimonianze riferiscono
di un uomo molto alto e magro, potrebbe trattarsi
della stessa persona che ha rapinato il Banco di Sicilia di Scoglitti. Il
malvivente sarebbe fuggito assieme al complice a bordo di una moto di grossa
cilindrata.
Una cospicua parte del bottino, che ancora non è stato
quantificato, è stata abbandonata dai rapinatori nella vicina via Matteotti, in quanto il sistema di sicurezza della
banca aveva innescato un procedimento che fa esplodere un contenitore di
inchiostro rosso indelebile, che danneggia in modo irreversibile le
banconote. Sul posto è accorsa la Polizia che ha istituito diversi posti di
blocco. Un fenomeno che sta creando molto allarme.
In proposito si registra l'
intervento della segreteria provinciale della Fabi. «Bisogna attivarsi
al più presto perché il prefetto obblighi gli Istituti a rispettare i
parametri di sicurezza previsti - dice il segretario provinciale del
sindacato -; la questione va affrontata e risolta».
Intanto si registra anche l'assalto
notturno, ad opera di ignoti, alla sede dei Ds in
via Bixio. Non è stato asportato alcun oggetto. Uno scasso dimostrativo? Una azione ad opera di vandali; un attacco di natura
politica? Immediata la reazione sul piano politico. Sono scattate le indagini
da parte delle Forze dell'ordine.
Return
Palermo – Dopo le dichiarazioni del Presidente dell’Ars Miccichè, sull’eventuale cessione delle partecipazioni
regionali in Capitalia, arrivano le repliche dei sindacati del Banco di
Sicilia. “La difesa del Banco – afferma Gino Sammarco segretario responsabile
della Fiba/Cisl – deve essere essenziale per lo sviluppo dell’economia
siciliana”. Gabriele Urzì e Carmelo Raffa della Fabi: “Non è opportuno che la
Regione ceda la partecipazione azionaria”.
Return
(ANSA) -
PALERMO, 11/13/2006 2:18:00 PM
Due uomini sono stati arrestati dai carabinieri per
tentativo di rapina ai danni dell'agenzia
del Monte dei Paschi di Siena di via Leonardo Da
Vinci, mentre é andata meglio ad altri due malviventi che, dopo aver rapinato
la filiale del San Paolo in corso Calatafimi, sono riusciti a fuggire. Luigi
Verdone, 37 anni, e Giuseppe Di Maio, 21 anni, sono
stati arrestati la notte scorsa dopo che un anonimo aveva segnalato al 112
strani rumori in una palazzina. I due aveva segato l'inferriata di una finestra che, sul retro di un
palazzo di via Leonardo da Vinci, accede ai locali dell'agenzia
n.2 del Monte dei Paschi di Siena. I due rapinatori avevano tagliato con
delle potenti seghe idrauliche, parte della grata, e si erano assicurati l'accesso a uno stanzino
attiguo al locale caveau dell'istituto
di credito e avevano deciso di aspettare l'arrivo
dei dipendenti per poterli sequestrare e farsi aprire la cassaforte, ma sono
stati arrestati mentre accedevano allo stanzino. E'
andata a segno invece la rapina al San Paolo di Corso Calatafimi; due
rapinatori si sono introdotti nella filiale e, facendo intendere di essere
armati, hanno razziato il contante e sono fuggiti protetti da un terzo
complice che attendeva all'interno.
Ancora da quantificare il bottino. "Solo a Palermo - segnala la Fabi,
sindacato autonomo dei bancari - abbiamo superato ormai le 40 rapine dall'inizio dell'anno,
senza considerare i colpi andati a vuoto". "Da tempo ormai - dicono
Gabriele Urzì e Carmelo Raffa, dirigenti nazionali Fabi - sosteniamo che è
assolutamente necessario che le aziende di credito compiano uno sforzo
massiccio per l'implementazione
delle misure di sicurezza delle dipendenze a Palermo, congiuntamente al grande lavoro svolto dalle forze dell'ordine e dalla Prefettura". Nella filiale
del San Paolo, sostiene il sindacato, mancava la sorveglianza armata:
"Chiederemo all'azienda che venga immediatamente prevista - continuano Raffa e Urzì -
al fine di evitare il ripetersi di rapine compiute con estrema
facilità". Per quanto riguarda il tentativo di rapina nell'agenzia Montepaschi, "occorre che le aziende
potenzino i sistemi di controllo mediante l'applicazione
dei moderni sensori collegati on-line con la centrale operativa delle forze
dell'ordine".
"Chiederemo al Prefetto - concludono i due
sindacalisti - di sollecitare l'Abi
per sottoscrivere un nuovo protocollo sulla sicurezza nelle banche nella
provincia di Palermo, tenuto conto che i rappresentanti dell'associazione bancaria italiana, dopo l'incontro del settembre scorso a Palermo, non
hanno ancora fornito risposte sulle proposte di modifica alla bozza da loro
stessi presentata e respinta da tutte le organizzazioni sindacali del settore
del credito".(ANSA).
Return
Intesa, Bernheim è a un passo dal vertice - Presentata la lista del consiglio di
sorveglianza: il numero uno di Generali e Iozzo verso la vicepresidenza della
superbanca Milano-Sanpaolo
- di Massimo Restelli -
da Milano - Oltre ad Alfonso Iozzo
sarà Antoine Bernheim a sedere alla vicepresidenza di Intesa Sanpaolo accanto
al numero uno Giovanni Bazoli. Il quadro non ha ancora i crismi dell'ufficialità, ma l'indicazione
dell'uomo forte delle
Generali nel consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo lascia
prevedere che i giochi siano fatti. La lista, dove spicca la candidatura di
Carlo Barel di Sant'Albano per l'Ifil (2,4% del capitale post
fusione), è stata licenziata nella tarda serata di ieri da Ca' de Sass dopo l'ultima
supervisione delle designazioni da parte di Bazoli e del presidente di Piazza
San Carlo, Enrico Salza.
I due banchieri hanno quindi trovato il punto di incontro tra i desiderata degli enti azionisti (l'ultimo a riunirsi è stato il consiglio di
Cariplo) nella prevista governance dualistica che avrà anche un comitato di
gestione. Nella vicepresidenza di Bernheim è tuttavia possibile intravedere
una compensazione «politica» per Generali. Quest'ultima
è il grande socio industriale della superbanca
(4,9%) ma, complici alcune resistenze dell'Antitrust,
sarà probabilmente costretta a rimettere nel cassetto i propri progetti di
espansione nella bancassurance lasciando spazio a Eurizon: il polo del risparmio di Mario Greco che ha
visto slittare al prossimo anno la quotazione in Borsa. Ma
l'anziano banchiere parigino
costituisce anche l'ennesima
conferma dei fitti intrecci tra Milano e il Leone, che a sua volta conta nel
libro soci Mediobanca, dove siedono invece Unicredit e Capitalia. Malgrado la maggior parte siano considerati «indipendenti»
scorrendone le esperienze professionali non è difficile identificare tra
Gianluca Ponzellini, Franco Dalla Sega, Angelo Ferro e Ferdinando Targetti i
prescelti della Fondazione Cariplo (4, 7%) e in Eugenio Pavarani l'uomo di Cariparma (2,2%). Milano e Torino avranno comunque 9 consiglieri a testa con l'ex ad del Sanpaolo Pio Bussolotto e Giovanni
Costa a portare il vessillo della Fondazione Cariparo (3,5%). La Compagnia di
Sanpaolo (7%) si è invece affidata tra gli altri a Gianluca Ferrero, Pietro
Garibaldi e Rodolfo Zich, così come è confermato
Gianguido Sacchi Morsiani in quota Carisbo (2,7%).
Completano la lista, che aggiungerà un posto ai 18
attuali con l'assemblea dei soci
in agenda il primo dicembre per salire a 21 l'anno
successivo lasciando posto alle minoranze, altri dottori commercialisti,
professori universitari e avvocati: Fabrizio Gianni, Giulio Stefano Lubatti e
Livio Torio. Esclusi come previsto gli spagnoli del Santander (4,2%) che,
dopo essersi espressi contro la nascita di Intesa
Sanpaolo in cda, si preparano a confermare la contrarietà in assemblea,
magari coagulando la forza dei grandi fondi internazionali. La tesi (Madrid
si è affidata a Deutsche Bank) è che Torino sia stata
sottovalutata. Posizione da subito rifiutata dall'amministratore
delegato in pectore Corrado Passera che dopo aver incassato la promozione di Lehman Brothers e Fox Pitt Kelton per la
trimestrale di Intesa, avrà l'onere di preparare il piano industriale del nuovo
aggregato.
Return
- di Redazione -
da Roma - Il Tevere non scorre
accanto al palazzo di Montecitorio. Ma per un'intera
mattinata, il fiume che separa le «chiese laiche» della politica dalle
basiliche vaticane si è ugualmente allargato fino a
lambire l'aula della Camera. Colpa di un emendamento alla Finanziaria, presentato dalla Rosa
nel Pugno, teso a far pagare l'Ici
anche sugli immobili «ad uso commerciale» di proprietà della Chiesa
cattolica.
L'emendamento,
lo diciamo subito, è stato respinto. Ma una cinquantina di parlamentari
almeno - senza curarsi dei tempi ristretti per il voto sulla Finanziaria - ha
deciso di dire la sua in materia, in un'atmosfera
di contrapposizione ideologica trasversale fra «laici» e «cattolici» dei due
schieramenti. Il nodo della contesa, segnalato dall'emendamento
firmato dal rosapugnista Maurizio Turco, è semplice: giusto che la Chiesa non
paghi l'Ici sui luoghi di culto,
ma perché l'esenzione sulle
attività commerciali «contigue», baretti, ristori, negozietti di ricordini e
così via? Bruxelles potrebbe aprire una procedura di infrazione
per aiuti di Stato. E Lanfranco Turci ricorda che dall'Ici
non è esente neppure la prima casa: allora perché esentare non le
chiese, ma gli immobili «contigui»?
Lo scontro si avvia, con Riccardo Pedrizzi (An) che
accusa il governo Zapaprodi di essere «ostaggio dei
settori più laicisti e anticlericali» della maggioranza, mentre i cattolici
del centrosinistra «contano come il due di picche». Su collegi, convitti,
educandati, pinacoteche, cappelle, oratori calerebbe
così la scure fiscale, attacca Pedrizzi. «Tassare il santino della basilica
di Sant'Antonio, mettere i frati
nelle condizioni di far pagare di più le erbe medicamentose non risolve i problemi di cassa», gli fa eco Luca Volontè
(Udc). Per Antonio Palmieri (Fi), quella rosapugnista è un'azione «anticlericale e vendicativa». Vladimir
Luxuria annuncia il voto contrario all'emendamento,
sorprendendo i colleghi. Teodoro Buontempo parla di «segnale forte di odio contro la religione cattolica». E si va avanti per
due ore e mezzo, fra accuse ai supposti «mangiapreti», come quelle di
Giovanni Marras «allievo salesiano», e iniziative conciliatorie, ad esempio
gli appelli di Enrico La Loggia e Giuseppe Cossiga
per far ritirare l'emendamento dai
presentatori. Chissà che impressione avranno avuto gli allievi della scuola media di Sassano,
provincia di Salarno, che assistevano ai lavori dell'aula.
Per lo meno, hanno ripassato un po'
di storia patria.
Return
da Roma - Tasse, tasse e ancora
tasse per un totale di 50,2 miliardi di euro al netto del taglio del cuneo
fiscale. Finanziaria, decreto fiscale e collegato,
secondo Italia Oggi, produrranno nel prossimo triennio un effetto prelievo
oltre quattro volte superiore a quello dei tagli alla spesa, stimati in 12,1
miliardi. L'introduzione di nuove
aliquote Irpef con scaglioni di reddito modificati, lo sblocco delle
addizionali regionali e comunali e il giro di vite sul bollo auto
difficilmente avrebbero potuto produrre risultati diversi da quelli
evidenziati dal quotidiano economico.
Nuova Irpef. Uno dei capitoli forti della Finanziaria 2007 è quello
fiscale, che porta la firma del viceministro Vincenzo Visco. La novità che
toccherà più da vicino i cittadini riguarda la nuova
imposizione Irpef. Le nuove aliquote saranno al 23% fino a 15mila euro, al
27% da 15.001 a 28mila, al 38% da 28.001 a 55mila, al 41% da 55.001 a 75mila,
al 43% oltre 75mila. Il prelievo più basso, con le aliquote varate dalla
riforma Berlusconi, arrivava fino a 26mila euro. La stretta dovrebbe comunque produrre 1,
5 miliardi di maggiori entrate.
Tutti evasori. Il viceministro dell'Economia, Vincenzo Visco, ha dichiarato guerra a imprenditori, lavoratori autonomi e professionisti,
ritenuti potenziali evasori. L'inasprimento
degli studi di settore dovrebbe produrre in tre anni un gettito di circa 12
miliardi, mentre le misure di contrasto all'evasione
dovrebbero portare nelle casse dello Stato altri 13
miliardi. Né si può trascurare, in quest'ottica, l'aumento
dei contributi previdenziali sul lavoro autonomo e su quello atipico (10, 5
miliardi).
Più imposte comunali. Strettamente legato al capitolo
fiscale, c'è quello degli enti
locali. Dopo la marcia indietro sulla tassa di soggiorno, i tagli ai
trasferimenti saranno parzialmente compensati con lo sblocco delle
addizionali comunali dell'Irpef,
che erano state bloccate nel 2005 e dall'innalzamento della soglia. I sindaci potranno
inasprire le imposte sui redditi dello 0,8 per cento e potranno anche
introdurre un aggravio dell'Ici.
Un rincaro che - ha valutato la Uil - ai lavoratori
dipendenti costerà in media 48 euro all'anno. Secondo le stime di Italia
Oggi, il gettito medio triennale previsto dalla variazione dell'Irpef comunale è di 3,5 miliardi, mentre altri
4,3 miliardi giungeranno dalla proroga delle addizionali regionali.
Bollo più caro. Aggravi anche per il
bollo auto (1,6 miliardi nel triennio). L'aumento
varrà per ogni Kw di potenza aggiuntivo oltre i 100 e sarà più consistente
per le vetture euro zero.
Il cuneo. La principale misura per lo
sviluppo contenuta nella manovra è il taglio del cuneo fiscale, vale a dire della differenza tra il reddito
lordo e quanto il lavoratore si mette in tasca. È una misura che impiega 11,5
miliardi di euro. Il taglio avverrà in due tranche: la metà da febbraio e il resto in luglio e girà
sull'imponibile Irap, sui
contributi previdenziali e sulle assunzioni a tempo indeterminato.
Tfr. Nella Finanziaria 2007 trova spazio anche la nuova
riforma del Trattamento di fine rapporto. Il precedente esecutivo aveva già
approvato il lancio della previdenza integrativa attraverso le quote di Tfr
dei lavoratori.
L'esecutivo
di centrosinistra ha apportato dei cambiamenti, il più
importante riguarda il conferimento all'Inps
di parte del Tfr. Per la precisione di quello dei
lavoratori delle aziende sopra i 50 dipendenti che non vogliano forme private
di previdenza integrativa. Per l'adesione
ai fondi contrattuali vale il principio del silenzio-assenso. Vale a dire che nel caso in cui il lavoratore non esprima una
scelta, le sue quote andranno ai fondi negoziali. La misura, che è stata
inserita nella parte relativa ai tagli alla
spesa, tuttavia è una partita di giro
poiché lo Stato si assume un debito che le imprese hanno nei confronti dei
dipendenti.
Spese. Una bella fetta di risorse della Finanziaria
andrà poi al rinnovo del contratto del pubblico impiego. Il biennio che lo
Stato deve pagare è ancora quello 2006-2007, ma il grosso delle risorse
arriverà nel 2008. Per il prossimo anno gli aumenti saranno del 2 per cento e
nel 2008 del 2,46.
Successioni. Non si deve dimenticare la reintroduzione
dell'imposta su successioni e
donazioni, abolita
nel 2001 dal governo Berlusconi e reintrodotta dal decreto legge collegato.
Il gettito atteso nei prossimi tre anni è stato stimato in circa 900 milioni di euro.
Tagli presunti. Le riduzioni complessive di spesa, ha sottolineato Italia Oggi, ammontano a 12,1 miliardi in tre
anni. La parte più consistente riguarda il patto di stabilità per gli enti
locali (14,7 miliardi), la sanità (12,9 miliardi) e
contenimento della spesa della pa (9 miliardi). La somma (36,6 miliardi) è
ben superiore ai 12 miliardi di risparmi attesi, segnale che non mancano le spese sebbene disperse in mille rivoli. A
pagare sarà il contribuente perché l'introduzione
del ticket unico a 27 euro per il pronto soccorso genererà 2,8 miliardi di
maggiori entrate.
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ItaliaOggi - Primo Piano - Numero 272, pag. 5 del
16/11/2006
Fiducia doppia. Al senato sul decreto legge fiscale che
accompagna la manovra di bilancio e alla camera sulla Finanziaria per il
2007. Buoni propositi e tentativi di apertura all'opposizione finiscono nel cassetto di fronte a un
esame parlamentare lentissimo, con soli 11 articoli approvati da Montecitorio
dei 217 che compongono la legge messa a punto dal ministro dell'economia, Tommaso Padoa-Schioppa.
Una lentezza allarmante in
vista dell'approvazione della
Finanziaria da parte della camera entro il termine del 19 novembre. Tanto che, dopo avere paventato il rischio dell'esercizio provvisorio di bilancio, il ministro
dei rapporti con il parlamento, Vannino Chiti, ha annunciato: ´A questo punto
la questione di fiducia è sempre più vicina'.
Poi, come al solito, è cominciato il palleggio delle responsabilità
tra maggioranza e opposizione. Il centro-sinistra ha attribuito all'ostruzionismo della Casa delle libertà la causa dei lavori al rallentatore ed è stato il capogruppo del
Pdci alla camera, Pino Sgobio, a chiedere al governo di porre la fiducia:
´Non c'è alternativa. La maggioranza concordi il maxi-emendamento, migliorando
gli aspetti sociali della manovra e si proceda spediti verso il ricorso alla
fiducia', ha dichiarato. Dall'altra parte della barricata, il leader di Alleanza nazionale, Gianfranco Fini, non ha risparmiato
critiche al governo e alla maggioranza. ´Non c'è
ostruzionismo da parte del centro-destra, casomai sono il governo e la
maggioranza, con continui ripensamenti e modifiche, a rendere impossibile il
lavoro del parlamento', ha
accusato. Sarà il presidente del consiglio Romano Prodi,
in ogni caso, a mettere tutti d'accordo.
I tecnici del governo sono al lavoro intorno ai maxiemendamenti (due o tre)
sui quali sarà posta la questione di fiducia e potrebbe essere una riunione
straordinaria del consiglio dei ministri,oggi, ad autorizzare
il ricorso alla blindatura. Anche se non è escluso che palazzo
Chigi decida domani, data prevista per il consiglio dei ministri ordinario.
Nell'attesa, in via
XX Settembre fervono i preparativi delle maximodifiche. Di
cui alcuni contenuti sono stati concordati tra il ministro della funzione
pubblica e innovazione, Luigi Nicolais, e il segretario del Pdci, Oliviero
Diliberto. Come la norma che prevede l'assunzione a tempo indeterminato di vaste
dimensioni dei lavoratori socialmente utili nei piccoli comuni, con meno di 5
mila abitanti. Il pacchetto di norme sulla pubblica amministrazione,
messo a punto da Nicolais presenta qualche conferma, come per esempio i
contratti pubblici validi dopo 55 giorni dalla firma di sindacati e Aran
(emendamento già presentato dal governo in commissione bilancio e che sarà
recuperato), e alcune novità. Tra queste, l'innalzamento da circa 2500 (si veda ItaliaOggi di
ieri) a 9 mila della quota di lavoratori socialmente utili che i piccoli
comuni potranno assumere a tempo indeterminato. Tornerà nei
maxiemendamenti anche il ridimensionamento della presenza di questure e
prefetture, in relazione al trasferimento dallo
stato alle regioni e agli enti locali di alcune funzioni, come il rilascio di
passaporti. Mentre non ci saranno, a causa del pressing
esercitato dai dirigenti del ministero dell'economia
su Padoa Schioppa, l'accorpamento
e la riduzione delle direzioni regionali e provinciali del tesoro entro il
tetto delle cinquanta unità previsto dall'attuale
versione della Finanziaria, all'articolo
34. (riproduzione riservata)
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ItaliaOggi - Mercati e Finanza - Numero 272, pag. 14
del 16/11/2006
Autore: di Jan Pellissier
Dopo lunghe riunioni, intrighi, prese di posizioni e
compromessi, ieri sera sono stati resi noti i nomi degli ultimi 15 componenti del listone che Sanpaolo e Intesa presenteranno
unitamente per formare il consiglio di sorveglianza della nuova superbanca
che dal primo gennaio diverrà operativa.
Per Intesa: Giovanni Bazoli,
Gianluca Ponzellini, Franco Dalla Sega, Eugenio Pavarini, Ferdinando Targetti. Per
Sanpaolo: Pio Bussolotto, Fabrizio Gianni, Gianguido Sacchi Morsiani, Gianni
Lubatti e l'a.d. Alfonso Iozzo.
Per Generali: Antoine Bernheim. Per le fondazioni Cariparma e Cariparo:
Giovanni Costa, Angelo Ferro e Ferdinando Targetti. A completare l'elenco, Carlo Sant'Albano,
a.d. di Ifil e membro del c.d.a. di Fiat. Proprio
quest'ultimo è il nome meno atteso
e più sorprendente.
Il presidente sarà Giovanni Bazoli, oggi numero uno di Intesa, che sarà affiancato da due vice: Alfonso Iozzo,
oggi a.d. di Sanpaolo e da Antoine Bernheim, presidente delle Generali. Nel
consiglio di sorveglianza siederanno anche Gianluca Ferrero, Rodolfo Zich e
Pietro Garibaldi, che rappresenteranno la Compagnia di Sanpaolo, primo
azionista della nuova banca con il 7%. Questi 3 nomi erano già stati
annunciati la settimana scorsa in una rosa di 5 persone insieme a Pierluigi Loro Piana e Roberto Guala esclusi poi nelle
trattative.
In generale, manca la corrente più torinese, quella che
aveva seguito Carlo Callieri nelle polemiche relative al
concambio, unendosi agli spagnoli del Banco di Santander, che infatti sono
anche assenti dal listone insieme ai francesi di Crédit agricole.
Ora questa lista sarà sottoposta al voto dell'assemblea degli azionisti della
banca milanese che si riunirà il 30 novembre o il primo dicembre. A loro si
aggiungerà anche il capolista della seconda lista più votata. La successiva
assemblea degli azionisti sceglierà poi altri due consiglieri che
completeranno così a quota 21 i ranghi del consiglio
di sorveglianza presieduto da Bazoli. Quest'organo,
durante la prima riunione a fusione avvenuta, indicherà i nomi dei 7-11
membri del consiglio di gestione, che sarà
presieduto da Enrico Salza. Tra questi, dovrebbe esserci anche Giovanni
Perissinotto, a.d. di Generali. Al loro fianco siederanno con ogni
probabilità i rappresentanti di Santander e Agricole.
La giornata in Borsa dei due titoli è stata positiva con Sanpaolo che ha chiuso a 17,36 euro (+1,35%),
e Intesa a 5,51 (+1,68). Il rapporto di concambio è quindi di 3,15 contro i
3,115 previsti dalla fusione.
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ItaliaOggi - Imposte e Tasse - Numero 272, pag. 35
del 16/11/2006
Secondo i giudici della Suprema corte deve risultare la natura fittizia dell'intestazione bancaria. Riferibili alla società i
movimenti sui conti correnti intestati ai soci
Autore: di Daniela Amendola
È possibile tener conto della rilevanza dei movimenti
effettuati sui conti di soggetti diversi dal destinatario della rettifica,
ogniqualvolta risulti la natura fittizia dell'intestazione
o, comunque, la riferibilità delle operazioni all'interessato.
È quanto ha affermato la Corte di cassazione che, con la
sentenza 13 settembre 2006, n. 19609, ha ribadito un
principio ormai consolidato.
Il fatto
La vicenda dalla quale trae origine la sentenza ha
inizio nell'aprile del 1994. In
seguito alla verifica generale compiuta nei confronti di una società in nome
collettivo composta da due soli soci, la guardia di
finanza redigeva processo verbale di constatazione per indebita deduzione di
oneri ed omessa dichiarazione di ricavi desunti da versamenti e prelevamenti
operati su conti correnti bancari intestati ai soci e ai loro familiari.
Condividendo le conclusioni della guardia di finanza, l'ufficio delle imposte dirette rettificava in
aumento il reddito percepito dalla società nel 1993.
I contribuenti adivano la Commissione tributaria
provinciale che accoglieva parzialmente il ricorso, confermando l'accertamento entro limiti di valore più
contenuti.
Sia i contribuenti sia l'ufficio
interponevano appello. La Commissione regionale li
rigettava entrambi osservando che, per quanto riguardava il gravame dei
contribuenti, la verifica della Guardia di finanza si era svolta nel
contraddittorio della società e dei suoi soci (che, nel merito, non avevano
fornito adeguate prove a discarico); per quel che concerneva il gravame dell'ufficio, non risultava, comunque,
logicamente sostenibile che tutte le operazioni reperite sui conti correnti
bancari dei familiari dei soci fossero imputabili alla società, così come
appariva eccessivo che non fosse stato ammesso in deduzione alcun costo relativo
alla produzione del reddito della società medesima.
L'amministrazione
finanziaria censurava la decisione dei giudici dell'appello
in quanto fondata su considerazioni logiche e non su prove precise. I
contribuenti, dal canto loro, impugnavano in via incidentale la sentenza di
secondo grado deducendo che nella fase preprocessuale non era stato
instaurato il contraddittorio sulle operazioni bancarie in contestazione le quali, a loro dire, in quanto effettuate sui conti
correnti dei soci e dei loro familiari, avrebbero potuto essere riferite all'attività della società solo alla presenza di
adeguati elementi che l'ufficio
non aveva fornito.
La decisione
Osserva il collegio che ´sia l'articolo 32 del dpr 600/1973 che l'articolo 52 del dpr 633/1972 accordano all'erario la possibilità di giovarsi di una
presunzione relativa destinata a cedere di fronte alla prova contraria del
contribuente, ma non alla mancata audizione di quest'ultimo,
configurata dal sistema come una mera facoltà e non come un obbligo'. Di conseguenza, si legge nella sentenza, ´l'amministrazione finanziaria può fondare la
propria attività impositiva sulle operazioni annotate nei conti correnti
bancari anche nel caso di mancato previo invito dell'interessato
a fornire chiarimenti al riguardo'.
La Cassazione ricorda, inoltre, che, sulla scia di
questa linea interpretativa, in un'altra
occasione, è stata riconosciuta la congruità e la coerenza della motivazione
con cui una Commissione regionale, chiamata a decidere sulla riferibilità o
meno alla società delle operazioni compiute sui conti dei soci, aveva
risposto positivamente al quesito in ragione dalla particolare composizione
della compagine sociale, composta (come quella in esame) da due soli soci di
cui uno amministratore.
Aderendo a tale impostazione, i supremi giudici hanno
considerato ammissibile l'utilizzabilità
dei dati rilevati sui conti correnti intestati ai soci e ai loro familiari i
quali, peraltro, non avevano altri redditi al di fuori di quelli provenienti
dalla società. In conclusione, il collegio ha accolto il ricorso dell'amministrazione finanziaria, sul presupposto che,
per superare la presunzione invocata dall'ufficio,
la Commissione regionale avrebbe dovuto allegare fatti o argomenti specifici
e non mere considerazioni sostanzialmente prive di effettivo
valore dimostrativo. Ha, quindi, cassato la sentenza di secondo grado con
rinvio degli atti, anche per le spese, ad altra sezione della Ctr. I giudici
di Palazzaccio hanno, invece, rigettato il ricorso incidentale proposto dal
contribuente, stante l'utilizzabilità
dei dati bancari e l'irrilevanza
della mancata instaurazione di un previo contraddittorio su di essi. (riproduzione riservata)
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ItaliaOggi - Professioni - Numero 272, pag. 39 del
16/11/2006
Autore: di Valfrido Paoli consulente del lavoro
Dalla sala accanto, dove sono riuniti l'imprenditore Margherito con i sindacati
maggiormente rappresentativi arrivano urla pazzesche
e rumori inequivocabili di cazzotti su un innocente tavolo.
Di sicuro saranno in ballo le ritenute sindacali, visto
che Margherito non le vuole più fare, non sono io
che devo fare il cassiere per i sindacati.
Qui siamo in presenza di un
reato contro l'art. 28 della legge
n. 300/1970, gridano all'unisono i
sindacati.
Però il consulente del lavoro riesce
a sedare il tumulto, lui lo sa che le ritenute associative vanno fatte e
versate ai sindacati, se il datore di lavoro non vuole soccombere in un'azione giudiziaria per condotta antisindacale.
Ma, passati appena pochi minuti,
ecco che riesplodono il tumulto, le urla e il tavolo sempre più seccato di
ricevere tutti quegli immeritati cazzotti.
Ora sembrano in ballo gli aumenti retributivi e tutti sono d'accordo
sul fatto che essi debbano attribuirsi più per motivi di merito che d'anzianità.
Tutti i sindacati sono d'accordo.
Meno uno, quello che, anteponendo l'anzianità al merito, pretende un tavolo di
discussione separato. Diversamente, dice, denuncerà l'azienda
per condotta antisindacale.
E riecco il consulente. In caso
di conflitto tra sindacati, spiega, non c'è
antisindacalità del datore di lavoro, qualora rifiuti il tavolo separato.
Tanto più che gli altri
sindacati hanno firmato l'accordo
(Cassazione n. 2857 del 14 febbraio 2004 e, più recentemente, Tribunale di Ravenna
5 giugno 2006).
Il principale Margherito è contento, anche se non gli è
piaciuto l'intervento del
consulente in favore dei sindacati sulla questione delle
ritenute associative. valfrido@asspaoli.com
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ItaliaOggi - Primo Piano – Lettere - Numero 272, pag.
8 del 16/11/2006
Il Grande
fratello in vigore sui conti correnti rischia di invadere più del dovuto la
privacy familiare. - C'è Visco, e
chi lo dice a mia moglie? - Un lettore: più del fiscalista mi serve un
consulente matrimoniale
Lettera divertente e un pizzico provocatoria di un
commercialista di Salerno pronto a ritirarsi di fronte a
un proprio cliente che ce l'ha con
la maxi-banca dati dell'Anagrafe
fiscale. Il cliente teme che il fisco pizzichi tra le pieghe dei suoi conti
correnti la traccia evidente di una scappatella sentimentale. Così serve
qualcuno in grado di difenderlo dalla moglie più che da Vincenzo Visco. I
commercialisti rischiano di vedersi portare via il lavoro dai consulenti
matrimoniali. Altra lettera di un dirigente dell'Agenzia del territorio pronta a spegnere i timori
suscitati da uno studio di Confedilizia sul nuovo catasto. E una replica di un commercialista deluso, ma non evasore.
Continuate a scrivere la vostra a ´ItaliaOggi - Lettere - Via Burigozzo 5 -
20122 Milano'. O attraverso la
posta elettronica a ´italiaoggi@class.it'
o a ´fbechis@class.it'
Correntista ´spiato e infedele... offresi a
commercialista spione!'.
Annuncio/farsa, annuncio/ingannatore? Nessuno dei due maÉ
eloquente, corrispondente, cioè, a un'amara
fotografia dell'attuale fase
finanziaria del nostro paese. Procediamo con ordine. I professionisti
contabili, rei, a detta del grande esercito dei possessori di partite Iva, di essere complici e alleati del fisco (per via di quei
fastidiosi interrogativi extracontabili inseriti all'interno
degli studi di settore dei modelli Unici) tanto da guadagnarsi l'appellativo di ´spioni'
, sono ritornati nelle ultime ore a impadronirsi del complesso e complicato
apparato economico/fiscale, a seguito dell'applicazione
di un nuovo provvedimento normativo. Quale? Dal 1° settembre scorso, infatti la nostra amministrazione finanziaria può
legittimamente ficcare il naso sui conti bancari e /o su quelli intrattenuti
presso qualsiasi operatore finanziario (per esempio anche i gestori di fondi)
di un qualsiasi soggetto/titolare (imprenditore, dipendente, professionista e
nullafacenti (o nullatenenti), spiandone le movimentazione sia in entrata
(versamenti) che in uscita (prelevamenti) al fine di riscontrare eventuali
anomalie: necessarie per il controllo e la valutazione della capacità
contributiva del soggetto/spiato.
In definitiva, può accadere che se un titolare di
rapporto di conto corrente ha in un anno solare movimentazioni finanziarie
sul suo conto pari a poche decine di migliaia di euro,
la sua conseguente capacità contributiva non può giustificare la proprietà di
eventuali Ferrari, ville faraoniche, cavalli e /o barche di decine di metri
intestate a suo nome. Dal 1° settembre scorso, quindi, con un semplice click
di mouse, il fisco può avviare richieste a tappeto
via e-mail con riscontri molto dettagliati che permettono di ricostruire con
altissima precisione l'identikit
finanziario del soggetto controllato. Si apre, quindi,un
nuovo ciclo in tema di controlli antievasione. ´Dottò, non mi fa tanta paura
il Fisco maÉ mia moglie', ha
sentenziato un imprenditore in un convegno organizzato sul novellato
provvedimento normativo rivolgendosi ad un dottore commercialista. L'allusione sulla presunta modalità di conto
corrente in forma congiunta intrattenuta dal simpatico ospite appariva
scontata. Secca la smentita: ´Mannaggia! Ora se il fisco controlla', aggiunge preoccupato, ´tutte le movimentazioni
sui conti vuol dire che informeranno mia moglie
anche dei soldi che sto spendendo da anni per ”un'amica”É'. La fedeltà di moglie e marito
messa a rischio dall'occhio
spione del fisco? Sembrerebbe proprio di sì. ´Scusate dottò', aggiunge ironico l'imprenditore,
´ma che giustificazione daranno invece le signore
dedite al mestiere più antico del mondo sulle loro movimentazioni nei conti
correnti? Che tenevano 'o
jolly?'. Gli analisti e
professionisti del settore sono ora alle prese di trovare eventuali rimedi al
novellato provvedimento normativo anti/evasione . Un
´buco' nella legge , in verità, che consentirebbe di sfuggire alle
segnalazioni della nuova anagrafe tributaria, esisterebbe: basterebbe recarsi
fuori piazza e svolgere operazioni per cassa presso banche con cui non si è
legati da un rapporto di conto corrente. Sarà sufficiente? Per l'infedele correntista alle prese con probabili
discussioni con il coniuge, non resta altro che iniziare a sfogliare le
pagine gialle e trovare tra i ´mediatori familiari'
un consulente per un rapido e efficace consultoÉ
Vincenzo Carrella
Salerno
La lettera è divertente e paradossale. Non credo che ci
sia bisogno dell'occhio del Grande fratello fiscale per scoprire tresche e altarini
vari. D'accordo con lei, però:
questi non possono e non debbono essere affari di
stato. I rischi di un uso improprio della anagrafe
fiscale sono sotto gli occhi di tutti. Ha presente come i politici si sono scandalizzati quando qualcuno ha dato un'occhiata ai loro dati patrimoniali? Beh, quei
dati erano pubblici e non coperti da alcun tipo di privacy.
I movimenti sui conti correnti sono ben altra cosa. Ma se sono i politici a fare i guardoni, non si
scandalizza nessuno. Abbiamo una speranza. la storia
insegna che le armi usate impropriamente prima o poi feriscono chi le impugna
tanto maldestramente. E chi di spiata ferisce...
(F.B.)
Quel nuovo catasto non costerà in più
Egregio direttore, in relazione all'articolo ´Confedilizia: boom di imposte con la
riforma patrimoniale del catasto'
pubblicato sul suo giornale in data 14 novembre a pag. 43, ai soli fini di
una più completa informazione, ritengo doveroso evidenziarLe che i contenuti
delle tabelle nello stesso incluse non tengono conto di quanto effettivamente
previsto dall'articolo 4 del ddl
Ac 1762 ´Delega al governo per il riordino della normativa sulla tassazione
dei redditi, sulla riscossione e accertamento dei tributi erariali, sul
sistema estimativo del catasto fabbricati, nonché per la redazione dei Testi
unici delle disposizioni sui tributi statali'.
Infatti, il punto f), comma 4, del citato articolo
esplicitamente prevede, nell'ambito
dei principi e criteri direttivi: introduzione di meccanismi volti ad
assicurare l'invarianza del
gettito complessivo delle imposte erariali e comunali aventi per base
imponibile i valori o i redditi immobiliari derivati. Si può,
conseguentemente, supporre che nella richiamata stima dell'Ufficio studi della Confedilizia si sia traslato un ipotetico effetto della prevista riforma in
termini di imponibili immobiliari sul gettito derivante, dimenticando i
suddetti meccanismi volti ad assicurare l'invarianza
del gettito complessivo. In tal modo si inducono
solo infondate preoccupazioni tra i contribuenti. La riforma del sistema
estimativo del catasto dei fabbricati si propone unicamente di ´favorire il
progressivo miglioramento dei relativi livelli di perequazione, trasparenza e
qualità, nonché il recupero dell'evasione ed elusione nel settore immobiliare'. Non risulta da nessuna
parte che tale riforma persegua anche obiettivi di crescita del gettito. A
tale riguardo si evidenzia come non siano indicate maggiori entrate né nel
testo della delega, né in relazione illustrativa e in relazione
tecnica. RingraziandoLa per lo spazio che vorrà dedicare alla presente,
almeno pari a quello dato al sopra citato articolo,
Le invio i più cordiali saluti.
Augusto Pellegrini
respons. Ag. territorio
Eccola accontentata. E facciamo
il tifo per la sua versione, sperando che Confedilizia abbia gridato ´al
lupo!' senza ragioni. Ma tra finanziaria e dintorni circolano certi lupi feroci,
che l'allarme è davvero
comprensibile...
(F.B.)
Protesto davvero Ma non evaderò
Nel ringraziarvi per la pubblicazione della mia e-mail,
vorrei soltanto fare alcune precisazioni:
1) non mi sono autodenunciato evasore: la mia integrità
morale, purtroppo, non me lo consente;
2) la perdita dichiarata è effettiva, serviva soltanto
da esempio che pur avendo pagato F/24 per 900 mila euro, la mia azienda
rientrerebbe tra gli evasori;
2) la cosa vera è che non predicherò più con i miei
clienti per una corretta educazione fiscale. Saluti.
Oreste
Salerno
Avevamo ben capito la provocazione che era contenuta
nella sua lettera, che per altro si spiegava da sé. I frequentatori di questa
pagina avevano ben compreso il senso del suo sfogo. Ma
le fa onore questa precisazione, che vuole allontanare ogni sospetto. Sono d'accordo con lei: la legge si contesta fin che si
può, ma al momento buono non si può che rispettarla...
(F.B.)
assenti perchÉ malati
Nel servizio di ieri sulle assenze Cdl a Montecitorio
erano indicati anche Maria Grazia Siliquini (An) e Giancarlo Giorgetti (Lega
nord). Vera la notizia della loro assenza in aula nello
scorso weekend. Ma in entrambi i casi era
ampiamente giustificata. Assenti per malattia, con tanto di certificato
medico. Ce ne scusiamo con gli interessati (cui facciamo
i migliori auguri di pronta guarigione) e con i lettori.
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MF - Denaro & Politica - Numero 227, pag.
2 del 16/11/2006
Fondazioni, via il tetto del 30% - Parere favorevole della
camera al dlgs sul risparmio, ma senza limiti al voto degli enti. - Torna alla Covip la vigilanza sui
prodotti di previdenza complementare emessi dalle assicurazioni. Ora tocca al
governo
Autore: Mauro Romano
Alla fine sarà un'altra
piccola rivoluzione della legge sul risparmio. Ieri le commissioni finanze e
attività produttive della Camera, hanno dato parere favorevole al decreto
legislativo Pinza che attua una parte della riforma. Tuttavia le due
commissioni hanno formulato una serie di osservazioni
che ora dovranno essere recepite dal governo nel testo definitivo e che
modificano sensibilmente le regole. A partire dalla
sterilizzazione al 30% dei voti delle fondazioni bancarie negli istituti
partecipati (una norma che riguarda da vicino soprattutto Mps), per le quali
sia la Camera che il Senato, hanno chiesto l'abolizione.
Ma non è l'unica
novità. Tra le richieste del parlamento, c'è
anche quella di lasciare alla Covip la vigilanza sulle polizze e sui prodotti
di previdenza complementare delle assicurazioni. Piccolo cambio di rotta
anche sui bond emessi all'estero e
destinati a investitori professionali, che poi
invece finiscono nelle tasche dei risparmiatori (quello, insomma, che era
accaduto con Parmalat e Cirio). Secondo la riforma del risparmio, ogni banca,
sim o assicurazione che li avesse maneggiati prima che finissero nei
portafogli di singoli clienti, ne avrebbe risposto
in caso di default. In pratica, dunque, anche se una banca
li avesse rivenduti ad un'altra
banca e questa al risparmiatore finale, entrambe avrebbero risposto della
loro solvibilità. Il parere rilasciato dalla Camera al governo,
invece, chiede di modificare la norma facendo sì che a garantire il bond
emesso all'estero senza prospetto,
sia solo chi alla fine effettivamente lo trasferisce ai risparmiatori. Ed ancora. Le due commissioni chiedono pure che, sui
titoli di stato, non ci sia più il potere di veto della Consob sull'ammissione alla quotazione. Un errore della legge
sul risparmio quest'ultimo, che
però è già stato corretto da un emendamento alla
finanziaria presentato dallo stesso governo. (riproduzione
riservata)
Return
MF - Denaro & Politica - Numero 227, pag.
2 del 16/11/2006
Ormai è sicuro. Già questa sera potrebbe riunirsi il
consiglio dei ministri per decidere la fiducia su un maxiemendamento
(ma potrebbero essere anche due) che permetta di far approvare entro
sabato la Finanziaria alla Camera, di modo che possa partire al più presto la
seconda lettura al Senato. Lo ha fatto capire ieri il ministro dei rapporti
con il parlamento, Vannino Chiti. ´Avevamo creduto alle roboanti
dichiarazioni dell'opposizione, da
quelle di Gianfranco Fini a quelle di Pierferdinando Casini, che ci si
sarebbe potuto concentrare su otto grandi questioni, poi invece hanno
presentato migliaia di emendamenti'.
A questo punto, secondo Chiti, la strada della fiducia è quasi obbligata se
si vogliono rispettare i tempi dell'approvazione
finale, che deve avvenire entro fine anno per
evitare l'esercizio provvisorio.
L'opposizione,
ovviamente, nega ogni addebito, ricordando che il governo ha presentato più
di 200 emendamenti e sostenendo che la fiducia, più che rivolta contro l'ostruzionismo della cdl, serve a superare le
tensioni della stessa maggioranza.
In attesa della convocazione del
consiglio dei ministri, il dibattito in aula alla Camera è proseguito senza
colpi di scena e forse ieri il punto di maggior tensione si è raggiunto con
la discussione di un emendamento della Rosa nel pugno, presentato da Maurizio
Turco, che si proponeva di cancellare l'esenzione
Ici per gli immobili adibiti ad attività commerciali di proprietà di enti
ecclesiastici e religiosi, concessa dalla maggioranza di centro destra con l'ultima finanziaria della scorsa legislatura.
A sostegno della richiesta sono intervenuti diversi
esponenti della Rosa nel pugno, sia di provenienza radicale sia socialista,
oltre all'ex ds Lanfranco Turci,
quando si è passato al voto, però, i sì sono stati
solo 29, mentre i no ben 435. Una bocciatura decisamente
bipartisan.
Return
MF - Banche & Banchieri - Numero 227,
pag. 21 del 16/11/2006
Il country
executive olandese sarà numero due della banca. paolo
savona secondo vice. - Dal patto sostegno al presidente e all'a.d. Arpe. La strategia sarà crescere per linee interne, ma pronti a cogliere ogni opportunità di risiko. In cda Mancuso, Pini, Vezzosi e Bianchi Martini - Capitalia, Abn
Amro schiera Cuccia
Abn Amro schiera Paolo Cuccia
come capofila della delegazione olandese in Capitalia. Al
posto del dimissionario Dolf Collee, che ha lasciato l'incarico
di responsabile Europa per il colosso olandese, a quanto si dice per
divergenze con Rijkman Groenink sulla strategia del post-Antonveneta, la
carica di vicepresidente che spetta ad Abn, primo socio con l'8,6%andrà al country executive romano.
La designazione di Cuccia, che è stato
negli anni 90 direttore centrale di Banca di Roma per l'area
finanza, è stata sancita nella riunione del patto che ha anche ascoltato le
relazioni del presidente Cesare Geronzi e dell'a.d.
Matteo Arpe sulle strategie future della banca. L'assemblea
dei soci forti, che raccoglie il 31% del capitale, ha confermato ´il proprio
pieno sostegno' ai vertici e ha
´condiviso all'unanimità le linee
di sviluppo' già comunicate al
mercato, che nascono dallo sviluppo per linee interne degli ultimi cinque
anni. ´Quanti al futuro', ha dichiarato
il presidente del patto, Vittorio Ripa di Meana, i soci hanno ´espresso la
piena condivisione circa l'esigenza
di proseguire sulla strada della crescita interna tenendo peraltro una
costante attenzione a un contesto esterno in rapida
evoluzione per cogliere prontamente le opportunità che si dovessero
presentare'. È la linea espressa
da Arpe, che di fatto mette la banca in una
posizione di attesa ma non di inattività: Capitalia, insomma, è aperta al
risiko, anche in tempi brevi considerata la velocità con cui cambia lo
scenario, come ha detto sempre Arpe.
I partner possibili indicati dal mercato si riducono a
pochi soggetti: Bpm, Unicredit e, più defilato, Mps, date le prese di
distanza del presidente Giuseppe Mussari. In quest'ottica
il patto si presenta oggi come ricompattato sullo status quo: Abn Amro,
infatti, ha difeso il più rilevante peso conquistato con l'acquisto parziale delle quote Pirelli,
opponendosi all'estensione del
sindacato al 33,5% per far crescere Fininvest e Ligresti. Di questo peso
maggiore è segno proprio la nomina di Cuccia. Insieme con lui, il patto ha
indicato nella lista dei 20 candidati al nuovo cda in vista dell'assemblea del 4-5 dicembre altre cinque new entry. Secondo vicepresidente, indipendente, al posto
di Mario Federici, sarà il professor Paolo Savona. Per la Regione Siciliana,
il governatore Totò Cuffaro lascerà il posto a Salvatore Mancuso, numero uno
della società d'investimento
Equinox. Confermato l'ingresso
di Walter Vezzosi per la Fondazione Manodori. Jonella Ligresti compie
un passo indietro e lascia il posto a Massimo Pini (vicepresidente di
Fondiaria-Sai). Il posto lasciato libero da Carlo Puri Negri (Pirelli) sarà
occupato dall'indipendente Silvio
Bianchi Martini.Ordinario di economia aziendale a
Pisa, 44 anni, Bianchi Martini è stato sindaco di Fineco fino al 2005.
Confermati gli altri nomi (vedi tabella), oltre a Geronzi e Arpe, previsti
dal patto stesso. (riproduzione riservata)
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MF - Banche & Banchieri - Numero 227,
pag. 21 del 16/11/2006
Autore: Teresa Campo e Andrea
Di Biase
Cattolica prosegue nelle trattative con la Popolare di
Verona e Novara in vista di un'aggregazione a tre con la Bpi e intanto prosegue sulla
strada della valorizzazione del patrimonio immobiliare. Dopo le dismissioni
di parte degli immobili non strumentali, realizzate nei primi nove mesi del
2006, che hanno portato nelle casse della compagnia veronese circa 155
milioni, il 3 novembre Cattolica ha raggiunto un
accordo con Lehman brothers per la valorizzazione del patrimonio immobiliare
residuo, stimato in circa 150 milioni. L'operazione, studiata dal direttore generale di
Cattolica immobiliare, Franco Ciccarello, prevede il conferimento degli
immobili in questione (prevalentemente uffici e negozi distribuiti in tutta
Italia) in un fondo immobiliare, che sarà partecipato in maggioranza da
Lehman e con quote di minoranza dalla stessa Cattolica e da un altro
operatore del settore immobiliare. Non è ancora stato deciso se il
fondo sarà gestito dalla Sgr della compagnia veronese o se invece sarà
affidato ad un gestore terzo, ma è probabile che sia percorsa questa seconda
strada.
Per quanto riguarda invece l'integrazione
tra la Cattolica e le due popolari promesse spose, martedì il consiglio di amministrazione della Bpi sarebbe stato aggiornato
delle trattative tra la compagnia e Bpvn, che sembrerebbero essersi arenate
per alcune perplessità dell'istituto
guidato da Fabio Innocenzi su alcune poste patrimoniali della Cattolica
emerse nel corso della due diligence, che è ancora in corso. La trattativa
tra le parti rimane comunque in piedi e già
mercoledì prossimo il progetto di integrazione con la Cattolica potrebbe
essere presentato al cda della Bpi. In base al protocollo di
intesa stipulato con la Bpvn, i lodigiani hanno infatti l'ultima parola sull'eventuale
aggregazione a tre con la Cattolica.
Nel frattempo i lodigiani hanno indicato i loro
rappresentanti nel comitato incaricato di predisporre il progetto di fusione.
Si tratta del presidente Piero Giarda, dell'amministratore
delegato, Divo Gronchi, e del vicedirettore generale con delega sui crediti,
Franco Malerbi. Del team veronese faranno parte
invece il presidente Carlo Fratta Pasini, l'a.d.
Innocenzi e il direttore generale Massimo Minolfi. Il team
dovrà definire il progetto di fusione in poco più di un mese. Il termine per
l'approvazione del progetto da
parte dei cda delle due popolari è stato fissato per
il 20 dicembre. (riproduzione riservata)
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MF - Banche & Banchieri - Numero 227,
pag. 21 del 16/11/200
Contratti contestati, bilanci impugnati, squadre di
legali al lavoro per sostenere le rispettive ragioni. La querelle
Kamps, che oppone il gruppo Barilla alla Popolare italiana, è ormai diventata
una telenovela. E anche l'arbitrato
avviato per dirimere la controversia sulla validità dell'opzione put, che
consentirebbe a Bpi di rivendere agli emiliani la propria partecipazione in
Kamps e nella francese Harry's,
sembra che stenti a decollare, considerato che Barilla, pur avendo nominato
il proprio rappresentante nella procedura, ne contesterebbe la legittimità.
Insomma, tra Parma e Lodi è in corso un vero e proprio scontro all'arma bianca. Ma è
proprio così? Leggendo la trimestrale della Bpi non si direbbe proprio. Dalla
relazione sulla gestione emerge infatti che nel
terzo trimestre la banca lodigiana, tramite la controllata Efibanca, ha
assistito Barilla proprio nella vendita della filiale italiana di Harry's alla famiglia Morato di Vicenza. Operazione
che, secondo quanto riportato nella trimestrale, ha contribuito a sostenere
le commissioni per l'attività di
m&a. Insomma, sulla strada tra Parma e Lodi si litiga, ma non troppo.
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MF - Banche & Banchieri - Numero 227,
pag. 21 del 16/11/2006
Bpi, slitta a fine mese la vendita di Bormioli
Autore: Francesco Allegra
Efibanca, merchant del gruppo Bpi, si prende altro tempo
per provare a chiudere la vendita della Bormioli, storica azienda vetraria
parmense controllata dalla popolare lodigiana. Il termine della gara, fissato
per il 10 novembre, è stato fatto slittare a fine mese.
Venerdì scorso, infatti, sul tavolo della banca sono arrivate alcune proposte
d'acquisto, ma
nessuna vincolante. Le trattative dunque proseguiranno per altre due
settimane almeno. Tra i pretendenti a Bormioli c'è
Luciano Vinella, azionista delle Vetrerie meridionali di Bari. L'imprenditore pugliese, a quanto risulta, ha
avanzato una proposta che valorizza l'azienda
parmense 340 milioni, una quarantina di milioni in
meno rispetto alla base d'asta
fissata a suo tempo da Efibanca. In cordata con Vinella ci sono investitori
finanziari come Unipol, Bnl e il fondo Quadrivio. Oltre a Vetrerie meridionali,
tra gli altri interessati a Bormioli si fanno anche i nomi di Vincenzo Manes
e di Seneca sgr, società guidata da ex-manager del fondo Klesh. (riproduzione riservata)
Francesco Allegra
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MF - Banche & Banchieri - Numero 227,
pag. 22 del 16/11/2006
Autore: Roberto Nido
Bnl sta per dire addio a Pirelli Re e a Reag. Il dossier
sul riassetto del comparto real estate della banca guidata da Luigi Abete,
circola già da qualche settimana, e se gli uffici tecnici sono stati già
informati, per il definitivo via libera manca ancora
l'ok del consiglio di
amministrazione della Banca Nazionale del Lavoro. In sostanza con l'arrivo del gruppo francese Bnp Paribas in via Veneto è partito anche il piano di riorganizzazione di
alcune business unit dell'istituto.
Ad occuparsi della valutazione tecnica degli immobili per l'erogazione dei mutui retail (fino a 500 mila
euro) sarà Atisreal, società controllata al 100% dal gruppo Bnp, che prenderà il posto di Pirelli real estate e di Reag, il
valutatore indipendente americano (Real estate agency group), che nel giugno
del 2005 avevano siglato un accordo con la banca di Abete per affiancare i
tecnici dell'istituto nelle
valutazioni per l'erogazione dei
mutui. L'obiettivo dell'avvicendamento parte dalla volontà dei vertici della banca di dare il via ad una politica commerciale più
aggressiva. È infatti prevista la progressiva
cancellazione delle spese di istruttoria, a carico dei clienti della banca,
richieste per le valutazioni sugli immobili. Un mossa
che potrebbe costare alla banca di via Veneto circa 6 milioni di euro l'anno, è questa la cifra che si ottiene se si
considera il volume dei mutui retail erogati nel 2005 e il costo medio di 200
euro necessari per le pratiche, ma ´necessaria se si vuole contendere il
primato nel settore retail al competitor UniCredit, che ha già eliminato
questi costi', spiegano dalla
banca. Non basta. Il riassetto sotto il controllo del gruppo francese, passa
anche per la ristrutturazione della controllata Bnl fondi immobiliari,
guidata dall'ad
e d.g. Michele Cibrario, appena nominato presidente del comitato di
coordinamento delle attività del gruppo Bnp Paribas real estate in Italia. La
divisione real estate è stata infatti suddivisa in
quattro differenti linee di business, che da adesso faranno capo a Cibrario,
che riporterà direttamente al presidente di Bnp Real Estate Philippe
Zivkovic. In particolare Cibrario avrà la supervisione delle attività
italiane di Bnp asset management, Bnp property
management, Bnp property development e della divisione che si occuperà della
commercializzazione e della consulenza. (riproduzione
riservata)
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MF - Banche & Banchieri - Numero 227,
pag. 22 del 16/11/2006
´Il sospetto'
insinuato in un articolo di Repubblica circa ´un accordo segreto fra Gnutti e
Consorte' per uno scambio ´di azioni e favori tra gli scalatori di Antonveneta' è finalizzato ´a far intendere al lettore che,
sulla base di tale asserito patto segreto, Gnutti, nel gennaio 2005, avrebbe
schermato l'effettiva titolarità
del 2% in Bnl funzionalmente alla successiva scalata alla stessa intrapresa
da Unipol. Quanto affermato dalla giornalista è del tutto
erroneo, fantasioso e, dunque, falso'.
Lo si legge in un comunicato dell'ex
numero uno di Unipol assicurazioni, Giovanni Consorte, che precisa come ´nel
gennaio 2005 l'ipotesi Bnl era per
Unipol assicurazioni al di là di ogni immaginaria previsione e che il
fantasioso patto segreto con Emilio Gnutti è invenzione pura nonché illecita
premessa strumentale a rappresentarlo, ancora e volutamente, contro ogni
verità, in scenari cui è totalmente estraneo'.
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MF - Banche & Banchieri - Numero 227,
pag. 22 del 16/11/2006
Un titolo chiave da detenere nel 2007. Così Jp Morgan
definisce Unicredito (rating overweight invariato
con target price a 7,6 euro) all'indomani
di conti trimestrali in linea con le stime e con il consensus e, nel loro complesso,
di buona qualità. Restano positive anche Cheuvreux
(rating outperform con target price a 7,3 euro) e Ubs (rating buy con target
price a 7,5 euro), secondo le quali Unicredito è sulla strada giusta per
quanto concerne il processo di ristrutturazione, e Deutsche bank (rating buy
con target price a 7,4 euro), che richiama l'attenzione
su un core Tier 1 (6,11%) oltre l'obiettivo
2006. Resta in-line, con prezzo obiettivo a 7,3 euro, la raccomandazione di
Fox-Pitt, Kelton, secondo cui i dati trimestrali sono stati positivi ma non sono un catalizzatore per un re-rating del
titolo. Anche Merrill Lynch ha confermato il rating
buy con un target price di 7,5 euro.
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MF - Banche & Banchieri - Numero 227,
pag. 22 del 16/11/2006
Dal 3 novembre scorso Generali detiene,
direttamente e indirettamente, una partecipazione del 2,001% nel capitale di
Banca Carige. Lo si apprende dalle comunicazioni
societarie alla Consob rese note ieri, dalle quali risulta che lo 0,809% è
detenuto tramite Alleanza, lo 0,789% tramite Generali Vita, lo 0,202% tramite
Ina Vita e lo 0,151% tramite La Venezia.
-Bpu-lombarda/1 s&p promuove la spa
Standard & Poor's
ha confermato ad "A-" il rating di lungo periodo di Banca Lombarda
e ad "A-2" quello di breve termine, con outlook positivo.La
decisione, informa una nota, segue l'annuncio
del progetto di fusione tra la banca bresciana e il gruppo Bpu e riflette la
buona logica strategica alla base dell'operazione
e la previsione che la realtà derivante dall'aggregazione avrà un solido profilo finanziario e di
business.
-Bpu-Lombarda/2 goldman alza i target
Goldman Sachs ha alzato il target
price di Bpu a 20,8 da 20,6 euro e quello di Banca Lombarda a 11,7 da 11,5
euro, all'indomani della
presentazione del merger delle due banche. Gli analisti apprezzano la portata
industriale del deal, seppure quest'ultimo sia finanziariamente oneroso per gli
azionisti di Bpu. L'operazione
dovrebbe dare origine al quarto maggior player in Italia per numero di
filiali e al sesto per asset totali. La nuova entità dovrebbe beneficiare di
un attraente network commerciale (15% di market share in Lombardia), di una asset quality superiore a quella dei peers domestici
(con un Npl ratio dello 0,7%) e di un significativo potenziale di
razionalizzazione della rete. Goldman Sachs ha un rating
neutral su Bpu.
-Toro, adesioni all'opa
allo 0,38%
Al terzo giorno dell'opa
totalitaria sulle azioni ordinarie di Toro promossa da Generali, che si concluderà il 12 dicembre, sono state apportate 125.580
azioni, pari allo 0,387402% dei titoli oggetto dell'offerta.
Lo ha reso noto ieri Borsa italiana. Dall'inizio dell'offerta
sono stati apportati complessivamente 244.860 titoli.
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MF - Banche & Banchieri - Numero 227,
pag. 22 del 16/11/2006
Autore: Stefania Peveraro
È arrivata alla cartolarizzazione numero cinque Linea
spa, la società di credito al consumo controllata dal Banco popolare di
Verona e Novara e dalla Banca popolare di Vicenza. Dopo le operazioni Line1,
Line2 ed Hexagone lanciate tra il 2001 e il 2003, nell'ambito
del programma Master trust Jump lanciato nel 2005, il veicolo Jump 2 srl ha
emesso titoli asset backed su un portafoglio di crediti per finanziamenti
auto e personali per un totale di 400 milioni di euro,
distinti in tre tranche: una da 368,6 milioni di euro a rating tripla A, che
è stata collocata con uno spread di 17 punti base sopra euribor, una singola
A da 30,6 milioni e spread di 32 punti base e una tranche equity da 0,8
milioni, che è stata interamente sottoscritta da Linea stessa. Spread comunque interessanti se si pensa che la tranche tripla A
della prima operazione del 2001 era uscita sul mercato con uno spread di 50
punti base sopra euribor. ´Abbiamo intenzione di proseguire con le
cartolarizzazioni portando sul mercato emissioni da 400-500 milioni di euro ogni anno',
ha detto a MF il vicedirettore generale corporate, Mario Zandrini, precisando
anche che ´nel 2007 lanceremo probabilmente un nuovo programma. Nel momento in cui andremo a cartolarizzare altri tipi di
crediti, come quelli derivanti dalla cessione del quinto dello stipendio o
dalle carte revolving. D'altra
parte sia gli impieghi sia la produzione stanno
aumentando in maniera importante. Nei primi nove mesi dell'anno siamo arrivati a 3 miliardi di euro di crediti erogati e a 1,3 miliardi di produzione,
aggregati entrambi in crescita di circa il 25% rispetto all'anno scorso'.
(riproduzione riservata)
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Di Paolo Fusi - da Valori*
Circa un anno fa “Valori” rivelò le connessioni tra la Alpine Strategic Marketing Llc New York ed il
finanziere zagarolese Stefano Ricucci. Quest’ultimo era entrato, l’8 agosto
del 2001, nella società Red Investment SA di Lussemburgo, una controllata della Alpine, cambiandone il nome in Magiste International
SA Lussemburgo e facendone la capofila di tutte le proprie attività. Allora,
però, “Valori” si limitò a porre la domanda di chi ci fosse,
dietro questa strana società americana. Oggi possiamo raccontare un po’ più
di dettagli di una storia che pare dell’altro mondo – come del resto la
maggior parte delle avventure del nuovo capitalismo finanziario italiano.
Armi dalla Bulgaria
La prima volta che il pubblico europeo è venuto a conoscenza dell’esistenza della Alpine Strategic
Marketing è stato molto prima, all’inizio del 2004, in seguito alle inchieste
dell’ONU sui traffici d’armi in partenza dalla Jugoslavia. Alcune fabbriche
russe e bulgare vengono sorprese a vendere
illegalmente armi in Iraq ed in altri paesi colpiti da embargo internazionale
attraverso una società bulgara di nome Poldis Ood Sofia. Indagando su questa
società si scopre che viene guidata da un ex
ufficiale dei servizi, tale Petur K. Sinapov, che tra il marzo del 2001 ed il
marzo del 2003 organizza un contrabbando di armi
pesanti per le diverse fazioni in lotta tra Afghanistan ed Iraq per un valore
accertato di oltre 10 milioni di dollari.
Tra i vari soci ed acquirenti della Poldis ci sono
società di ex ufficiali del KGB come Mikhail
Georgiev ed una società liechtensteinese, la Waxom Anstalt, accusata di aver
anche rapporti con il dittatore della Liberia Charles G. Taylor, che
appartiene a tre cittadini serbi: Dragan Karadzic, Vida Nastic Karadzic e
Milos Karadzic – per cui l’ONU sospetta che sia una
società che ha ricevuto “doni” dal gruppo di Sinapov: doni destinati al
fuggiasco Radovan Karadzic.
La magistratura bulgara, allarmata,
blocca un’operazione gigantesca che prevede la consegna di 175 carri armati.
Sinapov scappa, ma lascia una scia di documenti, grazie ai quali i magistrati
ricostruiscono il controllo della Poldis e delle società ad essa collegate. Il controllo azionario viene
effettuato da due società gemelle, la Jeff Corporation Ltd. Tortola (Isole
Vergini) e la Jeff Corporation Ltd. Limassol (Cipro), che a loro volta
appartengono alla Rodeo Investments Llc New York.
Per qualche motivo a noi sconosciuto, l’inchiesta si
blocca qui. Sinapov è ancora nascosto in qualche luogo a godersi i frutti dei
sudati affari. Sarà quindi non la magistratura, ma l’istituto di ricerca
italo-tedesco IBI, a scoprire, nell’autunno del 2005, che la
Rodeo è controllata dalla Global Investors Llc New York, a sua volta
controllata da un’omonima società di Trutnov, nella repubblica ceca, a sua
volta controllata da un’altra società omonima con base a Mosca. Ed è sempre
IBI a scoprire che, tra le diverse società che la Global Investors ha fondato nella Suite 101 dei suoi uffici al numero 400
della 7th Street North-West di New York, c’è la Alpine Strategic Marketing
Llc New York, ovvero “una società creata per veicolare il reinvestimento dei
denari guadagnati dal gruppo con le operazioni commerciali di controllate
come la Rodeo Investments”.
Mamma li turchi
La Alpine Strategic Marketing ha anche
una base, non ufficiale, a Lussemburgo. Al 9b di
Boulevard Prince Henri, dove ha sede la fiduciaria di Charles Ewert – più
noto alle cronache come “Panama Charlie” per le sue capriole contabili con
società bucalettera del paesino centroamericano ai tempi del dittatore Manuel
Antonio Noriega. Il fiduciario lussemburghese, nei guai con la giustizia per
il sospetto di truffa, traffico d’armi con l’Afghanistan (che coincidenza…) e
tentato omicidio, è tutt’altro che una mammoletta. Secondo la giustizia della
Turchia Ewert è uno degli azionisti di riferimento della
FMB First Merchant Bank di Lefkosa (parte turca di Cipro) – una banca
inserita nell’aprile 2004 nella lista nera dei “più importanti istituti di
riciclaggio del narcotraffico e del traffico d’armi” da parte del Governo
degli Stati Uniti. Una banca che in Europa centrale lavorava grazie all’aiuto
di un fiduciario bresciano trapiantato a Ginevra, tale Francesco Pegoiani, ex
campione di motoscafo.
Allo stesso indirizzo hanno sede altre società collegate
o controllate dalla Alpine Strategic Marketing, come
ad esempio la Rosebud Sarl. Questa è la finanziaria dell’imprenditore
americano Richard Doherty – sotto inchiesta in diversi paesi con il sospetto
di commercio illegale di armi. Il legame tra questo
gruppo di società ed il traffico d’armi sembra avere radici storiche:
un’altra delle società collegate, la Stema International SA Lussemburgo,
fondata nel 1971 da tali Nico Schaeffer e dal suo
socio Michele Sindona, venne investigata all’inizio degli anni ’90 per dei
presunti contratti su materiale radioattivo. Uno dei dirigenti della Stema,
il banchiere Giorgio Magnoni, è uno dei soci della Red Investment SA
Lussemburgo, poi rinominata Magiste International, la holding
di Stefano Ricucci che venne fondata dalla Alpine Strategic Marketing.
Dentisti su Marte
Una gran confusione? Può sembrare solo a prima vista.
Semplifichiamo: la Alpine Strategic Marketing
fornisce mezzi finanziari (poi vedremo provenienti da dove) per diverse
avventure finanziarie, industriali e commerciali. Tra
queste pare esserci una generale propensione per il traffico d’armi.
Il che, si badi bene, non vuol dire che Stefano
Ricucci sia collegato al traffico d’armi. Per lui si tratta probabilmente di
marziani, di cui nemmeno capisce la lingua. Quasi certamente, dato che la Alpine crea delle holding sottostanti per mascherare
finanziamenti e finanziatori, Ricucci di tutte le altre società non sa nulla.
Proprio di tutte? Mah, forse no. Magari non sa della
Stema del suo socio Magnoni. Ma magari sa di altre
società situate al 9b di Boulevard Prince Henri, come la Starting Investment
Holding SA Lussemburgo e la Accord Investment Holding SA Lussemburgo, due
società a partecipazione parzialmente incrociata fondate lo stesso giorno (il
3 marzo del 2000), controllate dallo studio fiduciario di Charles Ewert e
dalla Alpine Strategic Marketing. Uno dei consiglieri d’amministrazione della Accord – e quindi dirigente di spicco della
struttura lussemburghese della Alpine, è Giuseppe Pappolla, un commercialista
milanese legato a Giuseppe Gazzoni Frascara – e subentrato al suo referente
nel consiglio d’amministrazione del gruppo Finarte.
Gazzoni Frascara è parte integrante della storia della
Telecom Italia. Entrò insieme a Chicco Gnutti e Roberto Colaninno, poi scalò
la Banca Antonveneta insieme alla Bell ed alla sua FGF (due società collegate
allo studio legale di Boulevard Prince Henri a Lussemburgo). Un bolognese
alla corte dei bresciani, che insieme a Ricucci usava soldi provenienti da non si sa dove per scalare banche e società di
telecomunicazione. Un bolognese peraltro consigliere
d’amministrazione del gruppo Pirelli, che poi prenderà il posto della cordata
dei bresciani. Il tutto nel periodo tra il giugno 1999 e l’aprile
2001, ovvero il periodo precedente all’entrata della
Alpine e della sua gemella Rodeo Investments nei giochi della Poldis e del
contrabbando d’armi russo e bulgaro. Già questo un dato sufficiente per
credere che costoro si sono giovati dei soldi provenienti dal sistema della Alpine, ma senza sapere nulla delle armi.
C’è però qualcosa d’inquietante in queste relazioni tra
le scalate della mitica Hopa, Ricucci, Colaninno e suoi amici, poi nemici,
poi chissà. Questo vortice di soldi dati in gestione a persone senza
strategia aziendale, senza tradizione, senza programma, con l’unico vantaggio
di essere legati a questo o quel carro politico… possibile mai che chi si
trova dietro la Alpine compia delle operazioni
finanziarie in Italia, coperto dai politici italiani, con lo scopo anche di
influenzare la stabilità economica del nostro paese? Ma chi c’è mai dietro la Alpine? E’ mai credibile che ci sia una sorta di
cospirazione legata al traffico d’armi?
Purtroppo chi scrive non crede a questa versione. Dico
purtroppo, perché il lato positivo dell’avversario
unico, quando c’è, è che bisogna battere solo lui. E la struttura della Alpine va battuta, perché genera mostri. Stiamo
cominciando a capire soltanto ora quale disastro abbiano
significato per il nostro paese il crac Cirio, il crac Parmalat, le
scalate dei bresciani e dei dentisti, la catastrofe di Telecom Italia. E
mentre la magistratura pian pianino scopre che i fiduciari internazionali
impiegati dai “clienti” italiani per fare e nascondere
quelle operazioni sono quasi sempre gli stessi (cosa che si immaginava,
perché la sapevamo già fin da prima di Tangentopoli), noi azzardiamo un
passettino in più.
L’orso bianco dietro la Alpine
La Alpine e la Global Investor hanno due
proprietari: la Finman International Corporation SA Panama e la Kingsland
(Nominees) Ltd. Londra. La seconda è una fiduciaria, il che significa che
tiene le azioni per conto di qualcun altro. Certamente è legata alla Wood
Appleton Oliver SA, che ha sede presso lo studio di Ewert
al 9b di Boulevard Prince Henri di Lussemburgo. Ma a
chi appartiene la Finman? Sulla carta, al momento della costituzione, alla Effecta Trading SA – un’altra società bucalettera di
Charles Ewert. In realtà appartiene alla Complus Holding SA
Lussemburgo – un’altra società con sede allo stesso solito indirizzo.
Solo che la Complus Holding non
è una bucalettere. E’ la holding con cui gli oligarchi russi
fedeli al presidente Putin controllano la telefonia fissa e mobile in tutti i
paesi nati dalla disgregazione dell’Unione Sovietica. Un
colosso multimiliardario, dai contorni oscuri, con interessi nella chimica,
nella fisica applicata, nell’industria pesante, che in Complus Holding ha
portato le sue ricche partnership in Scandinavia, con il gruppo Telia ed altre
società minori che guidano il mercato in Svezia ed in Danimarca. Un colosso pronto ad altre scalate, grazie anche alle garanzie
miliardarie delle grandi banche tedesche (come Ricucci).
Un colosso che genera soldi con affari di cui non
sappiamo nulla ma di cui possiamo temere il tenore,
e che ha bisogno di grandi canali per investire – un compito perfetto per una
società insospettabile come la Alpine, registrata negli Stati Uniti, e
controllata attraverso un dedalo di società bucalettere grazie agli uffici di
un personaggio come Charles Ewert, circondato di vecchie glorie che risalgono
sino ai tempi di Sindona, e che sono mescolati in diverse operazioni
finanziarie fasulle ed immonde degli ultimi otto anni.
Quanto ai legami tra le banche tedesche e l’ex Unione
Sovietica, non c’è da sorprendersi: basti vedere il fatto
che queste stesse banche, su consiglio di Putin, forniscono i conti
segreti del dittatore del Turkmenistan, e che l’ex Cancelliere Gerhard
Schröder, dopo aver perso le elezioni, è entrato a far parte di uno dei
consigli d’amministrazione di Gazprom – il colosso energetico controllato
dallo Stato russo, e che ora investe nel calcio tedesco, così come gli
oligarchi che erano fedeli a Boris Eltsin investono in quello britannico.
Putin, lo si sapeva già, ha
miliardi da reinvestire, cercando di non fare troppo chiasso. Ed ha interessi personali nel traffico d’armi. Io, fossi
un dentista a Zagarolo, con quello non mi ci metterei. Fossi invece un
giornalista, ne avrei orrore. Avete visto tutti cosa succede a scriverne male. Ma
ricordate Colaninno: “Noi bresciani ci abbiamo due cosi grandi così”. Beati
loro.
*mensile di economia sociale e
finanza etica diretto da Andrea Di Stefano
-Vincent Lombardi-
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