Federazione Autonoma Bancari Italiani  via Tevere, 46  00198 Roma - federazione@fabi.it  Tel. (06) 8415751

news fabi anno VII �novembre 2006

 

rassegna stampa quotidiana riservata alle strutture

 

a cura di Bruno Pastorelli

Se riscontrate anomalie, nei collegamenti comunicatelo a: b.pastorelli@fabi.it, grazie.

 

vai alle rassegne stampa degli ultimi 31 giorni

 

Cos� disse

 

LA PROVINCIA PAVESE SABATO, 25 NOVEMBRE 2006. 3

Un intenso confronto sul ruolo degli istituti di credito - Banche e sviluppo del territorio �Sul futuro siamo troppo divisi�. 3

 

LUCE OnLine.org - domenica 26/11/2006. 4

Superbanca prealpina in campo - Con la fusione tra la bergamasca Bpu e la bresciana Banca Lombarda nasce il quarto gruppo del credito in Italia. Una galassia in cui ci sono molte realt� varesine Dal sindacato segnali di preoccupazione. Se la Fabi punta il dito contro gli esuberi, la Fisac Cgil dice che spesso il vecchio continua dietro nuove sigle. 4

 

LA SICILIA � PALERMO � PRIMA PAGINA � SABATO 25 NOVEMBRE 2006. 5

SICUREZZA: SONO IN AUMENTO DEL 10% GLI ASSALTI ALLE BANCHE CITTADINE, ALLARME DELLA FABI. - ESCALATION DI RAPINE AGLI ISTITUTI BANCARI. 5

 

GIORNALE DI SICILIA CRONACA DI PALERMO VENERDI� 24/11/2006. 6

BDS E BANCA DI PALERMO. DUE RAPINATORI PORTANO VIA SETTEMILA EURO DALL�AGENZIA DI VIA EMERICO AMARI, POCO DOPO ALTRI TRE NE RAZZIANO 15 MILA IN VIA VILLAREALE. INDAGA LA POLIZIA. - BANDITI SCATENATI, NUOVI RAID IN CENTRO. DUE BANCHE ASSALTATE NEL GIRO DI TRE ORE. - DAL SINDACATO FABI LA RICHIESTA DI UNO �SFORZO STRAORDINARIO� PER INTENSIFICARE LA SORVEGLIANZA. 6

 

LA REPUBBLICA Pagina VIII - Palermo VENERD�, 24 NOVEMBRE 2006. 7

L�ALLARME - Irruzione armata al Bds di via Emerico Amari. In via Villareale un impiegato minacciato con un taglierino - Raid in centro, assaltate due banche - I sindacati di settore "L�emergenza rapine � stata sottovalutata Servono pi� agenti" 7

 

IL DENARO 24-11-2006. 8

aziende in crisi - Sciopero alla T-Systems: contratto, salta il rinnovo. Deutsche Telekom tratta. 8

 

�VareseNotizie.net�- Varese � Gioved�, 23 Novembre 2006. 8

FUSIONI BANCARIE: Documento della Fabi su Intesa-Cr�dit Agricole. 8

 

LA SICILIA 24 11 2006. 9

Rapinate altre 2 banche nuovo allarme della Fabi 9

 

VARESE NEWS Mercoledi 22 Novembre 2006. 9

Varese - Le sedi storiche non passeranno al Cr�dit Agricole, mentre cambier� insegna la filiale ex Cariplo di via Quintino Sella a Busto Arsizio - Banca Intesa resta sotto al "Bernascone" 9

 

CORRIERE DELLA SERA/Economia luned� 27 novembre 2006. 11

Il doppio Iozzo, pubblico e privato. 11

 

CORRIERE DELLA SERA/Economia luned� 27 novembre 2006. 11

Contraddizioni Il Paese di Maastricht - In Olanda non vale il biglietto da 500 euro. 11

 

CORRIERE DELLA SERA/Economia luned� 27 novembre 2006. 12

Geografia del potere Il futuro dei poli � al bivio: uno spirito di conquista che scuota il sistema oppure la ricerca di una stabilit�. Armata - Il nuovo salotto buono? Ha tre divani - Intesa-Sanpaolo, Unicredit-Hvb e Mediobanca-Generali dettano nuovi equilibri a finanza (e industria) 12

 

CORRIERE DELLA SERA/Economia luned� 27 novembre 2006. 14

Finanza internazionale - E adesso anche il Bbva punta sul �corporate� made in Italy. 14

 

CORRIERE DELLA SERA/Economia luned� 27 novembre 2006. 14

A parlare di welfare vengono i brividi e spesso la risposta ... 14

 

CORRIERE DELLA SERA/Economia luned� 27 novembre 2006. 15

Servizi Con i tagli imposti da Bankitalia e Antitrust gli istituti di credito accorciano le distanze. Per tassi e prestiti per� la differenza resta - L�effetto Draghi bussa alla Posta - Da gennaio ridotti i costi di trasferimento titoli. Ma su bonifici online e bollette vince la banca. 15

 

CORRIERE DELLA SERA/Economia luned� 27 novembre 2006. 18

U na cosa � ormai certa: la comunicazione finanziaria ... 18

 

CORRIERE DELLA SERA/Economia luned� 27 novembre 2006. 18

Tasse Chi vince e chi perde se entrambi i genitori lavorano - La nuova Irpef? Gioca a coppie - Gli sgravi dipendono dalle entrate totali del nucleo familiare. Che non deve superare i 55-60.000 euro. 18

 

CORRIERE DELLA SERA/Economia luned� 27 novembre 2006. 19

Previdenza integrativa Il Tfr si potr� trasferire anche ai fondi aperti - Chi vince al ballo della pensione - ra rendita pi� alta e pi� bassa lo scarto pu� arrivare al 70%. Ecco i campioni di generosit�. 19

 

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2006-11-27 num: - pag: 15. 21

Grandi (Ds): sgravi Irpef dal 2008. Morgando (Margherita): possibili gi� l'anno prossimo - Tasse, nella maggioranza ora scatta la rincorsa ai tagli - Manovra al via in Senato. Padoa-Schioppa a cena da Prodi 21

 

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2006-11-27 num: - pag: 15. 22

I SINDACATI - Bonanni a Rutelli: su pensioni e lavoro trattiamo. 22

 

LA REPUBBLICA luned� 27 novembre 2006. 23

"Liberalizzate, o resterete indietro" - La ricetta dei Nobel per l�Italia: riformare scuola, lavoro e pensioni - I "consigli" degli studiosi da domani a Venezia su invito di Telecom Colloquia - Analisi comuni. Solo sulla moneta unica Heckman dice "� stata una cattiva idea" 23

 

LA REPUBBLICA luned� 27 novembre 2006. 23

JAMES J. HECKMAN - "Deregulation obbligatoria meno Stato nell�economia" - Vi muovete nella giusta direzione, ma sempre troppo lentamente rispetto alle necessit�. 23

 

LA REPUBBLICA luned� 27 novembre 2006. 24

Venerd� le assemblee per la fusione. Tiene banco il nodo dell�incompatibilit� del presidente della Cdp - Intesa-Sanpaolo, il caso Iozzo sul tavolo della Compagnia. 24

 

LA REPUBBLICA luned� 27 novembre 2006. 25

IL CASO - Lo scontro per i vertici dell�Anasf, confermato Conti Nibali - Promotori finanziari Fideuram batte Generali 25

 

IL GIORNALE luned� 27 novembre 2006. 25

Liberalizzazioni e pensioni Altol� di D�Alema a Rutelli 26

 

LA STAMPA luned� 27 novembre 2006. 26

SE LE BANCHE SI FANNO LA BORSA IN CASA. 26

LA STAMPA luned� 27 novembre 2006. 27

L�INDAGINE DELL�AUTHORITY SUI CELLULARI - La ricarica non conviene pi� - Ai gestori telefonici i soldi della tassa di concessione e la sicurezza dell�incasso. 27

 

LA STAMPA luned� 27 novembre 2006. 28

Il subcomandante dei risparmiatori - Elio Lannutti, presidente Adusbef, lotta contro i soprusi - Ma non � bastato per farsi eleggere in Parlamento. 28

 

LA STAMPA luned� 27 novembre 2006. 30

E-COMMERCE - Acquisti su Internet - Ecco come evitare le truffe e i furti 30

 

LA STAMPA luned� 27 novembre 2006. 31

IL RISIKO BANCARIO - Si muove l�Mps: nozze assicurate. 31

 

LA STAMPA luned� 27 novembre 2006. 32

IL NOME & L�AFFARE - A Faissola dimostrare che l�Abi c�� ancora. 32

 

LA STAMPA luned� 27 novembre 2006. 32

Al guidatore serve la doppia assicurazione. 32

 

LA STAMPA luned� 27 novembre 2006. 33

Unicredit schiera una barriera di certificati - Novembre � stato molto effervescente dal punto di vista delle emissioni di certificati di investimento in Piazza Affari. 33

 

-Oscar Wilde- 33

Per acquistare popolarit� bisogna essere una mediocrit�. 33

 

Return

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Return

 

LA PROVINCIA PAVESE SABATO, 25 NOVEMBRE 2006

Un intenso confronto sul ruolo degli istituti di credito - Banche e sviluppo del territorio �Sul futuro siamo troppo divisi�

PAVIA. �Tutela del risparmio e sviluppo del territorio, per un ruolo socialmente responsabile delle banche�: questo il titolo dell�interessante convegno che si � tenuto la sera di gioved� scorso nella sala Santa Maria Gualtieri, in piazza della Vittoria. Una tavola rotonda con un progetto impegnativo da affrontare in poche ore, ma sollecitato dai numerosi cambiamenti vissuti dal sistema bancario negli ultimi anni. Cambiamenti che hanno provocato il rischio dell�aumento della sfiducia dei consumatori (oltre a vicende di spessore strettamente giudiziario) e dello scollamento tra banche e territorio locale. Moderatore della serata � stato Jean Marie Del Bo, giornalista del quotidiano finanziario milanese �Sole 24 Ore�.

Presenti all�incontro, tra gli altri, il presidente della Provincia Vittorio Poma, l�assessore comunale alle Attivit� produttive Franco Sacchi, il presidente della banca regionale Europea (Bre) Mario Cera, il segretario nazionale del sindacato autonomo bancari (Fabi). �Il tema della serata - ha detto Poma - pone al centro il modo in cui una banca si rapporta con i clienti e si correla con il territorio. E questi due aspetti devono essere uniti dal codice di comportamento della banca stessa. Un istituto di credito, infatti, deve sempre agire con chiarezza e completezza informativa. Perch� solo cos� si pu� instaurare un rapporto di fiducia con i clienti, sia privati sia pubblici, basato anche su valori etici. E uno di questi valori � l�importanza che la banca d� al denaro come strumento di scambio, in modo che l�investimento non venga fatto solo per la crescita della ricchezza, ma anche per il progresso e la crescita sociale�. L�assessore Sacchi, invece, ha parlato delle caratteristiche economiche del territorio pavese. �Pavia - ha detto - ha tre citt� in una: una anziana con la pancia piena; una fatta di gente con la pancia vuota, ma senza le risorse per aiutarsi; una che prende il treno con la valigetta da lavoro. A questa situazione umana, si aggiungono poi grandi doti e risorse territoriali e ambientali. E due grandi motori di sviluppo come l�universit� e il sistema sanitario. In tutto ci�, le banche hanno un grande ruolo nel supportare le politiche di sviluppo�.

Il presidente della �Bre� Mario Cera, da parte sua, ha constatato come nel territorio pavese �ci siano alcuni problemi che ostacolano lo sviluppo della provincia. Tra questi la costante tendenza alla separatezza, che provoca la difficolt� di coesione tra i vari attori economici. Altro freno � poi la difficolt� a produrre impresa. Ma per evitare di essere nel futuro solo un quartiere di Milano, Pavia deve diventare una citt� di opportunit� economiche. In questo senso, la Banca regionale europea ha sempre svolto e svolge tuttora un ruolo socialmente responsabile�.

Return

 

LUCE OnLine.org - domenica 26/11/2006

Superbanca prealpina in campo - Con la fusione tra la bergamasca Bpu e la bresciana Banca Lombarda nasce il quarto gruppo del credito in Italia. Una galassia in cui ci sono molte realt� varesine Dal sindacato segnali di preoccupazione. Se la Fabi punta il dito contro gli esuberi, la Fisac Cgil dice che spesso il vecchio continua dietro nuove sigle

di: Andrea Giacometti

� il quarto gruppo bancario italiano per sportelli (quasi duemila), la pi� grande banca dell�operosa Lombardia, un tassello insostituibile nella realizzazione di un prezioso arco bancario prealpino. Grande regista dell�intera operazione, la Bpu, grande gruppo creditizio con sede a Bergamo, che negli ultimi anni ha fagocitato alcune delle pi� importanti realt� bancarie �made in Varese�: nel gruppo orobico confluirono, nel 2003, il Credito Varesino e la Banca Popolare di Luino e Varese. Ora � la volta delle nozze tra la potente Bpu e la Banca Lombarda (l�ex banco di Brescia), grande fusione bancaria che non fa che seguire altre tre operazioni in grande stile che si sono verificate nel ricco Nord Italia: San Paolo Imi-Banca Intesa realizzata sull�asse Torino-Milano, Bpvn (Banca Popolare di Verona-Novara) e Bpi (Banca Popolare Italiana, di Lodi), Veneto Banca e Popolare di Intra. A proposito del matrimonio pi� recente, quello tra Bpu e Banca Lombarda, esso � il risultato di una tessitura lunga e complessa. La Superpopolare con radici a Bergamo e Brescia non sar� guidata da un consiglio d�amministrazione, ma avr� una struttura duale, composta da un consiglio di sorveglianza e da un comitato di gestione. Tale struttura garantir� la presidenza dell�uno alla componente bresciana e dell�altro alla Bpu: per fare nomi e cognomi, a dirigere il consiglio sar� Gino Trombi, gi� presidente della Lombarda, mentre Emilio Zanetti, presidente Bpu, terr� il timone del comitato. Difficile prevedere conseguenze e ricadute di questa fusione per il nostro territorio provinciale. Gi� si era alleggerito il suo peso specifico in seguito all�operazione Bpu, ma ora rischia di subire un�ulteriore riduzione all�interno della nuova Superpopolare, dove incontrastati dominano i due poli di Brescia e Bergamo. Un processo di sradicamento che il vertice Bpu aveva tentato di arginare attraverso la nascita di una fondazione, in grado di intercettare e comunicare le esigenze del tessuto locale al vertice bancario, anche se alla prova dei fatti questa fondazione si � rivelata scarsamente incisiva. Ora, a margine della pi� recente fusione prealpina, si torna a parlare di uno strumento analogo, con analoghe funzioni, per garantire il presidio del territorio. Vedremo.

Return

 

LA SICILIA � PALERMO � PRIMA PAGINA � SABATO 25 NOVEMBRE 2006

SICUREZZA: SONO IN AUMENTO DEL 10% GLI ASSALTI ALLE BANCHE CITTADINE, ALLARME DELLA FABI. - ESCALATION DI RAPINE AGLI ISTITUTI BANCARI.

Leone Zingales

Una vera e propria escalation di rapine in banca e negli uffici postali sta mettendo a dura prova gli apparati anti-crimine della forze dell'ordine (aumento del 10% rispetto al periodo del 2005). Dall'1 gennaio al 30 settembre scorso sono state commesse in provincia di Palermo 42 rapine in banca mentre per quel che concerne gli assalti agli uffici postali, dall'1 gennaio al 31 luglio scorso ne sono state registrate 11. Il numero preoccupanti di assalti agli istituti bancari, ha spinto la Fabi, il sindacato maggiormente rappresentativo del settore bancario, ad effettuare uno studio approfondito del fenomeno. �Dallo studio - ha affermato Gabriele Urz� Rappresentante della Sicurezza della Fabi - emergono dati interessanti. Tra rapine a mano armata, col buco, con scasso a partire dal 2004 aumentano tutti i colpi in banca: 256 in pi� dell'anno precedente. Tanti, troppi�.

Secondo gli ultimi dati ufficiali forniti dall'ABI fino al dicembre del 2004, le rapine in banca sono passate, su tutto il territorio nazionale, dalle 2.427 del 2003, alle 2.683 del 2004. Il dato pi� alto dal 1999. Un vero record europeo. Siamo secondi solo alla Danimarca. Diminuisce, invece, l'importo medio del "bottino": nel 2002 ogni colpo fruttava in media 52,6 milioni di lire, 22.700 euro nel 2003 e 21 mila nel 2004.

�Questa non � comunque una nota positiva ma il calo - ha continuato Urz� - � dovuto al mutamento del rapinatore tipo: un tempo bande ben organizzate, oggi anche solitari criminali�.

Gli orari �a rischio rapina�, secondo quanto riscontrato dalla Fabi, sono quelli compresi nella fascia dalle 8,30 alle 11,00 (il 29,6% del totale) e dalle 11 alle 13,30 (ben il 41,2 % del totale) e le giornate pi� a rischio sono quelle del luned� e del venerd�, oltre ovviamente a quelle legate a particolari scadenze. L'Abi non ha ancora comunicato i dati del 2005.

E i dati del 2006, ricavati dalla FABI, non sono assolutamente in controtendenza, soprattutto in Sicilia.

�L'escalation dei crimini ci preoccupa molto - ha continuato Urz� - e non bastano gli incontri tra prefetto, questore, comandante provinciale dei Carabinieri, sindacalisti e rappresentati delle Banche, che hanno portato a Palermo alla sottoscrizione di un Protocollo Provinciale sulla Sicurezza definito il 13 dicembre 2005. Non basta. L'Abi punta molto sulla diffusione dei sistemi biometrici per incentivare la sicurezza. Forse in futuro, per entrare in banca, dovremo sottoporci alla lettura delle impronte digitali o perfino alla scansione dell'iride. Ribadiamo l'importanza dei vigilantes: dai dati in nostro possesso emerge che delle agenzie rapinate o oggetto di tentata rapina l'11,2% era provvisto di metronotte. Ci� significa che su cento rapine o tentate rapine i rapinatori nell'88 % dei casi hanno preso di mira filiali non presidiate dalle guardie giurate�.�Il periodo festivo del prossimo mese di dicembre - ha concluso Urz� - ci porta a fare delle considerazioni al riguardo. E' un mese particolarmente a rischio in quanto circolano molti soldi e i rapinatori sono pi� attivi che mai. Occorre che le banche si attrezzino ad implementare i sistemi di sicurezza, come di recente ha fatto il Banco di Sicilia che ha sottoscritto un ottimo accordo con le organizzazioni sindacali per aumentare sensibilmente (circa il 70%) la sorveglianza armata�.

Return

 

GIORNALE DI SICILIA CRONACA DI PALERMO VENERDI� 24/11/2006.

BDS E BANCA DI PALERMO. DUE RAPINATORI PORTANO VIA SETTEMILA EURO DALL�AGENZIA DI VIA EMERICO AMARI, POCO DOPO ALTRI TRE NE RAZZIANO 15 MILA IN VIA VILLAREALE. INDAGA LA POLIZIA. - BANDITI SCATENATI, NUOVI RAID IN CENTRO. DUE BANCHE ASSALTATE NEL GIRO DI TRE ORE. - DAL SINDACATO FABI LA RICHIESTA DI UNO �SFORZO STRAORDINARIO� PER INTENSIFICARE LA SORVEGLIANZA.

I rapinatori di banca tornano in azione in grande stile. Ieri mattina hanno firmato due colpi, prendendo di mira il Banco di Sicilia di via Emerico Amari e la Banca di Palermo di via Villareale. Assalti che hanno fruttato rispettivamente 7 mila e 15 mila euro. Sui due colpi indaga la polizia, che ha gi� ascoltato impiegati degli istituti di credito e testimoni.

II primo allarme alla centrale operativa della questura � arrivato intorno alle 10,30, quando due banditi con i volti coperti da calzamaglie ma non armati hanno fatto irruzione nell'agenzia del Bds. I malviventi hanno minacciato gli impiegati e hanno preso i soldi custoditi nelle casse, circa 7 mila euro. Arraffato il bottino, i due hanno guadagnato l'uscita e si sono dati alla fuga. Sul posto poco dopo sono giunti gli agenti delle volanti e gli esperti della scientifica, oltre agli uomini della squadra mobile. Nella banca � stato compiuto un lungo sopralluogo per andare a caccia di tracce utili per risalire agli autori del colpo. Mentre i poliziotti erano alle prese con gli accertamenti sul colpo al Banco di Sicilia, alle 13,45 � stato lanciato il nuovo allarme dalla Banca di Palermo di via Villareale. A entrare in azione tre banditi. In base a una prima ricostruzione dei fatti, i rapinatori hanno segato l'inferriata di una finestra nella stanza dell'archivio dell'ufficio e sono piombati all'interno. I tre, con i volti coperti da calzamaglie, hanno sorpreso gli impiegati e si sono fatti consegnare i soldi, circa 15 mila euro. Dopo avere sistemato le banconote in alcuni sacchi di tela, sono scappati uscendo dall'ingresso principale. Poco dopo sono arrivati gli investigatori, che si sono messi subito al lavoro. Ripetendo gli accertamenti gi� compiuti alcune ore prima nell'agenzia di via Emerico Amari.

I due assalti di ieri mattina, in istituti di credito che si trovano in pieno centro, in un'area della citt� costantemente vigilata dalle forze dell'ordine, allungano la lista dei colpi in banca. Un fenomeno che spinge ancora una volta il sindacato dei bancari Fabi, impegnato da mesi in una vertenza sulla sicurezza, a prendere posizione. �Occorre uno sforzo straordinario delle forze dell'ordine e delle istituzioni visto l'acuirsi di fenomeni criminosi a danno di banche, uffici postali e esercizi commerciali - dicono Gabriele Urz� e Giuseppe Angelini della Fabi. Stupisce il fatto che si verifichino episodi criminosi con una facilit� estrema e ad opera, oltre che di rapinatori professionisti, anche di delinquenti comuni, forse pi� pericolosi. Nonostante tutti si affrettino a sottovalutare l'effetto indulto, basta guardare le cronache giornaliere per rendersi conto che certamente tale provvedimento non ha giovato alla sicurezza pubblica�. V. F.

Return

 

LA REPUBBLICA Pagina VIII - Palermo VENERD�, 24 NOVEMBRE 2006

L�ALLARME - Irruzione armata al Bds di via Emerico Amari. In via Villareale un impiegato minacciato con un taglierino - Raid in centro, assaltate due banche - I sindacati di settore "L�emergenza rapine � stata sottovalutata Servono pi� agenti"

In centro e a colpo sicuro. Sono stati velocissimi i rapinatori che ieri sono entrati in azione prima al Banco di Sicilia di via Emerico Amari e poi alla Banca di Palermo di via Villareale. Il primo colpo, che ha messo in allerta polizia e carabinieri � stato messo a segno pochi minuti dopo le 10. Noncuranti della presenza della Guardia di finanza, in servizio sia all�ingresso del porto che nella caserma in prossimit� della filiale 3 del Banco di Sicilia, due rapinatori con il volto coperto da passamontagna si sono introdotti all�interno dell�agenzia. Hanno minacciato clienti e impiegati ai quali hanno detto di essere armati. La coppia � riuscita a prendere 7 mila euro e poi � fuggita a bordo di uno scooter Honda Sh 50 in direzione di via Crispi. La presenza della videosorveglianza e un sistema di controllo on line collegato con la sala sicurezza del Bds, ha consentito di dare l�allarme immediato. Tuttavia le ricerche non hanno dato esito.

L�altra rapina � avvenuta intorno alle 13,30. Tre banditi armati di tagliabalsa hanno assaltato la succursale della Banca di Palermo di via Villareale. Il terzetto � entrato nell�istituto di credito dopo aver segato le sbarre antirapina di una piccola finestra situata alle spalle dell�edificio. Uno dei banditi ha preso in ostaggio uno degli impiegati, puntandogli un tagliabalsa alla gola e costringendo i presenti a rimanere immobili. Intanto gli altri due complici prendevano dalle casse denaro contante per 15 mila euro.

Duro l�attacco dei sindacati di settore. �� urgente l�attivazione di tutte le misure concordate tra osservatorio sulla sicurezza e azienda, relative all�implementazione e al rafforzamento delle guardie armate, all�estensione del sistema di video sorveglianza, al completamento delle difese perimetrali delle filiali. � altrettanto urgente, tuttavia, che lo Stato e le sue istituzioni si riapproprino del pieno controllo del territorio - dicono Francesco Re, coordinatore Fisac Cgil e Elia Randazzo della segreteria coordinamento Fiba Cisl - Non � pi� differibile il rafforzamento delle forze dell�ordine dedicate al controllo del territorio cos� come una maggiore disponibilit� per tali fini di mezzi e risorse. La politica e le istituzioni riservino alla conclamata emergenza Palermo un�attenzione e un impegno concreto, nelle sedi pertinenti, almeno pari a quella che hanno recentemente mostrato di voler mettere in campo per le altre citt� del nostro paese�.

Dello stesso parere Gabriele Urz� rappresentante della Sicurezza Fabi e Giuseppe Angelini dell�Osservatorio sicurezza BdS: �Occorre uno sforzo straordinario delle forze dell�ordine e delle istituzioni visto l�acuirsi di fenomeni criminosi a danno di banche, uffici postali e esercizi commerciali. Stupisce il fatto che si verifichino episodi criminosi con una facilit� estrema a opera sia di rapinatori professionisti che di delinquenti comuni, forse anche pi� pericolosi�.

Return

 

IL DENARO 24-11-2006

aziende in crisi - Sciopero alla T-Systems: contratto, salta il rinnovo. Deutsche Telekom tratta

Napoli - I trentacinque dipendenti assunti a tempo indeterminato e i circa dieci tra consulenti e contratti atipici della sede napoletana della T-Systems Italia (gruppo Deutsche Telekom) scioperano luned� prossimo �per difendere i posti di lavoro, per un piano industriale credibile e realistico, che valorizzi le professionalit� e che garantisca prospettive future a livello occupazionale e salariale contro il pericolo della frammentazione, per difendere un�azienda giovane e competitiva dalle grandi potenzialit� e per dire basta all�attuale vuoto decisionale�. E� quanto si legge in una nota diffusa dalle organizzazioni sindacali della societ� delle sigle Fiba/Cisl, Fabi, Fisac/Cgil e Uilca, che indicono lo sciopero anche con l�astensione dal lavoro straordinario e dalla reperibilit� fino al prossimo 29 novembre compreso. I motivi dell�agitazione sono due, spiega Gianfranco Dentale, Rsu Uilca di Napoli: �Il primo, di natura strutturale, risiede nell'estrema competitivit� sui costi dei servizi che eroghiamo, competitivit� che si cerca di raggiungere delocalizzando e comprimendo il costo del lavoro precarizzandone i rapporti. Il secondo, invece, � contingente. L'accordo tra Banca Intesa e Sanpaolo-Imi ha fatto saltare il rinnovo del nostro principale contratto, mettendo a rischio la sopravvivenza della nostra azienda. Ci� rappresenta per la sede di Napoli - continua Dentale - un duplice rischio, attuale e futuro: la perdita attuale di occupazione e il rischio di essere risucchiati nuovamente nel calderone della cattiva occupazione, unica accessibile in citt�, o della gi� sperimentata emigrazione�. L'et� media degli addetti di T-Systems Italia � molto bassa e la scolarit� elevata e il percorso professionale di quasi tutti vede lunghe esperienze dei lavoratori lontano da Napoli, situazione che potr� ripresentarsi presto, temono i dipendenti. Questo anche perch� Deutsche Telekom sta valutando la fusione della sua unit� specializzata in servizi alle aziende, T-Systems appunto, con il fornitore di servizi It francese Atos Origin o con un'altra azienda, secondo quanto scrive nei giorni scorsi il Financial Times Deutscheland. Il giornale dice che la capogruppo tedesca sta trattando anche con altri potenziali partner, tra cui CapGemini ed Eds.

Return

 

�VareseNotizie.net�- Varese � Gioved�, 23 Novembre 2006

FUSIONI BANCARIE: Documento della Fabi su Intesa-Cr�dit Agricole

Varese, 23 novembre 2006 � La Fabi di Varese, sindacato dei bancari, ha diffuso il seguente comunicato in merito alle conseguenze occupazionali della fusione Intesa-San Paolo: �Orizzonte pi� chiaro sul fronte della cessione di sportelli di Banca Intesa al Cr�dit Agricole. E� di oggi, infatti, la risposta dell�Amministratore Delegato Corrado Passera alla Banca francese, che nell�elenco originario delle sue richieste includeva filiali situate su importanti piazze storiche per Cariplo, Comit ed Ambroveneto. Dipendenti e Clienti della sede ex Cariplo di Piazza San Vittore a Varese e della filiale di piazza V. Veneto a Caronno Pertusella, possono tirare un sospiro di sollievo: uffici e sportelli, sulle due piazze, non risultano pi� tra quelli da cedere, figurano invece in un altro elenco, insieme ad altre 25 filiali sottratte alle velleit� francesi. Stando quindi alle ultime, e ormai pare certo, sotto il �Bernascone� continuer� ad illuminarsi l�insegna di Banca Intesa, sulla sede storica che ancora tutti ricordano come Cariplo, mentre cambier� insegna la filiale ex Cariplo di via Quintino Sella a Busto Arsizio, che sar� ceduta insieme alle altre due, della stessa piazza, gi� segnalate.La rivisitazione dell�elenco di 193 filiali, originariamente chieste dal Cr�dit Agricole, ha portato a 202 il numero totale delle agenzie cedute, poich� a fronte di 27 filiali non cedibili, ne saranno vendute altre 36, interessando maggiormente le aree di Napoli, Torino e Liguria. La Fabi, dopo aver purtroppo registrato tante voci contrastanti, nelle ultime settimane, esprime soddisfazione per questo segnale di certezza che viene dato dalla Banca e che porta quella dovuta e attesa serenit� ai colleghi sul posto di lavoro ed ai clienti, che insieme e sempre pi� frequentemente chiedono sicurezze sul destino della propria banca. Con l�elencazione definitiva delle agenzie oggetto di scambio, si apre, per il sindacato, la delicata fase di studio e ricerca contrattata delle migliori tutele per le Lavoratrici ed i Lavoratori coinvolti. La Fabi si pone in prima linea, insieme ai Colleghi, per costruire un percorso accettabile e condiviso che porter� all�integrazione con Cariparma, evento che si svilupper� nel corso del 2007�.

Return

 

LA SICILIA 24 11 2006

Rapinate altre 2 banche nuovo allarme della Fabi��

Due banche sono state rapinate ieri in poche ore nel centro di Palermo. Il primolo 'colpo' in mattinata: due banditi hanno razziato il denaro contenuto nelle casse dell'agenzia del Banco di Sicilia di via Emerico Amari e sono poi fuggiti a piedi in direzione di via Crispi.

Nel pomeriggio tre banditi armati di tagliabalsa hanno rapinato invece la succursale della Banca di Palermo di via Villareale e hanno portato via denaro contante per 15 mila euro.

Il terzetto � entrato nell'istituto di credito attraverso una piccola finestra situata alle spalle dell'edificio.

�Occorre uno sforzo straordinario delle Forze dell'ordine e delle istituzioni visto l'acuirsi di fenomeni criminosi a danno di banche, uffici postali e esercizi commerciali - hanno detto Gabriele Urz� rappresentante della Sicurezza Fabi e Giuseppe Angelini dell'Osservatorio sicurezza BdS -. Stupisce il fatto che si verifichino episodi criminosi con una facilit� estrema e ad opera, oltre che di rapinatori professionisti anche di delinquenti comuni, forse pi� pericolosi�. �Nonostante tutti si affrettino a sottovalutare l'effetto indulto - continuano Urz� e Angelini -, basta guardare le cronache giornaliere per rendersi conto che certamente tale provvedimento non ha giovato alla sicurezza pubblica�.

Leone zingales

Return

 

VARESE NEWS Mercoledi 22 Novembre 2006

Varese - Le sedi storiche non passeranno al Cr�dit Agricole, mentre cambier� insegna la filiale ex Cariplo di via Quintino Sella a Busto Arsizio - Banca Intesa resta sotto al "Bernascone"

Orizzonte pi� chiaro sul fronte della cessione di sportelli di Banca Intesa al Cr�dit Agricole. E� di oggi, infatti, la risposta dell�Amministratore Delegato Corrado Passera alla Banca francese, che nell�elenco originario delle sue richieste includeva filiali situate su importanti piazze storiche per Cariplo, Comit ed Ambroveneto.

Dipendenti e Clienti della sede ex Cariplo di Piazza San Vittore a Varese e della filiale di piazza V. Veneto a Caronno Pertusella, possono tirare un sospiro di sollievo: uffici e sportelli, sulle due piazze, non risultano pi� tra quelli da cedere, figurano invece in un altro elenco, insieme ad altre 25 filiali sottratte alle velleit� francesi.

Stando quindi alle ultime, e ormai pare certo, sotto il �Bernascone� continuer� ad illuminarsi l�insegna di Banca Intesa, sulla sede storica che ancora tutti ricordano come Cariplo, mentre cambier� insegna la filiale ex Cariplo di via Quintino Sella a Busto Arsizio, che sar� ceduta insieme alle altre due, della stessa piazza, gi� segnalate.

La rivisitazione dell�elenco di 193 filiali, originariamente chieste dal Cr�dit Agricole, ha portato a202 il numero totale delle agenzie cedute, poich� a fronte di 27 filiali non cedibili, ne saranno vendute altre 36, interessando maggiormente le aree di Napoli, Torino e Liguria.

La Fabi, dopo aver purtroppo registrato tante voci contrastanti, nelle ultime settimane, esprime soddisfazione per questo segnale di certezza che vienedato dalla Banca e che porta quella dovuta e attesa serenit� ai colleghi sul posto di lavoro ed ai clienti, che insieme e sempre pi� frequentemente chiedono sicurezze sul destino della propria banca.

Con l�elencazione definitiva delle agenzie oggetto di scambio, si apre, per il sindacato, la delicata fase di studio e ricerca contrattata delle migliori tutele per le Lavoratrici ed i Lavoratori coinvolti.

La Fabi si pone in prima linea, insieme ai Colleghi, per costruire un percorso accettabile e condiviso che porter� all�integrazione con Cariparma, evento che si svilupper� nel corso del 2007.

Return

 

GIORNALE DI SICILIA � MERCOLEDI� 22 NOVEMBRE 2006 � CRONACA DI PALERMO � PRIMA PAGINA - FILIALE DI VIA LI BASSI � L�UOMO ERA STATO FERMATO SOTTO CASA E CARICATO SU UN FURGONE. RILASCIATO POCO DOPO.- BDS: DIRETTORE SEQUESTRATO. UN MALORE, IL COLPO FALLISCE.

Tre banditi lo avevano sequestrato per strada e poi a forza infilato in un furgone. Ma il suo cuore non ha retto allo stress. Ha avuto un malore e stava per perdere i sensi. Una rapina pu� ucciderti non solo con il piombo, ma anche con un infarto.

Questo ha rischiato ieri mattina il giovane direttore della filiale bunker del Banco di Sicilia di via Li Bassi, al Villaggio Santa Rosalia. Un commando di malviventi lo ha sequestrato sotto casa, costringendolo a salire a bordo di un Fiorino. L'obiettivo era il denaro custodito nel forziere della banca. Ma l'uomo a causa della forte emozione si � sentito male ed i banditi hanno temuto il peggio. Tra l'altro qualcuno aveva visto il sequestro di persona e aveva gi� dato l'allarme, in zona si sentivano gi� le prime sirene e un elicottero si era alzato in volo. Tutti particolari che hanno convinto la banda a mollare l'ostaggio ed a fuggire. Per il direttore momenti di vero terrore e fino a tarda sera � rimasto in ospedale per accertamenti.

Un assalto andato a monte, ma che rilancia ancora una volta l�emergenza rapine in citt�. La filiale del Banco di via Li Bassi, dopo una serie di assalti anche violenti, in seguito alle pressioni dei sindacati dei bancari � stata dotata di nuovi sistemi di sicurezza ed � presidiata da un metronotte. Rapinarla non � un gioco da ragazzi e per questo i banditi hanno studiato un piano alternativo. II sequestro del direttore doveva consentirgli di mettere le mani sul malloppo, senza affrontare guardie giurate e allarmi sofisticati. Secondo la ricostruzione della polizia, il commando � entrato in azione pochi minuti prima delle 8 quando il direttore � sceso dalla sua abitazione ed a bordo di uno scooter si � diretto verso la filiale. I banditi lo aspettavano al varco. In via Ferdinando Di Giorgi, nei pressi di viale Regione Siciliana all'altezza dell'Uditore, i malviventi hanno bloccato il dirigente. Erano in tre, uno impugnava una pistola. Lo hanno costretto a scendere dal motorino e lo hanno spinto dentro il vano di carico di un furgoncino. Gli hanno puntato la rivoltella, intimandogli di non urlare. Ma qualcuno ha notato la scena. Un passante ha visto il sequestro per strada, con l'ostaggio caricato a bordo del �Fiorino� ed ha dato l'allarme al 113. La segnalazione � stata smistata alle volanti in zona, si � alzato in volo un elicottero e dentro il furgoncino la situazione � precipitata. Il bancario si � sentito male, ha cercato di chiedere aiuto, forse ha sentito anche il suono martellante delle sirene della polizia. Ha rischiato di morire di crepacuore. I banditi hanno capito che non bluffava, la polizia stava per stringere il cerchio e cos� hanno mollato l'ostaggio. Un complice � fuggito a bordo dello scooter del bancario, gli altri si sono impossessati della sua borsa ed hanno fatto perdere le tracce. L G.

I SINDACATI � �E� EMERGENZA SERVONO SFORZI MAGGIORI�.

�L'ennesimo tentativo di rapina ripropone il problema del rischio nelle filiali degli istituti di credito�. Lo dice Elia Randazzo della Fiba-Cisl del Banco di Sicilia. Secondo Francesco Re della Fisac-Cgil �a tutela della sicurezza, bisogna attivare un tavolo permanente di confronto tra associazioni di categoria, istituzioni e forze dell'ordine�. Per Gabriele Urz�, rappresentante della sicurezza FABI e Giuseppe Angelini, dell'osservatorio sicurezza BdS, �occorre uno sforzo straordinario delle forze dell'ordine e delle istituzioni visto l'acuirsi di assalti ai danni di banche, uffici postali e esercizi commerciali�.

Return

 

CORRIERE DELLA SERA/Economia luned� 27 novembre 2006

Il doppio Iozzo, pubblico e privato

DI NICOLA SALDUTTI

La formula scelta dalla Compagnia di San Paolo � inappuntabile: �Non incompatibile�. Alfonso Iozzo, nei giorni scorsi, � stato nominato presidente della Cassa Depositi e Prestiti, una sorta di cassaforte per lo Stato Italiano, che custodisce partecipazioni in societ� del calibro di Eni e Enel ed � destinata a diventare il motore dello sviluppo del territorio. Lo stesso Iozzo, attuale amministratore delegato del San Paolo-Imi, solo qualche ora prima era stato indicato nella lista per il Consiglio di Sorveglianza della nascente Intesa-San Paolo. Due incarichi ugualmente prestigiosi. Con qualche analogia e molte differenze. Cominciamo da queste ultime. La Cassa Depositi controllata al 70% dal ministero del Tesoro, quindi dallo Stato. Quindi � pubblica. Intesa-San Paolo vede invece nel suo azionariato Fondazioni e azionisti privati. Come dire: Iozzo si ritroverebbe a essere allo stesso tempo grand commis d�Etat e banchiere privato. Forse un po� troppo. E ora le analogie. Pur non essendo una banca, la Cassa Depositi svolge almeno tre mestieri di confine, a cominciare naturalmente dal finanziamento delle grandi opere. � poi grande azionista delle Poste (con il 35%) concorrente diretto delle banche su molti fronti e promotore di un maxi-fondo di private equity, Galaxy. Senza scomodare il conflitto d�interessi, in ogni caso ci sarebbe troppo da fare per i due padroni.

Return

 

CORRIERE DELLA SERA/Economia luned� 27 novembre 2006

Contraddizioni Il Paese di Maastricht - In Olanda non vale il biglietto da 500 euro

Amsterdam, luned� 20 novembre 2006, ore 11. Un italiano entra al 23 di Leidseplein, una delle piazze pi� centrali della citt� olandese, nella filiale della Abn Amro. Alla solerte dipendente della banca che gli si fa incontro, spiega il suo problema: da giorni ha in tasca una banconota da 500 euro che non riesce a spendere. Nessun esercizio commerciale di Amsterdam, adducendo i pi� disparati motivi, accetta di essere pagato con quella. Nemmeno i grandi magazzini. Non resta, quindi, che cambiare la banconota da 500 euro in altre di tagli pi� piccoli. E dove, se non in banca? Dopo aver dispensato uno sguardo cortesemente sospettoso, la signora informa il malcapitato possessore di quella banconota che l�Abn Amro non cambia biglietti da 500 euro a chicchessia, e che per quella bisogna c�� un piccolo negozio di cambio appena fuori, la porta proprio attaccata a quella della banca.

Il cambista che gli � stato appena consigliato non fa una piega: sostituir� il biglietto da 500 euro con altri di taglio pi� piccolo, per� vuole il 4%. Ma siccome far pagare una regolare commissione sarebbe illegale, condiziona l�operazione all�acquisto di una carta telefonica da 20 euro. Il malcapitato rifiuta e ritorna in banca. La signora, mostrandosi sempre pi� cortesemente infastidita, spiega che per disposizioni superiori le banconote da 500 euro si cambiano soltanto ai correntisti dell�Abn Amro. Diversamente, ripete, c�� sempre il change all�angolo. Se invece si vuole evitare di pagare commissioni illegittime non c�� che una strada: rivolgersi alla Banca d�Olanda.

Come, alla Banca d�Olanda? Proprio cos�. A nulla serve sottolineare il fatto che la banconota da 500 euro � regolarmente emessa dalla Banca centrale europea ed ha corso legale in tutti i Paesi di Eurolandia. Il rifiuto � tassativo quanto grottesco. Come non ricordare che la moneta unica europea � nata proprio in un paesino olandese, Maastricht? E come dimenticare le dolorose bacchettate dell�ex ministro olandese Gerrit Zalm, che non voleva vedere l�Italia nella moneta unica nemmeno in cartolina? Naturalmente, nemmeno in hotel si accettano biglietti da 500 euro: non c�� la macchinetta per verificare se sono veri o falsi. Ma di fronte all�osservazione che nessuno, in quell�albergo, avrebbe fatto una piega vedendosi consegnare, anzich� un biglietto da 500 euro, dieci biglietti da 50, che com�� noto sono i pi� falsificati d�Europa, l�addetto della reception non sa cosa replicare. Vero � che la banconota 500 euro si vede cos� raramente in giro che in Spagna � stata ribattezzata El Bin Laden.

Ma a questo punto sorge il sospetto che venga emessa dalla Bce al solo scopo di agevolare gli spalloni che attraversano la frontiera svizzera con le valige piene di soldi. E il fatto che la consuetudine di non cambiare le banconote di grosso taglio sia applicata da tutte la altre banche olandesi non rende meno spontanea una domanda: l�Abn Amro, che ha conquistato l�Antonveneta fra gli squilli di tromba di chi (giustamente) invoca l�apertura delle frontiere europee, applicher� ora la stessa regola anche in Italia? Inutile dire che quella banconota da 500 euro � tornata in Italia, da dov�era partita, nel portafoglio del malcapitato, tenuta ben al riparo da occhi indiscreti. SERGIO RIZZO

Return

 

CORRIERE DELLA SERA/Economia luned� 27 novembre 2006

Geografia del potere Il futuro dei poli � al bivio: uno spirito di conquista che scuota il sistema oppure la ricerca di una stabilit�. Armata - Il nuovo salotto buono? Ha tre divani - Intesa-Sanpaolo, Unicredit-Hvb e Mediobanca-Generali dettano nuovi equilibri a finanza (e industria)

� ancora tra i pi� influenti protagonisti della finanza. Perci� quando si parla di lui scattano subito interrogativi e scenari: Antoine Bernheim � candidato a diventare vicepresidente del consiglio di sorveglianza del superpolo Intesa-Sanpaolo. Dunque: lascer� Generali? � stato �catturato� da Giovanni Bazoli? � in rotta con i francesi guidati da Vincent Bollor� che, da soci forti di Mediobanca, lo hanno voluto con determinazione alla guida del Leone? Ha ragione il Financial Times quando dice che Trieste senza il presidente francese potrebbe diventare preda del ciclone Axa? Era inevitabile. Bernheim del resto ha un�et� (82 anni) che non garantisce l�automatica conferma al vertice di Trieste. E negli ultimi tempi l�eventualit� di una sua sostituzione, in occasione della prossima assemblea di fine aprile, si � guadagnata le stesse probabilit� di una rinnovata permanenza per un altro triennio. Ma a sollevare i soliti interrogativi non � stata certo l�anagrafe, fattore sul quale in teoria i pi� sarebbero disposti a sorvolare in virt� del carisma, dell�esperienza e dell�influenza riconosciuti all�ex socio capitalista di Lazard. Bens� il significato che potrebbero avere sia un suo trasferimento da Trieste a Milano, sia un raddoppio di cariche cos� importanti.

In effetti per il momento non sembra esclusa alcuna possibilit�. Nel senso che Bazoli, deciso a inserire nel consiglio di sorveglianza (il primo di una big, quindi di per s� carico di valore anche �sistemico�) nomi di prestigio, si � naturalmente rivolto a Bernheim, presidente del maggior socio industriale del nuovo aggregato bancario. La carica offerta, che non ha precisamente peso operativo, � insomma quasi un atto dovuto. Anche in relazione al fatto che per il momento il Leone non ha ancora ottenuto granch� sul piano dell�accordo di bancassurance che da tempo lega la compagnia a Intesa: tutto � rinviato al piano industriale, ma finora sembra aver giocato meglio le proprie carte il Sanpaolo con Eurizon. Anche perch� Trieste � parzialmente frenata da vincoli Antitrust, dopo l�acquisto della Toro.

La candidatura potrebbe perci� non significare n� uno strappo con i soci francesi di Mediobanca a favore di Bazoli, n� il fatto che Bernheim non venga confermato a fine aprile. La partita delle nomine a Trieste sembra in effetti ancora tutta da giocare e sar� importante per diversi motivi. Fra i quali due in particolare: si giocher� insieme a quella del patto Mediobanca, il cui rinnovo sar� anticipato da luglio a fine marzo 2007 (quando scadono i termini per le disdette); l�esito sar� determinante per i nuovi equilibri che si stanno costruendo nel �nuovo� mondo tripolare della grande finanza italiana.

Si, perch� dopo il matrimonio Mi-To fra Bazoli ed Enrico Salza la nostra geografia economica prevede la coesistenza di tre superaggregazioni - Intesa-Sanpaolo, Unicredito-Hvb e Mediobanca-Generali - in un assetto che � verosimile non registri variazioni di rilievo nel prossimo futuro: gli analisti non attribuiscono oggi grandi probabilit� alla formazione dell�altro grande polo italiano cui potrebbero dar vita unicamente Capitalia e Montepaschi. Pi� credito ha invece la crescita delle due banche attraverso acquisizioni (magari nel campo delle popolari) o accordi con istituti esteri (come per esempio, nel caso romano, Abn).

I superbig guidati da Alessandro Profumo (Unicredito-Hvb), Corrado Passera (Intesa-Sanpaolo), Alberto Nagel e Giovanni Perissinotto (Mediobanca e Generali) hanno fra di loro motivi di concorrenza e molti punti di contatto: Piazza Cordusio � (con Capitalia) fra i maggiori soci di Piazzetta Cuccia ed �, con Mps e l�istituto guidato da Matteo Arpe, nel patto di consultazione per Trieste; il Leone � fra i soci maggiori di Intesa-Sanpaolo, a sua volta azionista non secondario (anche attraverso il network di alleanze) della compagnia di assicurazioni; i presidenti di Mediobanca, Unicredito e Capitalia compongono il comitato nomine (la cui formazione non dovrebbe essere cambiata prima dell�assemblea triestina) che esprime le candidature di Piazzetta Cuccia per i vertici del Leone; fra Mediobanca, Capitalia, Generali (e quindi Intesa) ci sono anche legami diretti e indiretti anche attraverso incroci azionari (e di rappresentanza) con Fondiaria-Sai.

Il punto centrale sembra dunque il seguente: nella nuova geografia multipolare prevarr� lo spirito di �conquista� o la ricerca di equilibri che garantiscano, pur nella competizione, una coesistenza pacifica? Ha ragione chi descrive Bazoli, magari con l�alleato Romain Zaleski, neoazionista a Trieste e Siena, lanciato sul Leone o interprete di un �ecumenismo� che vorrebbe assicurare reciproche influenze senza egemonia da parte di alcun protagonista? Probabilmente nessuno ha in questo momento volont� e peso per ribaltare la geografia degli assetti, perci� sembra pi� verosimile la ricerca di equilibri soddisfacenti in termini di durata e poteri.

Sullo sfondo ci sono per� almeno un interrogativo e alcuni problemi. Il primo riguarda Capitalia: quale sar� il suo destino? Le ipotesi alternative stand-alone o alleanza si intrecciano con quelle relative ai passi del suo vertice. In particolare al presidente Cesare Geronzi vengono attribuiti diversi obiettivi (il vertice di Generali o di Mediobanca in caso di governance duale) e attese politiche, relative soprattutto a un rafforzamento dei Ds che potrebbe cambiare gli scenari attuali.

Qualche problema pu� infine profilarsi con l�imminente decisione dell�Antitrust su Generali-Toro. Nella delibera con la quale l�autorit� ha aperto l�istruttoria viene descritto nei dettagli il network di partecipazioni che lega Mediobanca, Generali, Fonsai e Capitalia e tali societ� ad altre imprese (come Rcs, Pirelli e Gemina). � possibile, come gi� accaduto in passato, che all�operazione esaminata venga dato un via libera subordinato anche allo scioglimento di incroci azionari e di governance. Ci� potrebbe determinare qualche sussulto nel complesso equilibrio di poteri e partecipazioni. Eventualit� che potrebbe preoccupare alcuni protagonisti. Ma anche dare motivi di soddisfazione ad altri, pi� sensibili alle ragioni del mercato.

Return

 

CORRIERE DELLA SERA/Economia luned� 27 novembre 2006

Finanza internazionale - E adesso anche il Bbva punta sul �corporate� made in Italy

Anche il Bbva ha deciso di puntare in Italia sul �corporate�. Dopo la tentata conquista di Bnl, fermata dall�ex governatore Antonio Fazio, gli spagnoli sembrano tutt�altro che inclini a lasciare il nostro Paese. Fra voci e smentite si parlato di interesse per Montepaschi e Capitalia. Ma per il momento il Bilbao, in attesa di decidere se intraprendere o no iniziative molto impegnative, preferirebbe potenziare la piccola presenza nel nostro Paese puntando in modo autonomo sul settore �corporate�, cio� sulle imprese. C�� su questo mercato grande effervescenza e interesse da parte dei gruppi bancari esteri. Proprio in questi giorni anche Lazard ha deciso di rilanciare in Italia. Ha perci� dato mandato al neovicepresidente di Lazard International Giorgio Frasca, ex Fiat France.

Dopo l�uscita di Gerardo Braggiotti, il tramonto del progetto con Intesa, l�addio di Arnaldo Borghesi e di altri top manager, la stella della maison francese nel nostro Paese appariva in effetti un po� appannata. Ma i piani non mancano. Anzi: oggi e domani Frasca, 65 anni, sar� a Milano. Incontrer� anzitutto Marco Stella, oggi alla guida della branch . Del resto il neovicepresidente, che in Lazard � stato gi� negli anni Settanta prima di passare al gruppo Fiat (prima a New York quindi a Parigi per 25 anni), sar� spesso nella nostra city. S.BO.

Return

 

CORRIERE DELLA SERA/Economia luned� 27 novembre 2006

A parlare di welfare vengono i brividi e spesso la risposta ...

A parlare di welfare vengono i brividi e spesso la risposta finale �: �Tagliare, riformare�. O pagare. Eppure c�� un bergamasco rosso di capelli di 44 anni, Johnny Dotti, che sorride perch� proprio con il welfare realizza una sana e virtuosa economia. Non lui che viene stipendiato per fare il presidente del Consorzio nazionale della cooperazione sociale, ma quella �impresa sociale a rete� che � Cgm, gruppo cooperativo che aderisce a Confcooperative. Non pensate a un gruppo di volontari che fanno quadrare i conti tassandosi per pagare la sede. No. Cgm � una societ� di capitali che riunisce ben 1.400 cooperative sociali che fanno capo a 83 consorzi ed � presente in tutta Italia. Fattura 1 miliardo e 100 milioni di euro l�anno (circa 2 mila miliardi di vecchie lire) e occupa 35 mila persone (Fiat auto in Italia poco meno di 30 mila).

I volontari ci sono (il 15% del totale), ma non sono il perno di tutta la storia. Che, invece, parte da �creare valore e distribuire valore con il welfare� e si conclude per dirla ancora con Dotti: �Vogliamo fare la Rayanair del welfare, servizi equo cost �. Ovvero: stiamo lavorando per offrire nuovi servizi a prezzi accettabili. Quali? Dentisti e psicoterapisti per esempio. Al 40% in meno dei prezzi medi di mercato. Perch� i �ricchi� piangono, e molto, soprattutto davanti alla parcella del dentista.

�Quelli che hanno un reddito lordo attorno ai 60 mila euro l�anno - sostiene Dotti - non � raro che per pagarsi le cure ricorrano a un finanziamento. E in futuro lo faranno sempre pi� spesso. L�esperienza quotidiana di impresa sociale con le fasce deboli della popolazione, � molto importante per continuare ad affrontare le sfide che vengono dalle mutate condizioni sociali�.

La �equo cost dei servizi� nasce una ventina d�anni fa tra Brescia e Forl� dopo le esperienze di volontariato legate alle grandi catastrofi e ha al centro un�idea: il welfare � poco efficiente, poco efficace, poco partecipato. Di pi�: il risultato sociale pu� anche essere risultato economico; l�impresa pu� funzionare per il sociale.

Addirittura un antistato? �No, uno "Stato" che si rifonda attraverso l�autogestione e la responsabilit� diffusa � spiega Johnny Dotti �. Spesso il sistema della pubblica amministrazione si difende. Ma i loro conti non tornano. I nostri s�. Speriamo in un passo avanti. Un esempio? La necessit� di badanti. Un giro d�affari stimato in Italia in 10 miliardi di euro. Il ministro Rosy Bindi ha previsto un fondo per la non autosufficienza di 200 milioni. Magari sono tanti, ma alla fine � una somma irrisoria rispetto alle necessit�. Serve modificare il sistema�.

Cos� la Cgm ha realizzato un primo progetto preparando 200 infermiere in Polonia per impiegarle regolarmente nei propri centri sparsi per l�Italia e vuole potenziare l�attivit� con una nuova iniziativa legata alla collaborazione dei Comitati locali di Unicredito.

Dotti sintetizza �l�impresa sociale� in due cifre: il ministro Bindi ha previsto di stanziare 300 milioni di euro per asili nido con 90 mila posti complessivi. �Solamente con i Comuni non ce la far� - sostiene Dotti - troppa burocrazia, il meccanismo comunale non funziona pi�. Una nostra societ� creata in partnership con Banca Intesa e altre reti del terzo settore, in un anno e mezzo ha aperto 200 "asili" per 3.500 posti con un capitale di partenza di 1,2 milioni di euro�. Un�alleanza nascer�?

Intanto si prepara il progetto pi� ambizioso: Dotti vuole aprire un centinaio di poliambulatori per fornire a �prezzi sostenibili� fisioterapia, cure dentistiche, psicoterapia, visite ginecologiche. �Abbiamo analizzato i costi dei dentisti - spiega Dotti � e stiamo creando un modello organizzativo standard che garantisca efficienza e qualit� nelle cure grazie a un direttore sanitario e a medici disponibili a lavorare entro i 100 mila euro l�anno. Infermieri e assistenti ben preparati verranno dalla Polonia con l�attivit� in corso. Prevediamo di pareggiare l�investimento in un biennio. Di pi� non posso anticipare. Ci vediamo ad aprile�. La sfida � cominciata. ANTONIO MORRA

Return

 

CORRIERE DELLA SERA/Economia luned� 27 novembre 2006

Servizi Con i tagli imposti da Bankitalia e Antitrust gli istituti di credito accorciano le distanze. Per tassi e prestiti per� la differenza resta - L�effetto Draghi bussa alla Posta - Da gennaio ridotti i costi di trasferimento titoli. Ma su bonifici online e bollette vince la banca

Rivoluzione Draghi anche alle Poste? Forse. �Stiamo lavorando per abbassare da gennaio i costi di trasferimento titoli - dice Mario Siracusano, direttore marketing di Conto Bancoposta -. Il tema della portabilit� del conto, aperto dal governatore, � importantissimo. Noi non abbiamo mai avuto costi n� di apertura n� di chiusura, mentre le banche solo di recente li hanno eliminati�. La guerra del credito, fra banche e Poste, continua. Con una nuova cornice per�: la liberalizzazione voluta da Bankitalia, Antitrust e decreto Bersani. Finora le Poste ne erano restate fuori. Non pi�. Anche perch� le banche, a forza di tagli obbligati, cominciano a incalzare.

Oggi trasferire un�azione italiana, per chi ha il conto nell�istituto guidato da Massimo Sarmi, costa 25,82 euro, il 2,5% in pi� rispetto ai 25,18 euro del sistema bancario. E nel confronto con le banche (media di nove istituti al 10 aprile, vedi tabella) le Poste perdono anche sul pagamento delle utenze via Internet e col Postamat (?49% nel primo caso, ?20,5% nel secondo); e su alcuni bonifici: quelli come ordini ripetitivi (?25%) e via Internet (?25%).

In compenso, conviene il conto in Posta per mille altre condizioni. Il rendimento, prima di tutto: bench� sia sceso del 75% in otto anni, sei ritocchi dal 1998, il tasso lordo Bancoposta resta pi� del doppio rispetto alla media delle banche, 0,5% contro 0,22%. E anche il tasso sullo scoperto � migliore, 9,5% anzich� 11,71%.

Inoltre non si paga la commissione di massimo scoperto: �Odiosa, non l�abbiamo mai applicata�, dice Siracusano. E sono a costo zero quelle commissioni stravaganti che le banche usano far pagare: per le comunicazioni sulla trasparenza, la richiesta dell�elenco movimenti, il blocco del Bancomat; e, soprattutto, l�estinzione del conto titoli. In Posta il canone del conto costa ancora il 62% in meno che in banca, e trasferire un titolo estero 25,82 euro, -15%. Vantaggi da mantenere.

La riduzione dei costi per il trasferimento titoli � la seconda buona notizia sulle Poste in pochi giorni. L�altra � che mercoled� scorso la Cassa depositi e prestiti, azionista delle Poste al 35%, ha alzato i rendimenti dei libretti postali: da dicembre, al netto, saliranno dall�1,02% all�1,17%, e quelli per i minori dall�1,2% all�1,35%. Forse non � un caso.

Quest�anno � stato difficile per le Poste. Hanno dovuto affrontare lo scontento dei risparmiatori per il tasso attivo dimezzato, i francobolli cresciuti del 30% con la posta prioritaria obbligatoria (e si attende Natale per vedere se le consegne in un giorno saranno rispettate), i pacchi perduti e quelli aumentati di prezzo (in luglio, gli internazionali), la chiusura dei piccoli uffici. Inoltre l�ultima Finanziaria prevede che le Poste investano la raccolta da privati in titoli di Stato e non pi� in derivati: meno rischi, meno probabili rendimenti. Ma la vera gragnuola � arrivata la settimana scorsa. Un punto a favore e due contro.

Mercoled� 22 l�istituto di Sarmi ha incassato il sostegno della Commissione Ue, che ha dato ragione alle Poste e non all�Abi, dicendo che non godono di aiuti di Stato. Il Tesoro, azionista delle Poste al 65%, remunera infatti alle Poste medesime le giacenze da conti correnti, al 3,9%: in sostanza, paga una commissione per tutto il denaro che le Poste raccolgono e il Tesoro custodisce (e usa). Perci�, accusavano le banche, l�istituto di Sarmi pu� dare tassi pi� alti. E macinare utili: ?72% nel primo semestre 2006, primo dividendo per gli azionisti tesoro e Cdp. La Commissione Ue ha replicato dicendo che questa remunerazione � per� scesa (era al 4,35%); e che, siccome la Bce ha alzato i tassi, la forbice si � ristretta e il rendimento riconosciuto dalla Cassa non � fuori mercato. Inoltre il vantaggio � per gli utenti, questione chiusa.

Dall�altro lato, per�, la stessa Commissione ha detto che aprir� un�indagine sulle commissioni girate dal Tesoro alle Poste per il collocamento e la gestione dei buoni postali. E Sarmi si � preso una strigliata del ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, che gli ha chiesto di predisporre il piano per i prossimi due-tre anni. Obiettivo di fondo: la liberalizzazione. Della corrispondenza e del credito. Quel piano, ha risposto Sarmi a Gentiloni, � stato depositato in luglio al ministero del Tesoro. E questo � vero. Il fatto � per� che il Tesoro, quest�anno, diversamente da ieri, su quel piano non ha espresso valutazioni.

Nessuno ha detto insomma se giover� al mercato o no. Perch�? �Nuovo governo, non si vogliono toccare gli equilibri - spiegano fonti interne -. E il ministero non � tenuto a esprimere pubblicamente un giudizio sul piano delle Poste�.

Fa dunque notizia che ora le Poste annuncino di tagliare i costi di trasferimento titoli, come le banche. Anche se qui la portabilit� del conto � ancora pi� difficile. Chi ha un mutuo alle Poste, infatti (concesso con Deutsche Bank, perch� le Poste non possono dare credito), non pu� chiudere il conto senza estinguerlo, perch� la rata non pu� essere incassata da altri. �Le banche non ci hanno fatto entrare nel circuito del Rid interbancario (il prelievo automatico da un conto, Ndr.)�, dice Siracusano.

Ma i correntisti aumentano: 4,7 milioni di depositi fino a questo mese, il 12% del totale Italia. �Abbiamo avuto quest�anno un ?12% di conti, mentre il sistema banche a incremento zero�, dice Siracusano, e per chiarire aggiunge: �Siamo davvero contenti delle decisioni di Draghi sul credito, anzi, sulla trasparenza si pu� dire che le abbiamo anticipate�. I servizi finanziari coprono del resto ancora soltanto un quarto dei ricavi del gruppo Poste. Si pu� migliorare. Anche perch� la quotazione � lontana.

CORRIERE DELLA SERA/Economia luned� 27 novembre 2006

Fin@nz@ - E ora i trader si sfidano a duello

S empre di pi� Internet e finanza vanno a braccetto. Oltre al trading e ai prodotti e agli strumenti acquistabili online, adesso anche la ricerca di un lavoro in campo finanziario transita efficacemente via web. Chi cerca offerte di impiego nel settore bancario, dell�intermediazione e della consulenza trova all�indirizzo www.eFinancialCareers.it un luogo virtuale di incontro tra domanda e offerta in materia di reclutamento del personale. Sul sito si trovano una grande quantit� di annunci, una vasta banca dati di curriculum, notizie e consigli utili sul lavoro professionale in campo finanziario, interviste con esperti e persino indagini sul livello dei salari. Inserendo i propri dati � possibile eseguire la ricerca di lavoro personalizzata, porre la propria candidatura online e individuare gli annunci e le societ� di selezione specializzate nello specifico settore di interesse, sia che si tratti di un neolaureato sia che si ricerchi uno sviluppo ulteriore per una carriera gi� avviata. Il sito eFinancialCareers � un �jobsite� attivo a livello mondiale gi� leader in Francia, Gran Bretagna, Germania, Svizzera e Stati Uniti. In Italia ha gi� siglato accordi di partnership con oltre 100 Universit� e business school. A promuoverlo � il gruppo internazionale Financial News Group di cui fanno parete il settimanale Financial News e eFinancialNews.com.

Per gli appassionati di trading online, sono invece in corso le qualificazioni per il nuovo gioco Euro Trading Duel 2006, la prima competizione europea virtuale che consente ai trader italiani, francesi, spagnoli e belgi di misurare gratuitamente la propria abilit� nella negoziazione di Borsa. Il gioco, agganciabile all�indirizzo www.tradingduel.com , � organizzato da SWG Equit� Derivates (societ� del gruppo Soci�t� G�n�rale ) e mette in palio per i migliori classificati un�automobile, viaggi, apparecchi tecnologici e prodotti culturali per un controvalore superiore a 50mila euro. Ciascun giocatore potr� lanciare una sfida �a due� e misurarsi con il concorrente che accetta la competizione. Al termine del tempo disponibile, chi avr� ottenuto la migliore performance sar� il vincitore del �duello� e guadagner� punti, in base ai quali verr� stilata una classifica aggiornata in tempo reale. Le qualificazioni per il gioco terminano l�11 dicembre.

www.lamiafinanza.itSILVIA SINDACO

Return

 

CORRIERE DELLA SERA/Economia luned� 27 novembre 2006

U na cosa � ormai certa: la comunicazione finanziaria ...

U na cosa � ormai certa: la comunicazione finanziaria attraverso i siti Internet delle societ� quotate italiane migliorata. Anzi, il 2006, con oltre venti societ� sopra la soglia fatidica dei 50 punti nella classifica Webranking della Hallvarsson & Halvarsson, redatta in collaborazione con CorrierEconomia (pubblicata luned� scorso), potrebbe essere ricordato come l'anno della svolta. Quello in cui il sistema Italia, almeno in questo importante settore legato alla trasparenza, si � buttato alle spalle la stagione degli scandali societari. Un ulteriore segnale di conferma arriva anche dalla classifica europea pubblicata in questi giorni sull'International Herald Tribune, la Webranking Europe 2006, dove per la prima volta una societ� italiana, Telecom Italia, � salita sul podio dopo Tnt e Danske Bank. Nelle prime dieci posizioni della classifica madre ci sono societ� in rappresentanza di otto Paesi europei. Come dire: il tempo dei grandi domini sembra essere passato lasciando spazio a una concorrenza sempre pi� dura. Un bene se sar� stimolo per una ulteriore crescita nella comunicazione finanziaria attraverso lo strumento pi� innovativo degli ultimi anni: il web.

In questa pagina i siti premiati e le relative motivazioni.

Return

 

CORRIERE DELLA SERA/Economia luned� 27 novembre 2006

Tasse Chi vince e chi perde se entrambi i genitori lavorano - La nuova Irpef? Gioca a coppie - Gli sgravi dipendono dalle entrate totali del nucleo familiare. Che non deve superare i 55-60.000 euro

L'Irpef � sempre pi� un'imposta a misura di famiglia. Anche se poi, alla resa dei conti, le famiglie non � che siano state cos� favorite. Gli sgravi ci sono, ma non sembrano tali da aumentare in modo significativo il loro potere d�acquisto. Ma perch� l'Irpef � un'imposta sempre pi� a misura di famiglia? O meglio di coppia? Perch�, per capire se nel 2007 si pagher� di pi� o di meno, non ci si pu� limitare al solito calcolo delle aliquote e delle detrazioni come eravamo abituati a fare finora. Bisogna, infatti, tener conto di una nuova variabile, quella degli assegni familiari. Che sono stati rivisti e aumentati per annullare, si spera, gli effetti perversi della nuova curva delle aliquote Irpef e delle detrazioni troppo leggere. Gli assegni dipendono, per�, dal reddito complessivo, oltre che dalla composizione del nucleo familiare.

E cos�, per capire se si perde o si guadagna, bisogna guardare, almeno nelle coppie dove entrambi i partner lavorano, ai redditi complessivi. In pratica si devono contare tutte le entrate della famiglia. � quello che CorrierEconomia ha fatto con l'aiuto dell'Ufficio studi dell'Associazione artigiani Mestre. Le due tabelle rappresentano una sorta di termometro dell'Irpef e degli assegni familiari. Basta incrociare il proprio reddito con quello del coniuge. Se si ricade nella zona verde, il 2007 sar� un po' pi� sorridente. Se si cade nella fascia rossa, allora vuol dire che l�accoppiata nuova Irpef pi� assegni familiari si tradurr� in una perdita secca.

Le tabelle esaminano il caso di due coniugi con uno o due figli a carico, e indicano il minore o maggiore reddito disponibile nel 2007. Come si pu� vedere se in famiglia si supera quota 55-60.000 euro, l'anno prossimo si avr� un budget pi� magro. La perdita � tanto pi� alta, quanto � maggiore il reddito.

I massimi benefici si hanno quando le entrate complessive sono intorno a 30-35.000 euro. Ad esempio se un coniuge dichiara 20.000 euro, e l�altro 10.000, nel 2007 si avr� un maggiore reddito disponibile, con un figlio a carico, di 554 euro. Il vantaggio scende a 545 se l�altro partner ne guadagna 15.000, a 497 con 20.000 e a 111 se arriva a 35.000 euro.

Se uno dei coniugi guadagna 35.000 euro la famiglia avr� un maggiore reddito disponibile solo se l�altro non porta a casa pi� di 20.000 euro. Oltre questa soglia si va in rosso.

Che qualcosa non quadri nella nuova Irpef per� risulta evidente confrontando le due tabelle. Come si pu� vedere avere un figlio in pi� in genere porta a maggiori benefici, ma la soglia reddituale dei vantaggi resta quasi invariata.

Ma vediamo, tra novit� e conferme, come funzioner� la nuova Irpef.

Le aliquote

Confermate le cinque aliquote del provvedimento originario. Eccole: 23% per il primo scaglione fino a 15.000 euro, 27% da 15.001 a 28.000 euro, 38% da 28.001 a 55.000 euro, 41% da 55.001 a 75.000, 43% oltre 75.000.

Detrazioni

Non ci saranno pi� n� la tax area (franchigia esente da Irpef), n� la family area (deduzioni per i familiari). Tornano le vecchie detrazioni con un meccanismo che le fa variare in base al reddito dichiarato in modo, peraltro, molto simile a quella dell�abolita no tax area. Le detrazioni variano per categoria di contribuenti, limitiamoci a quelle per i dipendenti.

Lo sconto � di 1.840 euro, con un minimo di 690, se il reddito non supera gli 8.000 euro. Tra 8.000 e 15.000 euro la detrazione scende gradatamente da 1.840 e 1.338 euro. Oltre i 15.000 euro il bonus � di 1.338 euro, ma decresce all'aumentare del reddito fermandosi a 55.000 euro. Per calcolare la detrazione spettante bisogna sottrarre dal valore fisso di 55.000 euro il proprio reddito complessivo e dividere il risultato per 40.000. Il coefficiente ottenuto, se superiore a zero, va applicato alla detrazione base considerando i primi quattro decimali. Esempio: dipendente che guadagna 30.000 euro. Al numeratore avremo 25.000 (cio� 55.000 meno 30.000) che diviso per 40.000 d� 0,625. Applicando questo coefficiente alla detrazione base di 1.338 avremo uno sconto effettivo, in termini di minore Irpef, di 836 euro.

Figli a carico

E� stata corretta la versione originaria per venire incontro alle famiglie monoreddito e per agevolare i contribuenti con redditi medio-bassi. Sono stati leggermente aumentati gli importi delle detrazioni per il coniuge e per i figli. Contemporaneamente sono state introdotte numerose soglie di reddito per erogare maggiorazioni d�importo minimo, dai 10 ai 40 euro. I meccanismi di calcolo della detrazione sono diventati estremamente complicati. Il tutto rende pressoch� impossibile ai profani un calcolo diretto dello sconto cui si ha diritto. Alla faccia della semplificazione fiscale.

Tra le novit� positive ricordiamo che, ai fini della detrazione per i figli, non sar� pi� obbligatorio per i genitori rispettare la percentuale di suddivisione del 50%, come previsto nel testo originario della Finanziaria (oggi la suddivisione � libera). Il contribuente che ha il reddito pi� elevato potr� sfruttare interamente la detrazione evitando cos� che parte dello sconto possa andare perduta per incapienza del reddito dell'altro genitore.

Scoppola in vista per separati o divorziati. La detrazione per i figli spetter�, infatti, solo al genitore affidatario (50% a testa se l�affidamento � congiunto).

Return

 

CORRIERE DELLA SERA/Economia luned� 27 novembre 2006

Previdenza integrativa Il Tfr si potr� trasferire anche ai fondi aperti - Chi vince al ballo della pensione - ra rendita pi� alta e pi� bassa lo scarto pu� arrivare al 70%. Ecco i campioni di generosit�

La forbice dei costi taglia pesantemente l�assegno di scorta: la scelta del prodotto pi� conveniente diventa quindi fondamentale per un�efficace integrazione della pensione di base. Soprattutto se si punta su un fondo aperto, dove la variabilit� delle commissioni � molto pi� ampia rispetto a quella dei fondi chiusi (destinati ai lavoratori di un azienda o di un settore produttivo). E cos� la rendita complementare per un uomo di sessantacinque anni che per venti ha pagato un contributo di 2.400 euro, esborso totale 48.000 euro, pu� oscillare da 3.024 a 5.263 euro l�anno. Per una donna di sessanta, con lo stesso versamento si va da 2.098 a 3.965 euro l�anno. Nel secondo caso i valori sono molto pi� bassi in relazione alla maggiore aspettativa di vita ed all�anticipo di cinque anni nel pensionamento.

Il divario � altrettanto marcato per una contribuzione trentennale, sempre di 2.400 euro, con un versamento complessivo di 72.000: per un uomo si pu� andare da 5.226 a 9.313 euro l�anno, per una donna da 3.625 a 7.339.

I prodotti pi� generosi sono Kaleido di Montepaschi per gli uomini e Investifuturo di Pioneer per le donne: le simulazioni sono state realizzate da Iama Consulting sui 75 fondi pensione aperti in distribuzione al 30 settembre scorso. Insieme a quelli chiusi, aziendali o di categoria, questi programmi previdenziali saranno in prima fila nella riforma del Tfr, che in base alla Finanziaria attualmente in discussione dovrebbe partire il primo gennaio 2007. �Le simulazioni non si basano sulle performance ottenute sinora dai singoli prodotti - chiarisce Luca Omarini, responsabile Monitor pensioni di Iama Consulting, - ma su un�ipotesi, comune a tutti, di un rendimento annuo del 5% in termini nominali, senza tener conto dell�inflazione. I risultati sono dovuti quindi ai costi: sono stati considerati quelli di sottoscrizione e amministrazione, che gravano direttamente sull�aderente, la commissione di gestione che incide sul patrimonio e tutte le spese connesse al pagamento della rendita vitalizia�.

Le variabili che incidono sull�ammontare della rendita sono i contributi pagati, il sesso e l�et� dell�aderente, i costi per la liquidazione (spesso rilevanti) e le tavole di sopravvivenza che vengono adottate: quanto pi� queste ultime sono aggiornate in relazione all�allungamento della vita media, minore sar� la rendita.

Per questi motivi, i fondi aperti che offrono il vitalizio pi� elevato non sono necessariamente gli stessi che raggiungono il maggiore montante finale, che sino al 50% pu� essere incassato sotto forma di capitale in un�unica soluzione. In questo caso non vi sono differenze per uomini e donne: i prodotti pi� convenienti sono Sanpaolo previdenza aziende di Eurizon Vita nel primo caso relativo ad un versamento di vent�anni e ancora Investifuturo di Pioneer nel secondo per quello trentennale, con montanti di 70.130 e 128.396 euro, contro minimi rispettivamente di 59.510 e 98.015 euro.

Rispetto ad un�analoga analisi condotta nel 2003 in base alle stesse ipotesi alcuni risultati sono migliorati, con rendite o montanti pi� alti. �Negli ultimi anni - spiega infatti Omarini, - i costi medi degli aperti sono diminuiti�.

Gli operatori stanno intanto rivedendo i prodotti per renderli pi� competitivi e allinearli alla nuova disciplina in arrivo con il 2007. Accanto ai fondi chiusi, grazie ad un accordo fra aziende e dipendenti anche gli aperti potranno ricevere il Tfr dei lavoratori che non si esprimeranno prima del 30 giugno 2007, allo scadere dei sei mesi del silenzio-assenso.

In questo caso la liquidazione dovr� essere destinata a linee d�investimento che garantiscano la restituzione delle somme versate e, in un orizzonte pluriennale, offrano rendimenti comparabili a quelli del Tfr (l�1,5% pi� il 75% dell�inflazione). Il 16 novembre � partito l�aggiornamento di Unicredit Previdenza di Pioneer, nuova denominazione del vecchio fondo Galeno. �Sono state aggiunte nove linee d�investimento - spiega Cinzia Tagliabue, responsabile clientela istituzionale di Pioneer - di cui otto ispirate al concetto di data obiettivo. L�aderente dovr� scegliere fra di loro in funzione della scadenza presunta di pensionamento, dal 2010 al 2045: la gestione prevede una riduzione graduale degli attivi pi� rischiosi man mano che ci si avvicina ad essa. E, per l�anno di riferimento, si propone in pratica di bloccare il rendimento pi� elevato conseguito nel corso della gestione. L�ultima linea garantisce invece le somme versate�.

Novit� in vista anche per Arca Sgr, seconda nel segmento degli aperti alle spalle di Intesa Previdenza. �Dal primo dicembre il fondo Arca previdenza incorporer� i due di Banca popolare di Bergamo, Bpb mercato e progresso e Bpb impresa e lavoro - spiega Attilio Ferrari, amministratore delegato di Arca Sgr -. Grazie a quest�operazione, diventer� il maggiore in Italia per patrimonio gestito, con un attivo di quasi 500 milioni di euro e circa 65 mila aderenti, di cui undicimila di lavoratori dipendenti�.

Return

 

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2006-11-27 num: - pag: 15

Grandi (Ds): sgravi Irpef dal 2008. Morgando (Margherita): possibili gi� l'anno prossimo - Tasse, nella maggioranza ora scatta la rincorsa ai tagli - Manovra al via in Senato. Padoa-Schioppa a cena da Prodi

autore: Mario Sensini categoria: REDAZIONALE

ROMA � L'unica cosa chiara � l'intenzione. Secondo il governo e la maggioranza il gettito della lotta all'evasione fiscale, ormai gi� dato per acquisito, dovr� servire ad abbassare le tasse a chi le paga, ma sui tempi in cui avviare l'operazione la confusione regna sovrana. Due giorni fa il segretario dei Ds, Piero Fassino, aveva proposto di alleggerire le tasse gi� nel 2008, anticipando di un anno i propositi del ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa. Ieri, per�, la Margherita ha rilanciato. �Le maggiori entrate dalla lotta all'evasione andranno a ridurre il prelievo gi� nel 2007� ha detto Gianfranco Morgando, relatore della Finanziaria al Senato e responsabile economico del partito, ipotizzando il ritorno della �tredicesima pesante�. Ieri sera, anche per discutere delle modifiche alla parte fiscale della Finanziaria, alla vigilia dell'avvio della sessione di bilancio al Senato, Padoa-Schioppa ha incontrato il premier Romano Prodi.

Su come e quando avviare il taglio delle tasse le ricette in campo sono molte. Gli sgravi Irpef proposti dalla Margherita dovrebbero arrivare in sede di conguaglio con la busta paga di dicembre. �L'emendamento alla Finanziaria che stiamo studiando prevede che il governo, con la previsionale di fine settembre, presenti una relazione sulle entrate evidenziando il maggior gettito dovuto alla congiuntura e quello attribuibile alla lotta all'evasione. Sulla base di tali elementi, se ci sono le risorse, il governo adotter� un provvedimento per concedere gli sgravi con il conguaglio sull'ultima busta paga dell'anno� ha spiegato Morgando.

I Ds, che hanno annunciato con Fassino un emendamento simile, frenano per� sui tempi. La possibilit� di ridurre le tasse, ha detto il sottosegretario all'Economia, Alfiero Grandi, �verr� valutata a partire dal 2008�. Solo quell'anno, infatti, dovrebbe partire il monitoraggio delle entrate �per verificare se ci sono risultati positivi nella lotta all'evasione� ha aggiunto Grandi, ricordando che nell'emendamento, sul quale la maggioranza dovr� a questo punto trovare un accordo, �non sar� stabilito un meccanismo, ma un principio politico molto importante�.

Padoa-Schioppa � apparso finora molto pi� prudente indicando in pi� occasioni nel 2009 l'anno in cui avviare l'alleggerimento delle imposte sui redditi. Oggi, in ogni caso, il ministro interverr� alla Commissione Bilancio del Senato. Governo e maggioranza sono a caccia di altre risorse per soddisfare le "pendenze" rimaste inevase alla Camera. Servirebbero almeno 5-600 milioni di euro in pi� per dare pi� fondi alla sicurezza, allargare le esenzioni previste per la tassa di successione, alleggerire il Patto di stabilit� interno per gli enti locali, e ricostituire il Fondo per le Aree sottoutilizzato, da cui � stata pescata la copertura (�temporanea� ha garantito il governo) per altre spese.

La partita, per�, non finir� l�. La maggioranza punta infatti a modificare anche il nuovo meccanismo del bollo auto, evitando i rincari per le automobili nuove e quelle a gpl, e cerca altre risorse per favorire la rottamazione dei veicoli pi� inquinanti. C'� poi il problema dei precari della scuola. Il segretario di Rifondazione Comunista, Franco Giordano, ha fatto sapere che il suo gruppo non voter� la Finanziaria a Palazzo Madama se non verranno confermate le graduatorie per gli insegnanti precari anche dopo il 2010, quando secondo il governo dovrebbe essere cancellata la "coda" dei concorsi del passato.

Return

 

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2006-11-27 num: - pag: 15

I SINDACATI - Bonanni a Rutelli: su pensioni e lavoro trattiamo

autore: Sergio Rizzo categoria: REDAZIONALE

ROMA � Non che Luigi Angeletti non sia disposto, per dirla con Francesco Rutelli, �a dare�. Anche, perch� no, l'aumento dell'et� pensionabile: che il segretario generale della Uil, a quanto pare, non considera un tab�. Anche se dice di non considerare quello il problema. �� una discussione che siamo in grado di fare serenamente�, afferma. Precisando che �non ci pu� essere una medicina uguale per tutti, ma siccome il mercato del lavoro � flessibile, il sistema previdenziale non pu� che essere flessibile�.

E comunque, se uno scambio fra �dare� e �avere� con il sindacato ci dev'essere, non sar� sulle pensioni. �La vera questione � che nel nostro Paese non aumenta la produttivit�. Ebbene. Noi siamo in grado di proporlo, uno scambio. Pi� produttivit�, e si badi bene, nel settore privato come nel pubblico impiego, e pi� salario�, sostiene Angeletti. Allora, insiste il segretario della Uil, �quale migliore sfida per un governo riformista che misurarsi nella capacit� di superare la cultura dell'antimercato?�. Insomma, non �lavorare meno anche se guadagnando meno, ma lavorare di pi� per guadagnare di pi��.

Anche con Raffaele Bonanni il leader della Margherita, intervistato ieri dal �Corriere�, sfonda almeno all'apparenza una porta aperta. Ma che la Cisl (come la Uil) sia per definizione il sindacato della trattativa � noto. Solo che anche in questo caso la parola magica �: scambio. �Siamo disposti eccome a discutere dell'aumento dell'et� pensionabile�, dice il segretario generale. �Ma chiediamo in cambio al governo che le pensioni vengano adeguate al costo della vita�. E nemmeno la �flessibilit� del lavoro, come la mobilit� dei lavoratori del pubblico impiego, pu� essere considerato un pregiudizio invalicabile�. A patto, spiega Bonanni, �che le imprese e lo Stato mettano mano al portafoglio�. Le concessioni, insomma si pagano, perch� �dare non pu� essere senza avere�. Nel gioco rientrano anche le liberalizzazioni: per esempio quella dei servizi pubblici locali, che la Cisl si dichiara �disposta a sostenere�, ma �facendo partecipare i lavoratori e garantendogli anche il diritto di voto collettivo� per legge. Che � come dire far entrare i sindacati alla gestione delle aziende.

Basterebbe questo per capire come la strada indicata da Rutelli si presenti piena di insidie. Se poi si ascoltano le parole di Morena Piccinini, che nella Cgil non certamente considerata un'estremista, il quadro � completo: �Ritengo una grande leggerezza affermare che il sindacato deve saper dare. Perch� questo significa dimenticare che tutte le grandi riforme, e non senza pagare prezzi pesanti, sono state fatte con il contributo delle organizzazioni dei lavoratori�. Aggiunge il segretario confederale che �non dobbiamo dimostrare niente a nessuno, e se si deve cominciare a parlare di privilegi da tagliare, si cominci a parlare di altri che non siano lavoratori dipendenti, precari e pensionati. Per esempio dai politici�.

Return

 

LA REPUBBLICA luned� 27 novembre 2006

"Liberalizzate, o resterete indietro" - La ricetta dei Nobel per l�Italia: riformare scuola, lavoro e pensioni - I "consigli" degli studiosi da domani a Venezia su invito di Telecom Colloquia - Analisi comuni. Solo sulla moneta unica Heckman dice "� stata una cattiva idea"

ROMA - Troppe regole, troppe tasse, troppi lacci e laccioli. E� per questo che l�economia italiana non cresce, non riesce a decollare, annaspa nelle classifiche internazionali, condannata ad essere il fanalino di coda. Se il paese vuole raggiungere gli altri partner, recuperare competitivit� e affrontare al meglio le sfide della globalizzazione, la strada per il governo Prodi � obbligata: deregulation, liberalizzazioni, riforme, efficienza. In tutti i campi: dal mercato del lavoro alle pensioni all�universit�.

Sono i consigli di James J.Heckman, Robert M. Solow e Robert A. Mundell, tre premi Nobel a cui Repubblica ha rivolto alcune semplici domande che sono ogni giorno sulla bocca di tutti: perch� il paese non cresce, cosa deve fare il governo per ridare slancio all�economia, se l�euro � stato un bene o un male.

Sui primi due quesiti l�analisi e dunque le ricette sono simili; sulla moneta unica no. C�� chi pensa che sia stata una disgrazia o peggio, un errore o comunque un vincolo in pi�; chi invece guarda all�accordo di cambio come a una strada senza ritorno e chi lo considera una panacea.

Questi studiosi giungeranno a Venezia domani, su invito di Telecom Colloquia, per discutere di �utopie sostenibili�. Con loro ci sar� anche il Nobel indiano Amartya Sen, uno specialista del concetto di sviluppo, diverso da quello della crescita, che per� non ha risposto alle domande, giudicandole distanti dal suo ambito di ricerca.

Heckman � professore a Chicago e studia l�impatto economico dei programmi sociali. Solow � professore emerito alla New York University e si occupa dell�impatto delle tecnologie nell�economia. Mundell, insegna alla Columbia University ed � un esperto di macroeconomia internazionale e di dinamiche monetarie, promotore della �global currency�, cio� di una moneta unica per tutti i paesi.

Return

 

LA REPUBBLICA luned� 27 novembre 2006

JAMES J. HECKMAN - "Deregulation obbligatoria meno Stato nell�economia" - Vi muovete nella giusta direzione, ma sempre troppo lentamente rispetto alle necessit�

1.�La risposta � ovvia. Il paese soffre di un pesante fardello di regole e di tasse che, al dunque, riduce gli incentivi al lavoro, la produttivit� e la flessibilit� dell�economia. Anche il mercato del lavoro e dei prodotti assolutamente troppo imbrigliato dalle regole per essere efficace in un mondo globale. E poi, l�affermazione secondo cui il sistema del welfare riduce le ineguaglianze mi pare semplicemente falsa�.

2.�In linea di massima, l�euro � una cattiva idea. La moneta unica lega e vincola l�Italia ad altri paesi che hanno una grande capacit� di crescita. In pi�, finisce con l�eliminare un utile strumento di politica economica. C�� un�unica, buona caratteristica a mio avviso: l�euro promuove la stabilit� dei prezzi�.

3.�Per il governo l�imperativo � deregolare. Bisogna riuscire a ridurre il potere e l�influenza dello stato corporativo. Occorre anche allentare la rigidit� delle troppe regole che rendono difficile, per gli italiani e per tutto il sistema-paese, rispondere alle nuove sfide e alle nuove opportunit� che derivano da un�economia globalizzata. In definitiva, mi sembra che l�Italia si sia mossa nella direzione giusta ma sempre troppo lentamente�.

Return

 

LA REPUBBLICA luned� 27 novembre 2006

Venerd� le assemblee per la fusione. Tiene banco il nodo dell�incompatibilit� del presidente della Cdp - Intesa-Sanpaolo, il caso Iozzo sul tavolo della Compagnia

TORINO - Le assemblee chiamate ad approvare la fusione tra Sanpaolo e Banca Intesa sono fissate per venerd� prossimo ma gi� oggi la Compagnia presieduta da Franzo Grande Stevens � impegnata in un prologo che avr� ancora una volta al centro il caso Iozzo, ovvero la posizione dell�amministratore delegato di Piazza San Carlo il quale, dopo essere stato candidato alla vicepresidenza del consiglio di sorveglianza del costituendo colosso bancario, � stato nominato presidente della Cassa Depositi e Prestiti. Un doppio incarico che ha sollevato un problema di incompatibilit� ancora insoluto, anche perch� l�interessato sembra intenzionato a non rinunciare al ruolo che gli � stato affidato quando ancora non si sapeva dell�impegno romano che lui stava per� contrattando a livello di governo. In sua sostituzione si fa il nome di Rodolfo Zich, ex rettore del Politecnico di Torino, gi� indicato come consigliere, ma il percorso non � in discesa.

Presi in contropiede, i torinesi sono decisi a presentare un nuovo candidato che possa rappresentarli a tutto tondo e non in �condominio� e dunque col rischio che venga ridimensionato il loro peso nella futura banca gi� argomento di discussione e di dubbi. Vista da Torino probabilmente la questione della incompatibilit� potrebbe anche non essere determinante, ma quando si pensi che la Cdp � azionista di riferimento delle Poste e soggetto che gestisce i risparmi di questo servizio, allora la situazione � diversa. Stando cos� le cose si tratta soltanto di stabilire se Alfonso Iozzo � intenzionato a resistere e magari a rinviare l�opzione tra i due incarichi o se decider� di scegliere subito. A Torino si pensa che egli lascer� dopo l�assemblea consentendo il disco verde alla nomina di Zich.

Questa non prevista scossa di assestamento potrebbe riaprire anche il caso di Carlo Callieri come consigliere, con ci� chiudendo un�altra polemica che si trascina da giorni con al centro, appunto, il numero due della Compagnia Sanpaolo ed ex vicepresidente di Confindustria. Naturalmente questo presupporrebbe una modifica del documento fatto approvare alla Compagnia dal presidente Grande Stevens circa la non provenienza dal suo interno dei candidati destinati al consiglio di sorveglianza. Ma � questo un accorgimento che di fatto potrebbe non comportare particolari difficolt� sul versante torinese, oggi pi� che mai intenzionato a rafforzare il suo ruolo, andando possibilmente oltre l�avanzamento di Pietro Modiano che, a quanto si dice, nell�organigramma di cui si sta occupando Corrado Passera, potrebbe diventare il direttore generale vicario. E, nell�attesa della fusione effettiva, potrebbe anche occupare il ruolo di ad del Sanpaolo al posto di Iozzo.

Aspettando questi chiarimenti il comitato di gestione della Compagnia sembra abbia chiesto a un altro advisor un parere di congruit� dei concambi in aggiunta a quello formulato da Jp Morgan e Rotschild. In realt� sull�argomento ci sono due scuole di pensiero contrapposte: una che ritiene chiusa la partita economica e un�altra che ancora pensa che possano esserci degli aggiustamenti. A questa seconda si iscrive d�ufficio il socio spagnolo Santander il quale, non avendo ancora digerito il fatto di essere stato tenuto fuori dal negoziato per la fusione, insegue la possibilit� di rifarsi sul piano finanziario. C�� uno stuolo di avvocati che sta lavorando a questa ipotesi e intanto gli uomini di don Emilio Botin in Italia stanno studiando alcune mosse aggressive. Le indiscrezioni ricorrenti dicono che le direzioni nelle quali si stanno muovendo sono Capitalia e Monte dei Paschi di Siena.

Return

 

LA REPUBBLICA luned� 27 novembre 2006

IL CASO - Lo scontro per i vertici dell�Anasf, confermato Conti Nibali - Promotori finanziari Fideuram batte Generali

TAORMINA - Il braccio di ferro tra il mondo Sanpaolo e quello Generali nel settore del risparmio gestito � uno dei nodi della fusione bancaria dell�anno � si � riprodotto, quasi fedelmente, anche a livello di promotori finanziari. Cos�, all�ottavo Congresso nazionale dell�Anasf � il "sindacato" dei promotori � che ieri ha faticosamente eletto gli organi direttivi della categoria, � andato in onda soprattutto lo scontro tra la lista Fideuram e la lista di Banca Generali (con alcune componenti di Rasbank). Il risultato � stata la conferma per un altro mandato del presidente uscente, Elio Conti Nibali (principale ispiratore della lista Fideuram, gruppo in cui lavora da tempo) e la nomina di un Comitato esecutivo composto da nove membri e � teoricamente � gi� in parte dimissionario.

Le "primarie" tra gli associati dell�Anasf hanno assegnato i seggi nel "parlamentino" dell�associazione, il Consiglio nazionale: i risultati sono stati dodici posti alla lista Fideuram, sette alla lista di Mediolanum (l�unica rigidamente monolitica al suo interno) e sei alla lista promossa da Franco Ragone (ex sindacalista Fideuram, passato a Banca Generali subito dopo la frattura tra Ugo Ruffolo e i vertici del Sanpaolo) e da Luigi Criscione (Rasbank, cio� dello stesso gruppo da cui proviene l�attuale amministratore delegato di Fideuram, Massimo Arrighi). Dunque, forte affermazione della lista Fideuram, ma inferiore a quella del Consiglio uscente e, soprattutto, non sufficiente da sola a governare l�associazione.

Ieri il nuovo consiglio appena eletto si � riunito e ha nominato il presidente, i due vice presidenti, il tesoriere e gli altri cinque membri del comitato esecutivo, cio� di quell�organo che di fatto dirige l�Anasf, una sorta di Consiglio dei ministri. Ebbene, la lista vincente � quella di Fideuram � ha presentato l�elenco dei nove nomi da votare in blocco, con la conferma di Conti Nibali alla presidenza affiancato da un vice presidente vicario di provenienza Mediolanum e da un altro vice della lista Generali-Rasbank. Complessivamente, cinque posti alla lista Conti Nibali, due a Mediolanum, due alla coppia Ragone-Criscione. Peccato che questi ultimi, votati "in blocco" insieme agli altri, avessero dichiarato gi� prima del voto di non voler accettare l�inserimento nel "listone". Che, tra l�altro, ha ricevuto 14 voti a favore e 11 contro (quindi hanno alzato la paletta rossa anche gli uomini di Mediolanum, che pure hanno ottenuto il vice presidente vicario).

E ora? Dopo due giorni di congresso � e una notte passata inutilmente a trattare � la situazione apparentemente � arrivata ad una fase di stallo. Se alle parole faranno seguito i fatti, alla prima riunione del comitato esecutivo dovrebbero essere formalizzate le dimissioni dei due rappresentanti di Banca Generali-Rasbank. Che, anzi, per assurdo ritengono di non doversi nemmeno dimettere perch� avevano rifiutato anche la sola candidatura. Inoltre, visto che la lista di Conti Nibali pu� contare solo su 12 voti e invece ne ha avuti 14, evidentemente ci sono stati un paio di "franchi tiratori", qualcuno che da altre file ha votato il pacchetto, contravvenendo all�ordine della propria scuderia. Si vedr� se dai proclami si passer� davvero ai fatti.

Return

 

IL GIORNALE luned� 27 novembre 2006

Liberalizzazioni e pensioni Altol� di D�Alema a Rutelli

- di Antonio Signorini -

da Roma - Francesco Rutelli: le liberalizzazioni sono �il perno� delle politiche per modernizzare l'Italia. Massimo D'Alema: puntare tutto su temi come la riforma delle pensioni e le liberalizzazioni indice di una visione �parziale e anche un po' ideologica�. I vicepremier del governo Prodi hanno rilasciato contemporaneamente due interviste confezionate entrambe come appelli a favore di una �fase due� del governo Prodi in senso riformista. Ma dalle quali emergono impostazioni diverse sul cosa fare nel dopo-Finanziaria.Il leader della Margherita, intervistato dal Corriere della Sera, ha ripetuto che un piano di liberalizzazioni � secondo lui �irrinunciabile� e sar� �il perno di questo governo�. �Su questo - ha avvertito - siamo molto netti e molto determinati. Discutiamo, precisiamo i dettagli, ma poi dobbiamo andare avanti�. Il ministro degli Esteri, sentito da Repubblica, ha commentato la Finanziaria puntando sulla classica autocritica da errori di comunicazione. Per il futuro, ha assicurato, �abbiamo il dovere di ridare slancio a tutto il processo riformatore�.Ma quando si � trattato di elencare le riforme da mettere in cantiere ha citato quella delle pensioni (�dopo - ha precisato - avere individuato con chiarezza il perimetro dei lavori usuranti�), della pubblica amministrazione (anche se la spesa pubblica non pu� essere tagliata drasticamente perch� quella italiana � �assai inferiore rispetto ai nostri partner�) e quella della sanit�. Le liberalizzazioni, ha aggiunto poi su sollecitazione del giornalista, �sono essenziali come tutto il resto. Ma - ha precisato - non credo che la nostra capacit� di riforme si misuri sulle pensioni e sulle liberalizzazioni.

� una visione parziale e anche un po' ideologica�.

Uno stop alla nuova offensiva di Rutelli e anche un'apertura ai partiti della sinistra radicale, che anche ieri hanno respinto l'offensiva dei fautori della �fase due�. Rutelli �� il messaggero dei poteri forti�, ha tagliato corto Marco Rizzo dei Comunisti italiani. Il ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio ha aggiunto che �non c'� nessuna fase due, l'unica fase due � il programma� mentre per il capogruppo del Prc alla Camera Gennaro Migliore � una �improponibile stabilizzazione riformista della coalizione�.E uno spunto per fermare ogni anelito riformista dentro centrosinistra arriva anche dal boom delle entrate fiscali. Le risorse che ne deriveranno, con le quali il viceministro Visco ha annunciato di voler tagliare le tasse, secondo Pino Sgobio, capogruppo alla Camera del Pdci, servono a �segnare una discontinuit� forte sui temi del lavoro e delle pensioni�. C'� da scommetterlo, non nella direzione indicata da Rutelli.

Return

 

LA STAMPA luned� 27 novembre 2006

SE LE BANCHE SI FANNO LA BORSA IN CASA

Francesco Manacorda

E se alla fine l�interminabile tormentone sul futuro di Borsa italiana fosse un esercizio del tutto virtuale? Sempre e ancora al bivio tra l�alleanza internazionale o la splendida solitudine, sempre e ancora in bilico sull�opportunit� di quotarsi o meno, Borsa spa sembra molto occupata a riflettere su s� stessa mentre attorno a lei il mondo si muove a velocit� vertiginosa. Certo, la tecnologia degli scambi sulla piazza italiana non � seconda a nessuno; ed � vero anche che i costi del trading tricolore - ma la musica cambia se si aggiungono quelli di post-trading - sono nella parte bassa della classifica internazionale. Ma mentre i mesi passano e le opportunit� mancate - da Euronext all�improbabile asse con la Deutsche Boerse - si accumulano, all�orizzonte appaiono anche fenomeni nuovi. Che succeder�, ad esempio, al mondo delle Borse e a Borsa italiana quando - solo tra dodici mesi - entrer� in vigore la Mifid, al direttiva sui mercati finanziari che elimina l�obbligo di concentrazione degli scambi per i titoli quotati, ovvero stabilisce che le negoziazioni non debbano pi� passare necessariamente per le Borse regolamentate? Qualche avvisaglia si � gi� avuta nella scorse settimane, con l�annuncio di un mercato elettronico a cura di sette grandi banche, di cui quattro Usa. E in Italia, se Borsa sta ferma, si muovono invece le banche. Ecco il Sanpaolo - e quindi in prospettiva Intesa - diventare socio alla pari di Unicredit nel circuito Tlx. Ecco Capitalia - lo ha detto l�ad Matteo Arpe - pensare all�acquisto di una piattaforma elettronica di negoziazione, probabilmente Usa, da mettere assieme a quella della sua Fineco. Insomma, nel giro di qualche mese quelle stesse banche azioniste di Borsa potrebbero mettersi a fare in proprio lo stesso mestiere della loro partecipata, aprendo cos� l�ennesimo caso di conflitto d�interessi all�italiana. Forse anche di questo bisogner� tener conto se e quando Borsa Spa decider� del proprio futuro.

Return

 

LA STAMPA luned� 27 novembre 2006

L�INDAGINE DELL�AUTHORITY SUI CELLULARI - La ricarica non conviene pi� - Ai gestori telefonici i soldi della tassa di concessione e la sicurezza dell�incasso

[FIRMA]GINO PAGLIUCA

Novantuno pagine per porre fine, forse, a un'anomalia tutta italiana: i contributi di ricarica per i cellulari. Le hanno congiuntamente scritte l'autorit� per le comunicazioni e l'Antitrust. Gi� la presenza di questa seconda Authority fa capire che cosa abbia motivato l'indagine: il sospetto che i quattro gestori della telefonia mobile abbiano dato vita a un cartello.

La nascita

Le ricaricabili sono state introdotte da Tim, nel 1997 copiando il Portogallo. Dieci anni fa la diffusione delle carte di credito era ancora una frazione rispetto a quella odierna e la maggioranza degli abbonati pagava con il bollettino di conto corrente postale e la percentuale di clienti che non saldavano il conto era molto elevata. A quel punto farsi prepagare era il migliore sistema per evitare le frodi. La clientela era incentivata a passare al prepagato perch� poteva effettuare due risparmi: quello della tassa di concessione governativa che grava sugli abbonamenti e quella dei canoni che allora Telecom e Omnitel (l'attuale Vodafone) prevedevano sempre per gli abbonamenti. A questo i due gestori aggiunsero un altro sistema di dissuasione all�abbonamento: l'introduzione di un contributo di anticipo conversazioni per chi non legava il pagamento della bolletta a una carta di credito.

Cosa � cambiato

Oggi i canoni imposti dai gestori sono pressoch� spariti, vi � ancora solo qualche offerta che a fronte dell'esborso di una modesta somma mensile garantisce vantaggi legati ai volumi di traffico effettuato, ma meccanismi analoghi sono previsti anche per qualche tariffa di prepagata; la tassa di concessione governativa � rimasta e in misura invariata: 5,16 euro (10mila lire) per chi non pu� o non vuole avvalersi della possibilit� di detrarre fiscalmente i costi delle telefonate; 12,91 euro (25mila lire) per le societ� e i professionisti che invece intendono usufruire delle detrazioni fiscali sui costi e sull'Iva.

All'epoca i costi della tariffe telefoniche propriamente dette erano fortemente differenziati tra abbonamenti e ricariche, a tutto vantaggio dei primi. Con il tempo i gestori hanno di fatto unificato le tariffe, come mostra anche la tabella di questa pagina, e in pratica sono riusciti in un quello che dal loro punto di vista � un capolavoro: introitare gran parte delle risorse che l'erario pensava di incamerare con la tassa di concessione governativa.

Il boom

Oggi le prepagate sono, con poche differenze tra un gestore e l'altro, circa il 90% delle utenze, a fronte di una media europea di circa il 50%. D'altro canto i numeri sono eloquenti. Le operazioni di ricarica effettuate nel 2005 sono state 760 milioni. Il 45% di queste sono avvenute mediante scratch card (le tesserine tipo "gratta e vinci), il 44,4% � invece stato effettuato presso sportelli Pos, il 9,8% mediante sportelli bancomat e solo lo 0,6% con acquisto diretto via Internet.

Dai costi di ricarica i quattro operatori attivi in Italia traggono un giro d'affari da capogiro, che le due Authority stimano nella loro indagine in ben 1,7 miliardi di euro, corrispondenti ad oltre il 15% degli introiti complessivi delle Sim prepagate. Al lordo dei costi (emissioni delle tessere, gestione amministrativa, aggio dei rivenditori) si tratta di un utile che l'indagine stima in 950 milioni di euro. E quanto sia strategico per i gestori il contributo di ricarica lo dimostra indirettamente un altro fatto. Negli ultimi anni le tariffe nominali a minuto delle conversazioni sono scese (anche se non per tutte le conversazioni) i contributi di ricarica no. Anzi, Wind, che originariamente aveva deciso di non prevederli, li ha introdotti.

L�inchiesta

L'indagine segnala anche che oltre due terzi delle ricariche riguardano tagli di piccola entit� (fino a 20 euro), e su questi il peso del contributo � ovviamente pi� sensibile; secondo l'indagine l'aggravio di costi reali per gli utenti, calcolando partendo dai dati reali di traffico dei quattro gestori, � in media del 16% nel caso di Tim, del 20% per Vodafone, del 18% per Wind e del 22% per H3g, la societ� che gestisce Tre.

Return

 

LA STAMPA luned� 27 novembre 2006

Il subcomandante dei risparmiatori - Elio Lannutti, presidente Adusbef, lotta contro i soprusi - Ma non � bastato per farsi eleggere in Parlamento

Elio Lannutti, se gliene dessero l�opportunit�, saprebbe come sottrarre dall�indigenza le famiglie italiane. Recupererebbe 14 miliardi di euro dai fondi dormienti delle banche, 5 miliardi dal diritto di signoraggio, 4 miliardi dalle accise sui carburanti, 3 miliardi dai servizi assicurativi, e poi due miliardi di qui, due miliardi di l�, e arriverebbe alla cifra di 45 miliardi di euro. Quasi una Finanziaria e mezzo. Poi prenderebbe questi 45 miliardi e li consegnerebbe agli italiani. Sono poco meno di ottocento euro a testa, compresi i neonati, i pensionati, gli invalidi, le casalinghe, gli immigrati. Tutti. Purtroppo questa cuccagna ci � negata per il semplice motivo che Elio Lannutti non � stato eletto al Parlamento, e non � in grado di tenere fede a quello che ha chiamato �il mio impegno�.

Elio Lannutti � un sociologo-giornalista di 57 anni con una propensione per le battaglie civili che comprendono lo scandalo dei bond argentini e la pubblicit� occulta del maresciallo Rocca. Lannutti lotta per tutti. Il suo destriero � l�Adusbef (Associazione difesa utenti servizi bancari e finanziari), che ha fondato nel 1987, che ha sessantamila iscritti e che, generalmente, lo conferma in sella per acclamazione. Attraverso l�Adusbef, Lannutti esercita il fervore e l�eclettismo. Avete dei problemi con l�anatocismo? Collegatevi con Adusbef.it e cliccate. L�esperto designato da Lannutti � l�avvocato Tanza, della delegazione Adusbef di Lecce/Galatina. Il sito � una miniera per il ragioniere avvelenato che � in noi. �Rc auto ed immigrati. Quali criticit�?�; �Le banche fanno il pieno. Al mutuo cercano di affiancare un derivato sui tassi; �Responsabilit� della societ� di intermediazione per l�attivit� illecita del promotore�.

Apocalittico

Se uno avesse il tempo di seguire nel dettaglio tutte le indicazioni dell�Adusbef di Lannutti, dimezzerebbe le sue uscite. O, pi� probabilmente, trascorrerebbe l�esistenza in causa contro societ� telefoniche e casse di risparmio. E forse morirebbe giovane per eccesso di scariche adrenaliniche. Qui c�� il modulo da stampare per costituirsi parte civile contro la Parmalat, l� quello per ricorrere al Tar contro le bollette truffaldine, e in mezzo si avverte che la Dad (Deutsche Adressdienst GmbH di Amburgo) sta inviando �a un gran numero di entit� titolari di siti internet� dei comunicati che sembrerebbero ufficiali e invece no, vogliono scroccare denari. E nel frattempo si apre un fronte apocalittico: �Non ci facciamo intimidire dai potentati economici cinesi, che non rispettano i diritti degli utenti e dei risparmiatori�.

Uomo di mondo

Ma non bisogna lasciarsi fuorviare. Non � tutto burocratico, cavilloso, polveroso come pare. Lannutti non � soltanto un fautore puntuto della trasparenza del bollettino postale. E� anche un uomo di genuina passione. Nelle brevi biografie di cui si dispone, si fa sovente cenno alle umili origini. Figlio di un contadino della provincia di Chieti, sa che cosa � la terra, che cosa sono i suoi frutti, le stagioni. E sa, soprattutto, che cosa sono i sacrifici. Poi � un uomo di mondo, e infatti ha sposato una donna francese. Conosce i mezzi di comunicazione, e la sua missione passa dalle cancellerie come dalle telecamere, e a chi lo dimenticasse ricorda sovente della volta in cui fu �il mandante della tentata consegna del tapiro d�oro all�ex governatore della Banca d�Italia, Antonio Fazio�. Questo asse col Gabibbo testimonia la vivacit� intellettuale di Lannutti. La cedolare secca non ha segreti, per lui. Ma se c�� da manifestare sotto Palazzo Koch, ricorre disinvoltamente alla gergalit� di piazza, e intona: �San Vittore / l�unico protettore / del risparmiatore�.

Comunista convinto

In Fazio, lo si sar� intuito, individu� il nemico mortale. Nel figlio pi� illustre di Alvito si conciliavano infatti le due categorie per le quali Lannutti ammazzerebbe: i poteri forti e la religione. E qui c�entrano i suoi esordi nella vita pubblica, compiuti nelle truppe di Democrazia proletaria. E� stato fra i fondatori di �Avvenimenti� con Mario Capanna e Lidia Menapace. Si dichiara �comunista convinto�. E quando infine Fazio cedette, per lui fu come la Rivoluzione d�Ottobre: �Festeggiamo la caduta di un tiranno�. Nella circostanza, il leader dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio, stil� una lista di possibili e autorevoli successori di Fazio: Lannutti e Tommaso Padoa-Schioppa, nell�ordine. Siccome invece venne nominato Mario Draghi, Pecoraro pens� di concedere a Lannutti il modo di incidere nella societ� dalle aule parlamentari. Alle scorse Politiche lo candid� per la Camera, ma neanche l�elettore lo premi�.

Extraparlamentare

Chi a questo punto avesse maturato il desiderio di conoscere Lannutti, sappia che dentro Montecitorio non lo trover�, ma fuori s�. Gira e rigira staziona con accoliti e cartelli sotto all�obelisco per sollecitare interventi risolutivi a proposito del caso Parmalat, o degli aumenti del bolli per le motociclette, o dell�infedelt� delle etichette alimentari, o delle rivendicazioni del sindacato gestori stabilimenti balneari. L�, intercetta gli amici deputati cui fa sottoscrivere una profusione di interrogazioni parlamentari che vuole bipartisan, perch� Lannutti � comunista, ma � fermamente persuaso che le tasche dei poveretti non abbiano colore. Poi intercetta i giornalisti che riportano le sue �accuse senza appello�, qualche volta variate in �bocciature senza appello�, e nelle cronache Lannutti non dice, non dettaglia, non sottolinea, non riferisce, lui �sbotta� o magari �tuona�.

Il filarino con Di Pietro

Uno cos�, che �Avvenimenti� lo fond� anche insieme con Leoluca Orlando, che qualific� Franco Carraro col titolo di �mammasantissima� dello sport corrotto, che invoca ritmicamente la terapia di San Vittore, che emette sentenze e stabilisce bocciature �senza appello�, uno cos� non poteva non avere un filarino con Antonio Di Pietro. I due si incontrarono nel �98 sul terreno comune. Entrambi sapevano quanto � dura la terra. Entrambi erano stati emigranti in Germania. Entrambi si erano riscattati negli allori accademici, Di Pietro laureandosi in legge, Lannutti in sociologia con Franco Ferrarotti. E poi erano affratellati da un�ansia di giustizia dai tratti raggelanti. Di Pietro accett�, per conto dell�Adusbef, di farsi �paladino dei piccoli azionisti�, e Lannutti si specchi� nei tempi e non gli dispiacque che il suo popolo d�iscritti venisse definito �rete di delatori civici�. Si riunirono a Roma, incazzatissimi, decisi a ribaltare tutto questo mondo che non va, e Lannutti osserv�: �Adesso va di moda, ma a manifestazioni come queste io partecipo da quindici anni�. Mani pulite, insomma, era gi� in lui ben prima che spuntasse Mario Chiesa. E prosegue oggi, che Di Pietro ha la Mercedes blu, e Lannutti la foto sul sito col tapiro d�oro in mano.

Return

 

LA STAMPA luned� 27 novembre 2006

E-COMMERCE - Acquisti su Internet - Ecco come evitare le truffe e i furti

[FIRMA]BRUNO RUFFILLI

[\FIRMA]Cominci� male, l'avventura di Paypal: nato nel dicembre 1998 negli Usa, fu presto vietato in alcuni Stati e sub� un'infinit� di processi in molti altri. Eppure Confinity - cos� si chiamava allora - era un modo semplice per favorire la libera circolazione dei fondi tra persone e nazioni lontane, senza le lungaggini delle banche. Il metodo era effettivamente semplice, ma forse troppo, e in breve tempo si moltiplicarono le incursioni di hacker, le truffe, i tentativi di riciclaggio di denaro sporco. Peter Thiel, Max Levchin ed Elon Musk non si persero d'animo, e oggi PayPal vanta il pi� basso livello di perdite dovute a frodi (0,35 % contro l'1,10 % dei primi 150 siti di e-commerce).

Un sistema integrato

Dal 2002, Paypal � stato acquisito dal gruppo eBay, il leader mondiale delle aste online: oggi fa parte di un pacchetto di servizi con cui � possibile gestire ogni aspetto del commercio online: su eBay si pubblicano le inserzioni e si concludono le compravendite, tramite Skype si comunica con i potenziali acquirenti o si organizza un servizio di assistenza ai clienti, Paypal � il mezzo d'elezione per i pagamenti. Semplice, economico, alla portata di tutti; basta avere un indirizzo e-mail per inviare e ricevere fondi in 103 Paesi in tutto il mondo e in sedici valute diverse. Per questo si moltiplicano i siti di e-commerce che adottano Paypal come mezzo di pagamento, anche al di fuori dell'integrazione con eBay.

Come funziona

Il denaro viene prelevato dalla carta di credito (anche ricaricabile) del pagatore e trasferito su una sorta di conto virtuale, dove rimane a disposizione del ricevente. Questi pu� poi girarlo sul proprio conto corrente bancario o postale oppure utilizzarlo a sua volta per effettuare altri pagamenti. Tra i vantaggi di Paypal c'� la diffusione crescente (gli iscritti sono oggi 123 milioni), la velocit� delle transazioni e la sicurezza, garantita dal fatto che i dati sensibili non vengono rivelati agli altri utenti. E' un sistema molto versatile: c'� chi lo adopera per dividere il conto di una cena fra amici, chi ci raccoglie la somma necessaria per un regalo collettivo, e perfino genitori che lo usano per controllare le spese online dei figli. Permette a tutti di pagare, ma anche di incassare denaro: � un sistema P2P ("person to person" e non per "peer to peer", come nel caso dei software di trasmissione file online), perfetto per l'uso saltuario, ma valido anche per i venditori professionali.

Le critiche

Se Paypal � gratuito come strumento di pagamento, per il venditore comporta invece delle spese: una commissione minima di 0,35 euro per ogni transazione, pi� una percentuale variabile tra il 3,4 e l'1,9 % a seconda dell'importo. Cos�, specie per cifre molto basse, la somma delle commissioni di eBay e di Paypal diventa rilevante. C'� poi da sottolineare che, a differenza di quanto avviene con un conto corrente bancario, su quello virtuale il denaro non genera interessi per il cliente, quindi � preferibile non depositarvi cifre troppo elevate.

In Italia

Negli Stati uniti un acquirente su tre utilizza PayPal per gli acquisti online e il volume di pagamento complessivo gestito dalla societ� nel terzo trimestre del 2006 � pari a 9,1 miliardi di euro. Nel nostro Paese il servizio � attivo dal 2005 e gli iscritti hanno superato il milione: "Prevediamo un ulteriore aumento per le prossime festivit�", puntualizza Elena Antognazza, direttore marketing di PayPal Italia. "A Natale c'� il boom dell'e-commerce e le nostre ricerche mostrano che gli utenti italiani apprezzano la sicurezza e la rapidit� della nostra piattaforma e la preferiscono alle carte di credito".

Return

 

LA STAMPA luned� 27 novembre 2006

IL RISIKO BANCARIO - Si muove l�Mps: nozze assicurate

FEDERICO MONGA - GIANLUCA PAOLUCCI

Il Monte dei Paschi si muove. Giuseppe Mussari sta per mettere a segno il suo primo colpo da Presidente, con la scelta da del partner internazionale per giocare la partita della bancassicurazione. Un cda di Mps Vita, in settimana, dovrebbe analizzare le offerte selezionate dai consulenti JP Morgan e Mediobanca, che avrebbero predisposto una lista di cinque-sei candidati dopo una radicale scrematura rispetto alle circa 30 offerte pervenute. L�offerta nel complesso migliore, spiegano fonti finanziarie che seguono passo dopo passo il dossier, � ancora quella degli olandesi di Aegon. Anche se nelle ultime ore si sarebbe aggiunta una nuova offerta da parte di Munich Re che sarebbe �nettamente la migliore dal punto di vista economico�. Il rilancio dei tedeschi sarebbe stato recapitato ai consulenti di Rocca Salimbeni appena gioved� scorso, quando gi� la partita sembrava chiusa in favore degli olandesi. Al momento la bilancia penderebbe ancora verso Amsterdam. La proposta di Aegon darebbe infatti maggiori garanzie sul piano industriale, e con il gruppo olandese sarebbero gi� stati avviati dei contatti preliminari in vista di un accordo. D�altra parte nei giorni scorsi il direttore finanziario del gruppo dei Paesi Bassi era uscito allo scoperto, confermando l�interesse per l�acquisto di di una partecipazione in Mps Vita.

Accanto ai due gruppi sarebbero ancora in lizza anche i tedeschi di Talanx - terzi in Germania per raccolta premi, che non hanno nascosto l�interesse per diventare soci dei senesi - e la compagnia francese Cnp, che appena una settimana fa ha confermato ufficialmente di aver fatto un�offerta.

La chiusura dell�operazione dovrebbe comunque arrivare entro la fine dell�anno o, al pi� tardi, all�inizio del 2006. Con l�ingresso del partner internazionale Mps incasserebbe anche una cifra di tutto rispetto, dato che le valutazioni circolate per quota messa in vendita - il 50% - pur molto diverse tra loro, arrivano fino a circa un miliardo.

Ancora tutta da giocare invece l�altra grande partita che vede impegnato il presidente-avvocato di origine calabrese trapiantato a Siena: la �grande operazione�, il matrimonio della banca senese. Su questo fronte in realt� le bocce sono ancora ferme. Fonti senesi ritengono improbabili novit� nel breve termine e sostengono che nonostante l�attivismo di Mussari le spinte per lasciare tutto com�� sono ancora molto forti. Le stesse spinte avrebbero di fatto �congelato� il progetto con Antonveneta-Abn Amro, lasciandolo scivolare nel silenzio, nonostante sembrasse possibile far quadrare il cerchio consentendo una forte crescita dimensionale ma lasciando alla Fondazione Mps, guidata adesso da Gabriello Mancini, il ruolo di primo azionista. Tutto tace invece dalla Spagna, dove ciclicamente tornano le voci di un interesse verso Siena alternativamente del Santander del Bbva. L�ultima volta, quando un sito internet del Paese iberico ha scritto di una offerta di scambio azionario del Bbva su Mps, la Borsa ci ha creduto - o forse ci ha speculato - riversando forti acquisti sui titoli del Monte. Tutto tace invece verso Roma. Il matrimonio con Capitalia, l�altra grande zitella del sistema bancario italiano, pur sostenuto dalla politica romana - ma visto con favore anche da qualche socio dei due gruppi - non viene neppure preso in considerazione da Siena.

Return

 

LA STAMPA luned� 27 novembre 2006

IL NOME & L�AFFARE - A Faissola dimostrare che l�Abi c�� ancora

[FIRMA]VALERIA SACCHI

La fusione tra Banche Popolari Unite e Banca Lombarda e Piemontese lascer� a Corrado Faissola pi� tempo libero per occuparsi dell'Abi, di cui da giugno � presidente.

Dal primo aprile, egli passer� infatti dalle fatiche di amministratore delegato della Lombarda alla meno impegnativa poltrona di vicepresidente del consiglio di gestione della superpopolare. E di tempo ne ha bisogno perch� oggi l'Associazione Bancaria Italiana non � pi� quel comodo ritiro nel quale i predecessori vivevano protetti dal �sistema� Bankitalia. Dell'impatto con il mare aperto il settantunenne Faissola ha gi� avuto un assaggio alla prima assemblea. Quando il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa, insistendo sul tema del rinnovamento �morale�, l'ha invitato a vigilare affinch� la normale �cooperazione� fra istituti non scivoli nella �collusione.

E il governatore Mario Draghi ha denunciato l'�inerzia strategica� delle banche italiane, spronandole all'azione per non finire in serie B. Faissola ha preso atto, ma subito ha inciampato in una circolare (poi ritirata) che, nell'affrontare l'abolizione delle spese di chiusura del conto corrente voluta dal decreto Bersani, salvava una serie di oneri che andavano nel senso opposto. Col risultato di venir attaccato da tutti: dal ministro, dal presidente dell'Antitrust Antonio Catrical� e dalle associazioni dei consumatori. Ora avr� il suo bel daffare per risalire la china, far ricredere gli azionisti che non hanno sostenuto la sua candidatura come Profumo e dimostrare che l'Abi � ancora viva. I pochi che lo conoscono bene dicono che ce la far�, perch� questo ligure che non ama il proscenio � un marciatore tenace che viene fuori nella distanza. Il pericolo � che il mondo intorno corra pi� di lui.

Return

 

LA STAMPA luned� 27 novembre 2006

Al guidatore serve la doppia assicurazione

Giuseppe Alberti

TORINO - Una delle polizze che sta prendendo sempre pi� piede sul nostro mercato � quella che riguarda gli infortuni dei conducenti auto. Questo tipo di polizza, in pratica, cerca di avvicinarsi alla copertura obbligatoria �rc auto� riservata ai trasportati. Come � risaputo, infatti, la legge in materia non fa rientrare nella formula assicurativa �rc� chi conduce il veicolo. Due possibilit�: la prima riservata a chi guida un�auto, anche se non di sua propriet�, e quella che garantisce il rischio infortuni per chi usa una determinata auto. In questi casi le rispettive tariffe sono essenzialmente identiche, mentre si differenziano in base alle prestazioni previste. Facciamo alcuni esempi. Per un tetto di copertura di 150 mila euro per il caso di decesso, altrettanti nell�ipotesi di invalidit� permanente, oltre alla cifra di 2500 euro per il rimborso delle spese di cura, il costo annuo pu� risultare di 160 euro. C�� la clausola che la societ� assicuratrice rinuncia al diritto di rivalsa nei confronti del responsabile del sinistro. In parole povere, se si viene tamponati riportando, per ipotesi, il colpo di frusta, l�infortunato incasser� quanto gli spetta per la polizza infortuni pi� ci� che gli � dovuto da parte della compagnia che assicura il responsabile del sinistro. Di solito, � prevista una franchigia che giostra attorno al 3% a partire dai 100 mila euro in su: se il grado invalidante � � poniamo � del 5% e la somma assicurata � di 100 mila euro all�infortunato andranno 3000 euro e non 5000.

Return

 

LA STAMPA luned� 27 novembre 2006

Unicredit schiera una barriera di certificati - Novembre � stato molto effervescente dal punto di vista delle emissioni di certificati di investimento in Piazza Affari.

In pochi giorni il listino del Sedex si � arricchito di 64 nuovi strumenti, di cui 53 targati Unicredito. In particolare, sono nati �titoli con protezione� (Equity protection) che riguardano sette blue chip italiane e tre indici azionari. Per tutti Unicredito mette a disposizione due strike (gli obiettivi di riferimento) differenti. E, per ogni strike, offre la partecipazione al rialzo al 50% o al 100%. La protezione � totale per tutti gli strike, ma cambia la modalit� di adeguamento del prezzo: in pratica una partecipazione del 100% indica che il prezzo del certificato riflette totalmente il movimento del titolo o dell'indice, mentre chi ha maggiori esigenze di protezione del capitale (e quindi � disposto a rinunciare alla met� dell'eventuale rialzo) pu� scegliere uno strike con partecipazione dimezzata, spendendo meno. Cos� chi vuol partecipare all'attuale fase positiva della Borsa pu� dotarsi un paracadute rinunciando ad una parte dei possibili guadagni.

Gli indici azionari su cui si potr� investire con la garanzia del ritorno del capitale fra due anni, cio� a scadenza, sono il tecnologico Nasdaq100, il Nikkei 225 e l'italiano S&P/Mib. Per quanto riguarda i titoli azionari si pu� scegliere di investire con protezione su Enel, Generali, Mediaset, Eni, Stm, Telecom Italia e Capitalia. Per quest'ultimo, l'emissione prevede anche un Bonus certificate: il titolo bancario capitolino � tra i quattro sottostanti su cui Unicredito ha costruito un certificato che premia l'investitore a scadenza con un rendimento predefinito, minimo 20%, a patto che nei 30 mesi di vita del prodotto, il titolo non perda pi� del 20% del suo valore; in tal caso si perder� l'opzione Bonus e si parteciper� solo al risultato finale del sottostante. \

-Oscar Wilde-

Per acquistare popolarit� bisogna essere una mediocrit�.

 

 

Return