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a cura di

Giovanni Corsaro

Esecutivo Nazionale FABI Giovani

LA GRANDE SCOMMESSA

“Alla fine degli anni '70 lavorare in

banca non era particolarmente red-

ditizio: era una rottura di palle, un

lavoro per sfigati, come fare l'assi-

curatore o il contabile. Se lavorare

in banca era noioso, allora il reparto

obbligazioni era da vero e proprio

coma. Sappiamo come funziona: gli

dai il tuo mocciosetto quando com-

pie 15 anni e forse a 30 avrai gua-

dagnato 100 dollari... che noia! Fin-

ché Lewis Ranieri non compare sul-

la scena di Salomon Bankers...”.

Così comincia il suo racconto “La

grande scommessa (

The Big Short

- 130' USA 2015)” e già dai primi

minuti, ascoltando questo frizzante

monologo, lo spettatore comprende

subito cosa lo aspetterà nelle due

ore successive: un caleidoscopio di

suoni, immagini e racconti che si

intrecceranno e si avviteranno tra

di loro per raccontare una delle pa-

gine economiche più buie e contro-

verse degli ultimi anni: la bolla im-

mobiliare culminata con la crisi del

2008 e il conseguente crollo dei

mercati mondiali. A metà tra il do-

cumentario e la fiction, viene rac-

contata con grande precisione e

competenza tecnica la nota vicenda

dei mutui sub-prime, da molti di

noi vissuta in quegli anni con non

poche preoccupazioni. Quello che,

tuttavia, in pochi conoscevano è che

un gruppo di investitori, non pro-

prio “istituzionali” anzi dei veri e

propri outsider, per una serie di al-

terne vicende e coincidenze aveva

capito in anticipo quello che stava

succedendo e, nonostante la diffi-

denza del sistema bancario, riuscì a

“scommettere” proprio sul crollo

dei mercati, guadagnando vagonate

di soldi. Il film, prodotto da Brad

Pitt, è diretto da Adam McKay e

vanta un cast di tutto rispetto: Chri-

stian Bale, Ryan Gosling, Steve Ca-

rell, oltre allo stesso Pitt; il soggetto

è tratto dal libro best-seller di Mi-

chael Lewis. Molto curata la regia e

particolarmente apprezzabile la co-

lonna sonora. Da “addetti ai lavori”

riteniamo che riuscire a fare funzio-

nare una pellicola con un così alto

tasso di tecnicismi e spiegazioni di

tipo finanziario non sia per niente

facile. In più, oltre all'aspetto squi-

Cinema

inema

C

FILM

DA

NON

PERDERE

sitamente didascalico, il regista rie-

sce a caratterizzare dei personaggi

con una psicologia veramente com-

plessa e profonda inmaniera molto

credibile, creando unmix che riesce

a tenere incollato alla poltrona lo

spettatore per le oltre due ore di du-

rata del film.

Un vero pugno nello stomaco, in-

somma, che mette davanti ai nostri

occhi, in maniera immediata, tutto

il peggio di quel mondo della finan-

za che è il pane quotidiano per molti

di noi e che, quindi, non fa altro che

lasciarci tutta una serie di interro-

gativi ai quali ognuno sentirà l'esi-

genza di dovere rispondere. “Fare

soldi non è come pensavo che fos-

se... Tutte le persone che rispettavo

non mi rivolgeranno più la parola

se non tramite gli avvocati” questo

lo sfogo di Michael Burry (C. Bale)

dopo avere “vinto” la sua scommes-

sa, seppure con la consapevolezza

del disastro economico che incom-

beva.

La pellicola sta riscuotendo un

buon successo da parte sia del pub-

blico sia dalla critica specializzata.

Oltre a svariati riconoscimenti ha

ricevuto 4 nomination ai Golden

Globe e 5 nomination agli Oscar tra

cui miglior film e miglior regia.

In conclusione, la rappresentazione

del sistema bancario non esce mol-

to bene dal lavoro di McKay. Il fi-

nale laconico non fa che accrescere

questo senso di “imbarazzo” di

fronte a quanto visto, ma ci piace

pensare che le cose possano cam-

biare e che il cambiamento debba

cominciare da ciascuno di noi. Da

vedere assolutamente.

19

Febbraio

/

Marzo 2016