cio, il risultato resta sconfortante: tra il 2011 e il 2014
una riduzione del 4,4%.
Insomma, molti top manager dovrebbero fare propri
i moniti dell’Oracolo di Delfi che Platone erge a prin-
cipi dell’etica: conosci te stesso e realizzati secondo
misura. Altrimenti non ci rimane che pensare ad un
elaborato e perverso sistema di merito al contrario.
Se i moniti dell’Oracolo non fossero sufficienti, si sta
già attrezzando la Banca d’Inghilterra, che sta propo-
nendo nuove regole per prevedere che, laddove emer-
gessero comportamenti dannosi per la banca, gli ex
numeri uno potrebbero essere obbligati a restituire i
bonus, anche se hanno cambiato azienda. Oppure, in
alcuni Paesi è già previsto che i banchieri condannati
per frode possano essere obbligati a restituire persino
gli ultimi dieci anni di stipendi. Nella nuova era del
bail-in sarebbe una garanzia in più per i lavoratori e i
risparmiatori.
Tutto questo, tuttavia, non basta. Occorre un nuovo
modo di fare banca, che non sia collegato alla ricerca
spasmodica di risultati di breve termine e che possa
essere vicino al territorio, alle famiglie e alle imprese.
ditoriale
E
Noi pensiamo sia possibile mantenere i livelli occu-
pazionali e, forse, anche garantire nuova occupazione,
tenendo certo presente di come è cambiato il mondo
e dimostrando che è ancora possibile portare la gente
allo sportello. La nostra sfida per un nuovo modello
di banca e per maggiore democrazia economica nella
gestione delle imprese è una battaglia importantissi-
ma che riguarda tutti, anche e soprattutto la colletti-
vità.
n
4
Editoriale
PER QUEI TOP MANAGER CHE
ATTUANO COMPORTAMENTI DANNOSI
CI VOGLIONO PENE SEVERE CHE
PREVEDANO, COME IN ALTRI PAESI,
ANCHE LA RESTITUZIONE DI ANNI DI
BONUS E STIPENDI. NELL’ERA DEL
BAILLIN SAREBBE UNA GARANZIA IN PIÙ
PER I LAVORATORI E I RISPARMIATORI.
AL FIANCO DEI CONTROLLI VOGLIAMO,
PERÒ, UN NUOVO MODELLO DI BANCA
AL SERVIZIO DEL PAESE E MAGGIORE
DEMOCRAZIA ECONOMICA NELLA
GESTIONE DELLE IMPRESE