di Nettuno
19
Giugno / Luglio 2016
Marketing
sembra che nell’ultimo anno ogni
utente abbia pubblicato quasi un
quarto dei contenuti personali in
meno rispetto all’anno precedente.
Il bello è che questa allarmante si-
tuazione sembra essere diretta
conseguenza della crescita espo-
nenziale del social, che ogni anno
vede in numero di iscritti aumen-
tare fortemente.
La crescita degli utenti, infatti,
porta con sé una sempre maggiore
probabilità di incrociare nella piaz-
za virtuale non solo amici e paren-
ti, ma anche colleghi e conoscenti.
Aumenta, dunque, il pubblico po-
tenzialmente “interessato” ai no-
stri contenuti, e parallelamente
l’ansia di ognuno di noi nel condi-
videre e commentare la “vita pri-
vata e lavorativa” davanti ad au-
dience sempre più ampie.
al lavoro per sviluppare una stra-
tegia che possa invertire il trend.
Anche perché meno informazioni
personali ci sono, più diventa com-
plicato profilare gli utenti e cono-
scerli, per proporre loro contenuti
pubblicitari specifici.
Quale allora il possibile piano sal-
vataggio? Diverse le possibili stra-
tegie. Secondo alcuni, come ad
esempio la testata Fortune, una
strada potrebbe essere la semplifi-
cazione delle impostazioni relative
alla privacy, attualmente molto
complicate e poco comprensibili ai
più. Un’altra soluzione potrebbe,
invece, arrivare da una rivisitazio-
ne della grafica tale da rendere più
visibile e accattivante lo spazio per
la pubblicazione dei contenuti. Ter-
za soluzione, diversa dalle prime,
sarebbe quella di puntare tutto su
Messenger, l’applicazione di mes-
saggistica sviluppata da Facebook,
inizialmente sua chat interna, ora
un software esterno a tutti gli ef-
fetti. Messenger conta, infatti, 900
milioni di utenti e viene prevalen-
temente utilizzato per scambiare
idee, commenti e informazioni per-
sonali. Tutto quello che, insomma,
sta scomparendo da Facebook.
Secondo i più pessimisti la ridu-
zione dei post personali è la dimo-
strazione che il social ha raggiunto
ormai il suo punto più alto e che,
quindi, stia per iniziare la discesa
con un’inevitabile crisi per il suo
modello.
Conoscendo, tuttavia, il “mago”
Mark Zuckerberg, ci vien da pen-
sare che anche in questa fase di
transizione saprà tirar fuori dal ci-
lindro “l’effetto speciale”.
n
Contenuti personali che, invece,
vengono sempre più sostituiti da
link a pagine web o video in arrivo
da terzi, che poi a loro volta sono
condivisi, in maniera spesso ripe-
titiva. Vero è che queste pagine so-
no fonte di importanti ricavi e fan-
no di Facebook la porta di ingresso
al web, ma forse ci si è spinti troppo
in là. A tal punto che, sempre se-
condo “The Information”, pare che
il team di Mark Zuckerberg sia già
QUESTA ALLARMANTE
SITUAZIONE SEMBRA
ESSERE DIRETTA
CONSEGUENZA DELLA
CRESCITA
ESPONENZIALE
DEL SOCIAL