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Forlì

Musei San Domenico

PiazzaGuido daMontefeltro 12

Sino al 18 giugno 2017

di

Frog

21

Arte&cultura

Aprile

/

Maggio 2017

nalismo del Déco appare sostan-

ziale. L’idea stessa di modernità, la

produzione industriale dell’oggetto

artistico, il concetto di bellezza nel-

la quotidianità mutano radical-

mente: con il superamento della li-

nea flessuosa, serpentina e asim-

metrica legata ad una concezione

simbolista che vedeva nella natura

vegetale e animale le leggi fonda-

mentali dell’universo, nasce un

nuovo linguaggio artistico. La

spinta vitalistica delle avanguardie

storiche, la rivoluzione industriale

sostituiscono al mito della natura,

lo spirito della macchina, le geo-

metrie degli ingranaggi, le forme

prismatiche dei grattaceli, le luci

artificiali della città.

Nell’ambito di una riscoperta re-

cente della cultura e dell’arte negli

anni Venti e, segnatamente, di quel

particolare gusto definito “Stile

1925”, dall’anno della nota Esposi-

zione universale di Parigi dedicata

alle Arts Decoratifs, da cui la for-

tunata formula Art Déco, che ne

sancì morfologie e modelli, nasce

l’idea di una mostra che proponga

immagini e riletture di una serie di

avvenimenti storico-culturali e di

fenomeni artistici che hanno attra-

versato l’Italia e l’Europa nel pe-

riodo compreso tra il primo dopo-

guerra e la crisi mondiale del 1929,

assumendo via via declinazioni e

caratteristiche nazionali, come

mostrano non solo le numerosissi-

me opere architettoniche, pittori-

che e scultoree, ma soprattutto la

straordinaria produzione di arti

decorative.

Il gusto Déco fu lo stile delle sale

cinematografiche, delle stazioni

ferroviarie, dei teatri, dei transa-

tlantici, dei palazzi pubblici, delle

grandi residenze borghesi: si trat-

tò, soprattutto, di un formulario

stilistico, dai tratti chiaramente ri-

conoscibili, che ha influenzato a li-

velli diversi tutta la produzione di

arti decorative, dagli arredi alle ce-

ramiche, dai vetri ai ferri battuti,

dall’oreficeria ai tessuti alla moda

negli anni Venti e nei primissimi

anni Trenta, così come la forma

delle automobili, la cartellonistica

pubblicitaria, la scultura e la pittu-

ra in funzione decorativa.

Le ragioni di questo nuovo sistema

espressivo e di gusto si riconosco-

no in diversi movimenti di avan-

guardia (le Secessioni mitteleuro-

pee, il Cubismo e il Fauvismo, il

Futurismo) cui partecipano diversi

artisti quali Picasso, Matisse, Lho-

te, Schad, mentre tra i protagonisti

internazionali del gusto vanno

menzionati almeno i nomi di Ru-

hlmann, Lalique, Brandt, Dupas,

Cartier, così come la ritrattistica

aristocratica e mondana di Tamara

de Lempicka e le sculture di Chi-

parus, che alimenta il mito della

danzatrice Isadora Duncan.

Ma la mostra ha soprattutto una

declinazione italiana, dando ragio-

ne delle biennali internazionali di