di
Simone Capuani
Esecutivo Nazionale FABI Giovani
Enogastronomia
Aprile
/
Maggio 2017
27
nogastronomia
E
ILDONODELLE
L
e api esistono da molto pri-
ma che l’uomo facesse la sua
comparsa sulla terra. Sono
insetti speciali, trattati con grande
rispetto da tutte le popolazioni nel
corso dei secoli. Una specie anima-
le non addomesticabile, ma che
con l’uomo ha da tempo un rap-
porto simbiotico. L’apicoltura nelle
sue svariate forme si trova in tutte
le civiltà, poiché il miele è da sem-
pre considerato un alimento pre-
zioso, ricco e ambito.
La parola miele deriva dall'ittita
melit
. Per millenni, ha rappresen-
tato l'unico alimento zuccherino
concentrato disponibile. Le prime
tracce di arnie costruite dall'uomo
risalgono al VI millennio a.c. circa.
Nell'antico Egitto il miele era mol-
to apprezzato e impiegato per una
molteplicità di usi alimentari e
non. Risalgono a 4000 anni fa le
prime notizie di apicoltori che si
spostavano lungo il Nilo per segui-
re, con le proprie arnie, la fioritura
delle piante. Gli Egizi usavano de-
porre accanto alle mummie grandi
coppe o vasi ricolmi di miele per il
loro viaggio nell'Aldilà, alcuni dei
quali sono stati rinvenuti durante
gli scavi ancora perfettamente si-
gillati e commestibili. Dalla deci-
frazione dei geroglifici è risultato
palese che ricette a base di miele
erano impiegate non solo ad uso
alimentare, ma anche medico, per
la cura di disturbi digestivi e per la
produzione di unguenti per piaghe
e ferite.
I Sumeri lo impiegavano in creme,
mentre i Babilonesi ne facevano
uso culinario. Nel Codice di Ham-
murabi si ritrovano articoli che tu-
telano gli apicoltori dal furto di
miele dalle arnie.
La medicina ayurvedica, già 3.000
anni fa, considerava il miele come
purificante, afrodisiaco, dissetan-
te, vermifugo, antitossico, regola-
tore, refrigerante, stomachico e ci-
catrizzante. Per ogni specifico caso
era indicato un differente tipo di
miele: di ortaggi, di frutti, di cerea-
li o di fiori.