Istat
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Settembre / Ottobre 2017
ha voluto sottolineare l'head hun-
ter Carola Adami «e nemmeno
parlare di una più alta incidenza di
lavori part time e di pensioni più
basse è errato. È però anche vero
che in Italia il gap salariale è me-
diamente minore rispetto al resto
del mondo». Stando ad uno studio
Accenture, infatti, a livello mon-
diale una donna guadagna 100
dollari ogni 140 guadagnati da un
uomo. In Italia, invece, questo gap
si riduce a 131 dollari ‘maschili’
ogni 100 ‘femminili’. Non è certo
un risultato lusinghiero, ma è pur
sempre meglio di quanto fatto da-
NEL SETTORE
CREDITO I DATI SONO
IN CONTROTENDENZA
GRAZIE AL SINDACATO
gli altri Paesi europei. Nell'UE, in-
fatti, il divario medio relativo ad
ogni singola ora lavorata tra uomi-
ni e donne è pari al 16,3%, mentre
in Italia (e in Lussemburgo) questa
differenza si ferma al 5,5%. In In-
ghilterra, invece, sfiora il 21%, per
oltrepassare invece il 22% in Ger-
mania.
Sono dunque queste le luci e le
ombre del mercato del lavoro fem-
minile in Italia: il dato maggior-
mente positivo è quello secondo il
quale nell'ultimo decennio, nono-
stante la crisi economica, il tasso
di occupazione femminile è co-
munque cresciuto, soprattutto in
settori come quello del credito.
«Non si può negare – la spiegato
la Adami – la maggiore volontà di
adattamento delle donne, che ac-
cettano sempre più di adattarsi a
lavori flessibili come i part-time o
il telelavoro».
n
fermandosi a 103,2. Nonostante
una formazione scolastica ed acca-
demica mediamente migliore, pe-
rò, le donne continuano ad ave-
re maggiori problemi non solo nel-
l'ingresso, ma anche nella perma-
nenza nel mercato del lavoro:
guardando ai laureati magistrali,
dopo 5 anni dalla laurea il 90% de-
gli uomini è infatti occupato, di
contro al 80% delle donne; i primi
vantano un contratto a tempo in-
determinato per il 58% dei casi,
mentre le seconde si fermano al
48%. Nello stesso frangente, anche
lo stipendio medio risulta concre-
tamente diverso. Sempre a cinque
anni dalla laurea, infatti, lo stipen-
dio medio maschile è di 1.624 eu-
ro, di contro ai 1.354 euro di quello
medio delle colleghe, il tutto a pa-
rità di ogni altra condizione. «Non
è quindi certo un errore parlare di
donne sottostimate e sottopagate»