a cura di
Giovanni Corsaro
Esecutivo Nazionale FABI Giovani
IN BICI SENZA SELLA
“E
ssere giovani vuol dire te-
nere aperto l’oblò della
speranza, anche quando il
mare è cattivo e il cielo si è stancato
di essere azzurro”.
Non sappiamo se Bob Dylan pen-
sasse alla situazione economica at-
tuale, quando pronunciò questa
frase, ma senza dubbio fu davvero
profetico. In ogni caso l’immagine
dell’oblò aperto in mezzo alla tem-
pesta rende perfettamente l’idea di
quello che la nostra generazione
sta attraversando. Un variopinto
affresco di questa situazione è rap-
presentato molto bene nell’origi-
nale “In bici senza sella” (ITA 120’
- 2016) pellicola corale firmata da
sette giovani registi esordienti, che
affronta il tema spinoso del rap-
porto a dir poco “problematico” tra
i giovani e il lavoro.
Il film, a cavallo tra la commedia
pura e la denuncia sociale, si svi-
luppa attraverso sei episodi “a te-
ma”, molto diversi tra di loro an-
che nel linguaggio propriamente
cinematografico, ma tutti legati da
un unico
fil-rouge
: la battaglia
quotidiana che molti giovani in-
gaggiano con il mondo per trovare
un posto che possa dare loro la
tranquillità, la stabilità e, in defi-
nitiva, la dignità.
Tra alti e bassi abbiamo trovato al-
cune cose abbastanza interessanti:
bello l’episodio “il parassita” nel
quale il protagonista recita con la
sola mimica facciale senza pronun-
ciare una sola parola, ma anche
“Curriculum-Vitae” nel quale un
giovane laureato iper-qualificato
affronta le difficoltà nel trovare un
impiego proprio a causa del suo
curriculum (“ma quanti master
dobbiamo fare prima di iniziare a
lavorare!”). Il lavoro risulta inte-
ressante, ma ho avuto la sensazio-
ne, per la fretta di produrre un la-
voro di “denuncia”, ci si sia un un
Cinema
inema
C
FILM
DA
NON
PERDERE
po’ dimenticati di curare maggior-
mente l’aspetto “artistico” della
produzione. Per carità, dal punto
di vista tecnico, il tutto è confezio-
nato molto bene: bella la fotogra-
fia, il montaggio ed anche la colon-
na sonora, carine le molte citazioni
sparse qui e là (da
Indiana Jones
ai
Guerrieri della notte
passando
per Checco Zalone). Resta, comun-
que, l’impressione di un lavoro un
po’ troppo manierista e senza un
respiro più ampio che, francamen-
te, con un piccolo sforzo in più,
avrebbe potuto rendere la pellicola
una pietra miliare del genere. È in-
teressante notare – in linea con la
tendenza del momento – come il
film sia stato finanziato grazie ad
un progetto di crowdfunding sulla
piattaforma internazionale Indie-
gogo.com,sistema di micro finan-
ziamento che sta rivoluzionando la
modalità di gestione finanziaria di
progetti di ogni tipo. La pellicola è
stata premiata come miglior lun-
gometraggio allo scorso “Toronto
Independent Film Festival” ed ha
avuto critiche lusinghiere dal
Guardian e dal Financial Times.
Curioso il sostegno di un attore del
calibro di Colin Firth, che ha con-
tribuito alla promozione del film.
Da vedere in ogni caso, per il modo
in cui gli autori non si abbandona-
no al pessimismo, ma – con un sa-
piente utilizzo dell’humour e del
non-sense
– riescono ad ottenere
un risultato divertente, grottesco,
ed in definitiva efficace. Ci sarem-
mo aspettati un episodio incentra-
to sul mondo sindacale, magari po-
trebbe essere un’idea da sviluppare
per un eventuale sequel.
n
19
Settembre
/
Ottobre 2017