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etteratura

L

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D

ue fratelli, un amico, un cane e, soprattutto, una malattia che

colpisce ed uccide gli adulti. I bambini, che ne sono fortunata-

mente immuni, devono imparare a farcela. Da soli, o comunque

solo con l’aiuto del libro d’istruzioni lasciato dalla mamma prima di

morire.

Questo è

Anna

, l’ultima creazione di Niccolò Ammaniti. Molta critica

ha battezzato il testo come il migliore dello scrittore. Personalmente lo

trovo all’altezza di Ammaniti nella fluidità d’espressione, nella capacità

di rendere in modo unico il paesaggio che circonda i protagonisti, i

loro stati d’animo. Ma non credo sia il suo capolavoro. Forse per la sto-

ria che racconta, esasperatamente surreale.

Eroina del libro è Anna, una ragazzina di circa 13 anni, che sente sulle

sue spalle il peso della maturità, che ancora non ha, ma che le è neces-

saria per la sua sopravvivenza e, soprattutto, per quella di Astor, il fra-

tello più piccolo di cui è ora responsabile.

Nel libro c’è un po’ di tutto: c’è un viaggio, quello che attraversa la Si-

cilia; c’è la fantasia (tanta) di una malattia che porta morte dai 14 anni

in su, la Rossa; c’è l’iniziazione alla maturità; c’è la paura, di morire, di

non farcela, di deludere la mamma, di perdere il fratello; c’è il dolore

per la morte dei cari; c’è l’amore.

Tra visioni apocalittiche, cadaveri e malati come zombie, filtra una

luce. La speranza.

Letteratura

NICCOLÒ AMMANITI

ANNA