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a cura di

Giovanni Corsaro

Esecutivo Nazionale FABI Giovani

LO STAGISTA INASPETTATO

L

a dinamica demografica dell'ul-

timo trentennio ha generato tut-

ta una serie di fenomeni che desta-

no l'interesse di economisti, socio-

logi e – più in generale – dell'opi-

nione pubblica. Se da una parte l'al-

lungamento della speranza di vita

sta costringendo governi e legisla-

tori a riformare i sistemi pensioni-

stici, spostando sempre più in

avanti l'uscita dal mondo del lavoro,

si affacciano sulla ribalta i “nuovi”

settantenni: pensionati, perlopiù

benestanti, ancora in buona forma

fisica e soprattutto con una gran-

dissima voglia di sentirsi utili e at-

tivi. Proprio uno di questi arzilli

nonnetti, interpretato da un sempre

ottimo Robert De Niro, è il prota-

gonista della pellicola di cui parle-

remo:

Lo stagista inaspettato

(

The

intern

- 121' - USA 2015).

Non soddisfatto dalla tranquilla vi-

ta da pensionato, tra lezioni di yoga

e funerali, Ben decide di partecipare

ad un programma di “senior inter-

nship” promosso da una innovativa

azienda di e-commerce guidata dal-

la giovanissima Jules (Anne Hatha-

way) e si rimette in gioco come sta-

gista al fianco del boss. Da questa

situazione iniziale la trama si svi-

luppa senza troppi scossoni tramo-

menti divertenti e situazioni com-

moventi fino al finale assolutamen-

te ordinario, ma comunque efficace.

Il Film – una commedia sentimen-

tale classica – è confezionato vera-

mente bene: ottima la regia di Nan-

cyMeyers, il ritmo non calamai per

tutte le due ore di proiezione. Otti-

me le prove di recitazione dei pro-

tagonisti: su De Niro c'è poco da di-

re, un maestro sia nei ruoli dram-

matici sia in quelli più “leggeri”, la

Hathaway è una piacevole confer-

ma quando recita accanto a mostri

sacri come nell'ottimo

“Il diavolo

veste Prada”

del 2006 con Meryl

Streep. Efficace la colonna sonora e

la fotografia. Una produzione “one-

sta” che riesce a intrattenere bene e

merita di essere vista. Quello che ci

ha colpito particolarmente è la

quantità di spunti di riflessione che

scaturiscono dalla visione. Per co-

minciare la questione generaziona-

le: l'anziano Ben si ritrova molto

Cinema

inema

C

FILM

DA

NON

PERDERE

presto a diventare un punto di rife-

rimento per i suoi giovanissimi col-

leghi, dispensando consigli non so-

lo di tipo professionale (molto cari-

na la spiegazione dell'utilità del faz-

zoletto da taschino). A dire il vero

la generazione dei “nativi digitali”

non fa una gran bella figura al co-

spetto della “vecchia scuola”, ma la

regista si guarda bene dal dare un

giudizio definitivo, che viene rimes-

so allo spettatore. Interessante la fi-

nestra che viene aperta sulla “new

economy” davanti ai nostri occhi si

materializza in tutta la sua potenza

una

“web start-up”

di successo,

un'azienda che in pochi mesi dà la-

voro a oltre 200 persone e dove i

ritmi sono a dir poco schizofrenici.

Un ulteriore aspetto degno di nota

è la questione di genere. Jules è una

giovane donna che ha creato dal

nulla un business di successo. Ma è

anche madre e moglie, e questa

condizione rischia di compromet-

tere la sua folgorante carriera. As-

sistiamo, quindi, ad un curioso ri-

baltamento dei ruoli tra la donna e

l'uomo che, a dispetto di un'eman-

cipazione – a parole – compiuta,

mette lo spettatore di fronte alla

storica scelta da fare tra la famiglia

e il lavoro. C'è da dire che in questo

caso la sceneggiatura prende una

posizione netta, a favore del secon-

do, ma sull'argomento si potrebbe

dibattere veramente all'infinito.

In definitiva una pellicola che pia-

cerà a molti, giovani e meno giova-

ni, uomini e soprattutto donne.

Uscito in Italia alla fine del 2015 si

trova già nei circuiti di home video.

Un'ottima scelta per passare una

piacevole serata.

n

23

Aprile

/

Maggio 2016