etteratura
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ella Roma cinquecentesca dominata dagli intrighi di Palazzo
Pontificio, Fabio Delizzos ambienta il suo giallo mozzafiato. Im-
possibile annoiarsi tra pagine ricche di avvincenti sotterfugi,
dove Raphael Dardo, mercante d’arte di Cosimo de’ Medici, si muove
con
savoir faire
per recuperare le opere d’arte che l’Inquisizione è de-
cisa a far sparire.
Siamo nel 1555, nei giorni in cui la città eterna è in attesa di avere il
suo nuovo comandante, il pontefice Paolo IV, il papa del ghetto ebraico.
Non a caso il collezionista di quadri perduti è un ebreo, Ariel Colorni,
esperto di arti alchemiche.
Come ogni giallo che si rispetti, il racconto si apre con un omicidio. Il
corpo di una giovane donna viene ripescato dal Tevere. Il suo viso è
noto in città, perché la ragazza ha posato come modella per molti artisti.
L’inquisizione, però, si concentra su un artista in particolare, l’Anoni-
mo. I suoi dipinti sono di così rara bellezza che la Chiesa è convinta
siano frutto del demonio.
Parte così la caccia all’uomo. Da una parte l’Inquisizione vuole il suo
assassino. Dall’altra Dardo vuole l’artista misterioso e maledetto. Ma
tra bordelli e osterie, monasteri e labirinti, Raphael si troverà, suo mal-
grado, implicato in qualcosa di pericoloso.
Chi è veramente l’Anonimo?
La critica è stata concorde nel valutare Fabio Delizzos assolutamente
all’altezza del paragone con il miglior Ken Follet. I personaggi sono co-
struiti con fantastica maestria, nella psicologia, nei tratti somatici e
negli stili di vita.
L’arte, che fa da sfondo allo sviluppo della storia, sale prepotentemente
in primo piano con dei rimandi che sembrano dipingere un grande af-
fresco. Come se, in quell’istante, si stesse effettivamente vivendo l’ope-
ra. Con i suoi colori, i suoi profumi, le sue emozioni. Scrittura semplice,
ma avvincente che permette una lettura tutta d’un fiato.
Letteratura
FABIO DELIZZOS
IL COLLEZIONISTA
DI QUADRI PERDUTI