a cura di
Giovanni Corsaro
Esecutivo Nazionale FABI Giovani
SMETTO
QUANDO VOGLIO
LA TRILOGIA
L
a storia del cinema è costel-
lata di “saghe” più o meno
lunghe, alcune famosissime,
altre sconosciute, che abbracciano
tutti i generi: dalle celebri serie fan-
tasy come “Il signore degli anelli” o
“Harry Potter” ai titoli di azione co-
me “Rocky”, “Rambo” o “Indiana
Jones” o di fantascienza, come
”Star Wars” e “Matrix”. Non neces-
sariamente una saga cinematogra-
fica è sinonimo di cinema di “cas-
setta” o “popolare”; anche il cinema
d’autore si è cimentato con questo
particolare “genere”: ricordiamo –
tra tutte – la bellissima trilogia di
Kieslowski (Tre colori: Film Blu,
Film Bianco e Film Rosso). Nel pa-
norama cinematografico italiano,
ricordiamo le commedie (e il pen-
siero corre al mitico Totò o al più
recente Paolo Villaggio con i suoi
“Fantozzi” e “Fracchia”), gli “Spa-
ghetti Western” o i polizieschi anni
‘70 con l’indimenticato Tomas Mi-
lian e il suo “Er Monnezza”.
Una “saga” è molto più di quello
che può essere un semplice “segui-
to” della storia. Spesso – special-
mente quando il film originario ha
avuto un ottimo successo – costrui-
re una serie che possa confermarne
o addirittura migliorarne il gradi-
mento presso il pubblico appare
una vera e propria sfida per autori
e sceneggiatori. Questo obiettivo è
stato sicuramente raggiunto dal-
l’ottimo “Smetto quando voglio”,
del giovane regista esordiente Sid-
ney Sibilia, pellicola del 2013 da noi
già segnalata nel numero 4 del
2014. Nei mesi scorsi, infatti, a di-
stanza di poco tempo l’uno dall’al-
tro, hanno visto la luce “Master-
class” (Italia, 2017 - 118 min) e “Ad
Honorem” (Italia, 2017 - 96 min),
rispettivamente secondo e ultimo
capitolo della storia. La trama vede
Cinema
inema CFILM
DA
NON
PERDERE
i simpatici componenti della “Ban-
da dei Ricercatori” alle prese con il
difficile compito di sbarcare il lu-
nario, ma anche contro una giusti-
zia che sembra accanirsi contro di
loro. Il regista riesce nell’intento di
sviluppare una trama che sembra-
va avere già esaurito il proprio
compito e, allo stesso tempo, ap-
profondire la caratterizzazione dei
personaggi. Da rilevare l’ingresso
nel cast Luigi Lo Cascio nel ruolo
del “cattivo”. Dal punto di vista del-
lo stile narrativo rileviamo come il
secondo episodio abbia un registro
più “dinamico”: si tratta di un vero
e proprio “action movie” con inse-
guimenti e scene di azione, mentre
con il terzo episodio si ritorna al
linguaggio originario. Comunque,
molto ben curata la realizzazione di
entrambe le pellicole che rappre-
sentano – pur nel solco della tradi-
zione cinematografica italiana – un
fatto abbastanza “innovativo” e de-
gno di nota. Anche se si intravede
una operazione di tipo “commer-
ciale”, bisogna ammettere che il ri-
sultato resta interessante e coeren-
te anche dal punto di vista artistico.
Si finisce per affezionarsi ai perso-
naggi e alla fine anche un po’ a
commuoversi. Avevo apprezzato
molto l’originale, ed onestamente
ero rimasto un po’ deluso dal se-
guito, ma con il terzo capitolo tutto
torna a posto e posso sicuramente
consigliare la visione dell’intera tri-
logia a tutti.
Le pellicole, compresa l’ultima
uscita nelle sale lo scorso 30 no-
vembre, si trovano già su tutti i cir-
cuiti di home video e digital delive-
ry. Da vedere.
n
17
Aprile
/
Maggio 2018