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Editoriale
LA FABI E LE ALTRE
ORGANIZZAZIONI SINDACALI SONO
INTERVENUTE PIÙ VOLTE SULLA
QUESTIONE, PERCHÉ CREDIAMO
CHE IL COMPITO DI UN SINDACATO
RESPONSABILE SIA PROPRIO
QUELLO DI VALORIZZARE
LE DIVERSITÀ
riamo fattori politico sociali, che svantaggiano le don-
ne nel mondo del lavoro, come il minor tasso d'occu-
pazione, la discriminazione retributiva e le interruzioni
di carriera per ragioni che riguardano la famiglia (con-
gedi parentali e astensione obbligatoria di maternità).
Il settore del credito non è esente da tale problematica,
sebbene la questione rivesta connotazioni diverse. Per-
ché, se è vero che il 50% circa degli impiegati nel settore
sono donne, la percentuale di quote rosa che accedono
ai ruoli apicali è veramente bassa, circa il 20%. A di-
spetto di ciò, secondo uno studio effettuato dall'Inter-
national Monetary Fund, le banche che hanno nei bo-
ard d'amministrazione un'alta percentuale di donne,
sonomeno investite da turbolenze finanziarie ed hanno
una percentuale più bassa di crediti deteriorati.
La FABI e le altre organizzazioni sindacali sono in-
tervenute più volte sulla questione, perché crediamo
che il compito di un sindacato responsabile sia pro-
prio quello di valorizzare le diversità.
Un divario retributivo potrà tramutarsi anche in un
divario pensionistico e gli strumenti sindacali che ab-
biamo a disposizione per combattere questa disugua-
glianza sono gli stessi degli altri aspetti del lavoro,
ossia organizzazione e contrattazione collettiva.
La lotta per la parità di retribuzione non è una que-
stione femminile, ma un problema sociale fondamen-
tale di tutto il sindacato, che bisogna affrontare tutti
insieme perché, come sostieneMalala Yousafzai, “Nes-
suna lotta può concludersi vittoriosamente, se le donne
non vi partecipano a fianco degli uomini”.
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