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Welfare
Febbraio
/
Marzo 2019
a cura di
Matteo Forzanini
Esecutivo Nazionale FABI Giovani
e di
Sergio Valvano
Dipartimento Nazionale Welfare
CHIUNQUE VOLESSE PROPORCI
ARGOMENTI DA TRATTARE PUÒ FARLO
SCRIVENDO A
giovani@fabi.itPer quanto concerne i rendimenti, i fondi pensione
offrono diverse linee di investimento con rendimenti
variabili in proporzione al livello di rischio delle ge-
stioni e del prevedibile orizzonte di investimento.
Riguardo la linea di investimento, si potrebbe ipotiz-
zare di effettuare i versamenti nella linea di investi-
mento del fondo più “aggressiva” nella prima parte
della vita lavorativa, per passare poi gradualmente a
linee conservative o garantite.
Il TFR ha un tasso di rivalutazione annuale collegato
all’inflazione, stabilito dal codice civile (art. 2120) e
leggi successive (75% variazione indice Istat FOI più
1,50%).
Alle rivalutazioni del TFR si applica un’aliquota del
17%, mentre ai rendimenti dei fondi pensione si ap-
plica un’aliquota del:
z
12,50% per la parte investita in titoli governativi;
z
20% per gli altri investimenti.
Ciò significa che, nella pratica dei fondi pensione, l’ali-
quota media di tassazione dei rendimenti si aggira dal
13-14% per le linee a più alta percentuale di titoli di
stato, ad un’aliquota attorno al 16-17% per le linee a
più alta componente azionaria.
Il dato dell’aliquota di tassazione media dev’essere co-
munque pubblicato dal fondo sulla “Nota informati-
va”, visibile sul sito internet del fondo stesso.
DEDUCIBILITÀ DEI VERSAMENTI
È possibile portare in deduzione dal proprio reddito
imponibile i contributi versati a favore della previden-
za complementare fino ad un massimo, per anno, di
5.164,57 Euro.
Entro questo limite rientrano tutti i contributi, sia
quelli personali sia quelli a carico del datore di lavoro.
Ovviamente viene parimenti versato nel fondo il TFR
senza subire alcuna imposta, e senza considerare al-
cun limite. Insomma, è come se il TFR fosse parimenti
deducibile, ma senza limiti di importo. Ricordiamo
ancora che nei fondi pensioni negoziali, grazie ad ac-
cordi sindacali aziendali, a fronte del contributo del
lavoratore, è previsto un contributo anche da parte
del datore di lavoro.
Ultimo, ma non ultimo per importanza, l’erogazione
pensionistica dell’INPS per i giovani verrà calcolata
col sistema contributivo, ossia conteggiando solo ed
esclusivamente i contributi versati tempo per tempo,
per cui potrà essere utile avere un’ulteriore rendita da
un fondo pensione.
RIASSUMENDO
L’adesione ad un fondo pensione, soprattutto nel no-
stro settore, dove la contrattazione sindacale ha con-
quistato nel tempo un significativo contributo azien-
dale, resta – come previsto per legge – una decisione
individuale.
Tuttavia, non aderire ad un fondo pensione significa:
z
perdere un pezzo di stipendio (orientativamente dai
500 ai 1.000 Euro annui, variabili da azienda ad
azienda, in base al contributo del datore previsto dagli
accordi sindacali);
z
perdere la possibilità di costruire per tempo un pez-
zo aggiuntivo di pensione rispetto a quella INPS, che
risulterà per il futuro meno significativa rispetto a
quelle di oggi;
z
perdere la possibilità di utilizzare i più favorevoli
regimi fiscali e normativi previsti per la previdenza
complementare, rispetto al TFR lasciato in Azienda
(ma in realtà, come noto, affidato all’INPS).
Il sindacato, la FABI
in primis
, ha saputo conquistare
un ulteriore pezzo importante di prestazioni per i la-
voratori, che costituisce non solo salario differito, ma
vero, al momento della cessazione del rapporto di la-
voro, ma anche – in molti casi –, di aiuto nelle diverse
situazioni della vita, quali il sopraggiungere di invali-
dità significative. Molti fondi pensione chiusi, infatti,
in tali casistiche prevedono l’esistenza di assicurazioni
a favore degli aderenti.
A voi la scelta, ma a noi il dovere d’informazione. I
rappresentanti sindacali FABI saranno, come sempre,
a Vostra disposizione per aiuto ed assistenza.
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