avori in corso
L
14
abbiamo visto bambini e mamme
tornare a fare il pane in casa, ab-
biamo fatto aperitivi a distanza,
abbiamo digitalizzato contratti che
prima prevedevano incontri one to
one e modalità cartacea. Tralascio
un’infinità di attività, che peraltro,
varrebbe la pena menzionare.
In sintesi, ci siamo dati un gran da
fare, e quando si ricomincerà, im-
magino ricominceremo in maniera
più intelligente di quando ci siamo
lasciati.
Alcune di quelle carenze cui accen-
navo sopra, sono però rimaste.
Una di queste, purtroppo, riguar-
da l’ambito della comunicazione.
Qui è accaduto un fenomeno par-
ticolare: più le maglie dell’isola-
mento sociale si sono strette attor-
no alle persone, più si sono diffuse
modalità di comunicazione online
e offline spesso fuorvianti, per non
dire perverse, generando quella
che oggi chiamiamo Infodemia.
Ma che cosa si intende esattamen-
te con
Infodemia
. Ne ha dato una
definizione l’Organizzazione Mon-
diale della Sanità nel suo report
sul Coronavirus.
Secondo l’OMS il Coronavirus è
stato accompagnato da una ab-
bondanza di informazioni, alcune
accurate, altre no, che hanno reso
difficile per le persone trovare fon-
ti veritiere e affidabili per imple-
mentare le proprie conoscenze, e
conseguentemente difendersi dal
virus. Questo è successo a livello
globale.
Focalizzandoci sul nostro Paese
devo dire che l’Infodemia è stata
forse sottovalutata.
Eppure in momenti del genere la
gestione delle informazioni è cru-
ciale per l’effettiva applicazione dei
provvedimenti. Gli atti comunica-
tivi, specialmente in momenti di
profonda emergenza sanitaria, so-
no fondamentali. In questi casi la
Comunicazione Istituzionale deve
possedere in sé caratteri leggibili,
per meglio dire di semplice com-
prensione. Ovvio è che, se io, cit-
tadino medio, non riesco a “legge-
re” l’informazione che mi viene da
una fonte certa e attendibile, ricer-
co quella stessa notizia nel mondo
a me più familiare, sui social, in
una chat. Ed è proprio in quei luo-
ghi che avviene la proliferazione e
la diffusione di notizie che spesso
alterano la realtà e ne danno
un’immagine spesso distorta. Chi
non capisce testi scientifici, decreti
governativi, resta senza dubbio più
vulnerabile e più soggetto a panico
e ansie, con conseguenti compor-
tamenti controproducenti.
In sintesi, tra le varie riflessioni
che saremo portati a fare dovremo
ragionare in futuro sui meccani-
smi che accompagnano la comuni-
cazione di istituzioni, ma anche di
organi di stampa, che senza dub-
bio, se rese efficaci e semplici, pos-
sono aiutare a non creare e diffon-
dere altre tipologie di “virus” spes-
so comunque letali.
n
Lavori in corso
SECONDO L’OMS IL CORONAVIRUS È STATO
ACCOMPAGNATO DA UNA ABBONDANZA DI
INFORMAZIONI, ALCUNE ACCURATE, ALTRE NO,
CHE HANNO RESO DIFFICILE PER LE PERSONE TROVARE
FONTI VERITIERE E AFFIDABILI