di
Simona Sacconi
Andrea Camilleri nasce a Porto Empedocle novanta anni fa e inizia a scrivere
all’età di vent’anni, quando viene pubblicato in un'antologia di poeti scelti da
Ungaretti. È regista, autore teatrale e televisivo, ha scritto saggi sullo spettacolo.
Andrea Camilleri, tra i più amati scrittori contemporanei, complice il grande
successo delle vicende del “Commissario Montalbano”, è sorprendente soprat-
tutto per il suo stile. Più precisamente per il linguaggio che utilizza. Un mix
perfettamente riuscito di dialetto e lingua. Di siciliano e italiano.
«Ecco, il problema è stato l'individuazione di una voce mia. E l'ho scoperta del
tutto casualmente: raccontai a mio padre una cosa molto buff,a che era acca-
duta in uno studio televisivo e mio padre rise molto. Poi tornò miamadre e mio
padre le disse: ‘Andrea ha raccontato una cosa, guarda, che è successa oggi
nello studio’ e cominciò a raccontarla. Poi si fermò e disse: ‘Raccontagliela tu,
perché tu gliela racconti meglio di me’; e allora io gli chiesi: ‘In che senso gliela
racconto meglio?’. Così scoprii che per raccontare adoperavo senza saperlo
parole italiane e parole in dialetto, e quando avevo bisogno di un grado supe-
riore di espressività ricorrevo al dialetto. Tutta la mia scrittura che è venuta
dopo è una elaborazione di questa elementare scoperta avvenuta allora».
Ha frequentato il liceo classico Empedocle di Agrigento, ma non hamai sostenuto
l'esame di maturità, perché nel maggio 1943, a causa dell'imminente sbarco in
Sicilia delle forze alleate, si decise che sarebbe valso il solo scrutinio. Come regista
teatrale inizia a lavorare nel 1942, mettendo in scena, da allora, oltre cento opere,
tra cui molti lavori di Pirandello, ed è stato il primo a portare Beckett in Italia,
proponendo nel 1958
“Finale di partita”
al teatro dei Satiri di Roma.
Fin dal 1949, Camilleri lavora alla Rai come delegato alla produzione, regista
e sceneggiatore; in queste vesti ha legato il suo nome ad alcune fra le più note
produzioni poliziesche della tv italiana, come i telefilm del Tenente Sheridan e
del Commissario Maigret. A questa attività, comunque, Camilleri ha sempre
affiancato quella di scrittore, come autore di importanti saggi di ambientazione
siciliana. Nel 1978, dopo una decina d'anni di inutili ricerche di una casa edi-
trice disposta a dargli credito (difficile da credere..?!) esordisce nella narrativa
con
“Il corso delle cose”
(pubblicato gratis). Quindi, due anni dopo, è l’ora di
“Un filo di fumo”
, il primo di una serie di romanzi ambientati nell’immaginaria
Vigàta (altro non è che la natia Porto Empedocle).
Il successo come scrittore, Camilleri lo raggiunge dal 1992 con
“La stagione
della caccia”
,
“Il birraio di Preston”
,
“La concessione del telefono”
e, ovvia-
mente, i gialli della Vigàta del “Commissario Montalbano”, dai quali è stata
tratta la fortunata serie film per la tv (trasmessa anche da moltissime televisioni
straniere).
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Letteratura
Novembre
/
Dicembre 2015
etteratura
L
BIOGRAFIA
IL BIRRAIO DI PRESTON
ANDREA CAMILLERI
1995, Sellerio editore Palermo
pp. 248, € 10,00