ttualità
A
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Attualità
U
n tempo si diceva: “No al ri-
catto salario/occupazione”.
Adesso un certo genere di
espressioni roboanti, soprattutto
con gli attuali livelli di disoccupa-
zione, può apparire datato, ma la
sostanza rimane valida: le tutele
per quanti sono già occupati, con
valorizzazioni delle professionalità
e riconoscimenti adeguati, non so-
no e non devono essere messe in
contrapposizione con i posti di la-
voro. Si tratta di due questioni lo-
gicamente distinte. Ad esempio,
per combattere la povertà, non è
certo utile penalizzare la professio-
nalità di quelli che fanno ricerca
scientifica, così, per combattere la
troppa anarchia finanziaria, non è
certo logico penalizzare il lavoro
dei bancari.
Un principio cardine, che abbiamo
rimarcato più volte e ribadito sin
dalle prime battute delle trattative
per il rinnovo dell’ultimo CCNL,
quando ABI ci aveva fatto intende-
re che dovevamo scegliere tra sa-
lari e occupazione. La risposta so-
no stati due scioperi di categoria,
le piazze del 30 gennaio 2015 e la
solidarietà del F.O.C., uno stru-
mento che sostiene l’occupazione,
le situazioni di tensioni occupazio-
nali e la riqualificazione professio-
nale (anche con il contributo dei
top manager del settore).
burocrate in una posizione di pote-
re, la risposta deve essere l'esercizio
della “libertà di associazione”. Per-
sone che si uniscono per perseguire
un fine socialmentemeritevole e dei
valori comuni, esattamente come
deve fare il sindacato.
Soltanto mettendo insieme il “no”
deciso ai ricatti, il pragmatismo
nelle scelte e la voglia di aggregarci
potremo cercare di diradare le ul-
teriori nubi minacciose che si ad-
densano all’orizzonte per la catego-
ria e che, forse, qualcuno vorrebbe
ancora una volta utilizzare stru-
mentalmente per mettere in di-
scussione la professionalità e il ruo-
lo dei lavoratori della categoria.
L'occupazione non può essere una
elargizione barattata. Perché i di-
ritti a cui rinunceremmo oggi non
tornerebbero più, neanche e so-
prattutto per le nuove generazioni.
Abbiamo già avuto fin troppi
esempi di questa deprecata pratica
nel mondo del lavoro.
Sempre più spesso i giovani, nel be-
ne e nel male, non inseguono più le
chimere: sono onestamente umani,
hanno aspirazioni semplici e com-
prensibili, non nascondono diso-
rientamenti e frustrazioni e, alle
ubriacature ideologiche, preferisco-
no sobrietà e, soprattutto, verità.
Tra la solitudine del singolo atomiz-
zato nella massa e la solitudine del
di
Antonio Falco
RSA FABI Caserta
NO
ARICATTI
SULL’OCCUPAZIONE