voro e di pressioni induce qualcuno a ritenere le pro-
prie capacità sovrastimate. In alcune realtà lavorative
professionalità e valore sono sminuiti a tal punto, che
i lavoratori credono che i propri successi dipendano
dalla fortuna e temono, appunto, di essere smasche-
rati, come un impostore. Questo genera stress, ma-
lattie, assenze e ovviamente costi per la collettività. È
lo stress lavoro correlato, ovvero
la percezione di squi-
librio avvertita dal lavoratore quando le richieste
dell’ambiente lavorativo eccedono le capacità indi-
viduali per fronteggiare tali richieste
, di cui si occu-
pano i nostri rappresentanti dei lavoratori per la si-
curezza; se lo stress non viene opportunamente so-
stenuto può portare i lavoratori a “bruciarsi” (sindro-
me da
burnout
), fino al raggiungimento di stati di fru-
strazione, apatia, indifferenza e disinteresse verso il
proprio lavoro, e quindi delle relative conseguenze:
aumento dell’assenteismo e calo della
performance
.
Lavorare ed essere al contempo felici è solo una bel-
lissima idea da esporre davanti a un caffè o può essere
effettivamente realizzata? In Svezia ci stanno provan-
do: lavorare meno, sperimentando un nuovo orario
di lavoro.
ttualità
A
9
Attualità
Novembre
/
Dicembre 2015
di
Alessio Maniscalco
RSA FABI Bologna
NON C’È NULLA CHE FACCIA
PIÙ IMPAZZIRE LA GENTE
CHE VEDERTI FELICE
ALDA MERINI
Una ventina di anni fa è stata una città nel nord del
Paese, Kiruna, a fare da apripista. Poi Stoccolma col-
laudò le sei ore lavorative al posto delle tradizionali
otto negli asili e nei centri di cura per anziani e disa-
bili, ma il progetto non andò a buon fine. Adesso è il
caso di Göteborg dove infermieri e medici di una casa
di riposo hanno abbandonato i turni di otto ore e sono
passati ai turni di sei ore. Al termine dell’esperimento,
previsto per la fine del 2016, si verificherà se l’aumen-
to del costo del lavoro previsto per far fronte alle nuo-
ve assunzioni, richieste per colmare la mancanza di
personale, sarà compensato da una maggiore qualità
del servizio. E ancora: la Toyota da 13 anni ha investito
sull’orario ridotto, con ricadute positive non solo sui
lavoratori. I profitti sono, infatti, aumentati del 25%.
Infine a Stoccolma c’è la Filimundus, azienda impe-
gnata nello sviluppo di applicazioni, che da un anno
sta sperimentando l’orario di lavoro distribuito su sei
ore.
Restare concentrati per otto ore consecutive è
molto difficile
, sostiene l’amministratore delegato Li-
nus Felds,
e per farlo siamo costretti a intervallare
spesso con delle pause e mescolare con altre attività
per rendere tollerabile la giornata. Le otto ore, dun-
que, non sono mai davvero effettive. E ti complicano
la gestione della tua vita al di fuori dell’ufficio.
Ma è
così inverosimile rinunciare a due ore di lavoro per
migliorare la qualità della vita e probabilmente anche
la propria prestazione di lavoro? È utopistico lavorare
e vivere meglio, senza quel mal di pancia?
Non c’è nul-
la
, così affermava Alda Merini,
che faccia più impaz-
zire la gente che vederti felice.
n
E SE, PERMIGLIORARE
LAQUALITÀ, LAVORASSIMO
UNPO’MENO?