L
a claustrofobia è la paura dei luoghi chiusi, dal
latino
claustrum
“luogo chiuso” e dal greco
“phobia”
, ed è una malattia che rischia di diffon-
dersi (se non l’ha già fatto) anche tra i lavoratori del
settore. È ormai da tempo che la nostra categoria è
sotto pressione. Fino a poco tempo fa, quasi nessuno,
tranne i diretti interessati, sembravano essersene ac-
corti. Oggi, anche grazie all’importante azione media-
tica che abbiamo messo atto in questi ultimi otto anni,
il messaggio sta finalmente passando anche al resto
della popolazione. Amara consolazione e tattica utile
per non restare soli.
I bancari sono oggi accerchiati nella morsa dei ri-
schi del
bail-in
, dalla crisi di credibilità del si-
stema, dalle pressioni commerciali e da un set-
tore sempre più burocratizzato, che prevede
serie conseguenze per chi commette anche il
più piccolo errore. Insomma, la vita del ban-
cario è ben lontana dalla mitologia dei glo-
riosi anni del boom economico. Ed è curioso
che questo cambiamento sia conciso anche
con le perenni riorganizzazioni in-
dustriali degli ultimi vent’anni. Ri-
strutturazioni che hanno modifica-
to il panorama e gli organigrammi
delle banche, promettendo una pre-
sunta maggiore produttività ed effi-
cienza. Per rispondere, quindi, a lo-
giche (quasi) esclusivamente econo-
miche, anche molti uffici del Perso-
3
di
Mattia Pari
Coordinatore Nazionale FABI Giovani
ditoriale
E
nale hanno cambiato nome e sono diventati, molto
spesso, quelli delle Risorse umane. Una modifica les-
sicale ed etimologica che nasconde un cambio cultu-
rale. Come fa abilmente notare anche la filosofa Mi-
chela Marzano, il termine “risorse umane” è un ossi-
moro. Un’espressione paradossale che cerca di mette-
re in connubio la “risorsa” e la “persona”. La prima
parola è, infatti, dedicata ad indicare ciò che si può
utilizzare anche fino a svotarlo completamente; men-
tre la seconda individua l’umanità che, in quanto tale,
Editoriale
Giugno
/
Luglio 2017
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