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Frog
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Arte&cultura
Novembre
/
Dicembre 2017
L’intera mostra fa volutamente ri-
ferimento al solo territorio della
Serenissima che, all’epoca, esten-
deva il suo dominio tra l’Egeo e la
Lombardia orientale. A ritrarre
questa schiera di personaggi sono
artisti come Giovanni Bonconsi-
glio, Pier Maria Pennacchi, Vin-
cenzo Catena, Francesco Bissolo,
lo stesso Giorgione, Giovanni Ca-
riani, Tiziano Vecellio, Lorenzo
Lotto, Andrea Previstali, Bartolo-
meo Veneto, Bernardo Licinio, Do-
menico Capriolo, Jacopo Bassano
e Paolo Veronese. Nei ritratti tutti
indossano abiti realizzati con tes-
suti e complementi il cui costo era,
per l’epoca, folle. Per testimoniare
status symbol, raffinatezza e capa-
cità di spesa, in un mondano trion-
fo dell’apparenza. Accanto ai ri-
tratti, come in tutte le sezioni della
mostra, preziosi esemplari di tes-
suti d’epoca.
Anche nel nucleo successivo dedi-
cato al Seicento, il lusso si pone co-
me fattore di distinzione identita-
Usciti dal Museo, il percorso rag-
giunge i “luoghi di Giorgione”
nell’antico centro cittadino: il Duo-
mo, la Torre Civica, lo Studiolo di
Vicolo dei Vetri, la Casa Costanzo,
la Casa Barbarella. In queste sug-
gestive ambientazioni il pubblico è
invitato ad ammirare gli esiti at-
tuali della grande tradizione vene-
ziana della tessitura. Per secoli la
manifattura tessile ha rappresen-
tato l’industria più fiorente del Ve-
neto, con molte migliaia di occu-
pati. Delocalizzate le produzioni
industriali, a testimoniare questa
importantissima tradizione sono
rimasti i laboratori di alta gamma.
Dalle sensazionali Rubelli e Bevi-
lacqua di Venezia, alla Bottoli di
Vittorio Veneto, che alleva pecore
nere per evitare la tintura del fila-
to; dalla Bonfanti di Mussolente,
con i suoi inconfondibili arazzi, al-
la Paoletti di Follina, che tesse un
tartan senza pari; dalla Serica 1870
di Follina, che riesce a collocare le
sue impalpabili sete sul mercato ci-
nese, fino alla “fabbrica lenta” di
Bonotto a Vicenza.
La Galleria del settecentesco Tea-
tro Accademico ospita, invece, i te-
lai e la straordinaria produzione di
Carlo Scarpa della Tessoria Asola-
na, oggi non più sul mercato.
La mostra, promossa dal Comune
di Castelfranco Veneto con il Mi-
nistero dei Beni e delle Attività
Culturali e del Turismo e la colla-
borazione dell’Associazione Vene-
to Museo Sistema, è curata da Da-
nila Dal Pos, la studiosa cui si deve
l’allestimento del Museo Giorgio-
nesco, museo che sino al 4 marzo
2018, ospita questa rassegna.
n
ria, quel lusso che consiste da sem-
pre nell’impiego di materiali e di
manifatture di grande pregio e di
altissimo costo.
L’ultimo nucleo a raccontare la sto-
ria della manifattura tessile vene-
ziana, in un percorso ancora una
volta sviluppato tra arte e raffinato
artigianato, è quello dedicato al
‘700. Qui, ancora accanto ai ritratti,
viene esibita la prestigiosa collezio-
ne tessile settecentesca del Duomo
di Castelfranco, insieme con abiti,
corpetti, guanti e borsette dell’epo-
ca, provenienti da Palazzo Moceni-
go a Venezia. La commistione tra
sacro e profano è più apparente che
reale. Spesso infatti le sontuose ve-
sti dismesse dalle grandi dame fi-
nivano con l’essere portate sull’al-
tare sotto forma di piviali o pianete,
intessute di fili di seta e oro.
Si svela
una innovativa
storia
del costume