di
Pierluigi Aiello
Esecutivo Nazionale FABI Giovani
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Sport
Quando esordì col Milan nel campionato ‘84-’85 dif-
ficilmente ci si sarebbe aspettati una carriera come la
sua, Paolo è diventato una bandiera del Milan, vin-
cendo tutto ciò che era possibile da protagonista con
le sue 900 presenze nei 24 anni successivi. Ed ora,
così come disse Cesare riferendosi al figlio: “Lui non
è più il figlio di Cesare, io sono diventato il padre di
Paolo”. Altri sono stati capaci di superare la carriera
sportiva del proprio padre, tra i più conosciuti, Cri-
stian Vieri e Frank Lampard, figli rispettivamente di
Roberto e Frank sr. giocatori degli anni ‘70 ed ‘80, ma
mai come in questa serie A alla ribalta sono saliti tanti
figli d’arte vogliosi di trovare una propria strada e
scrollarsi di dosso l’ombra del proprio padre.
Tra questi, i riflettori puntati sono soprattutto su tre
calciatori: Federico Chiesa, Giovanni Simeone e Fe-
derico Di Francesco.
Il ragazzo che lascia intravedere le maggiori poten-
zialità è Federico Chiesa, da poco ventenne, ala sini-
stra della Fiorentina. Figlio di Enrico, attaccante di
Sampdoria e Parma ed autore di più di 200 reti
in 600 presenze. Il compito non è facilissi-
mo, ma se il buongiorno si vede dal mat-
tino, Federico potrebbe rubare al papà il primato nella
famiglia Chiesa.
Accanto a Federico quest’anno nella Fiorentina gioca
un altro attaccante, Giovanni Simeone, figlio di Diego
“El Cholo” Simeone. Il ragazzo anche lui poco più che
ventenne ha già dimostrato ottimi fondamentali, in 41
presenze in serie A ha segnato 14 goal. Il papà per ades-
so è inarrivabile, colonna portante dell’Inter e della
nazionale argentina ed oggi allenatore di successo.
Infine, un altro figlio d’arte di cui speriamo di sentir
parlare ancora a lungo, Federico Di Francesco gioca-
tore del Bologna. Federico è il primogenito di Eusebio,
centrocampista degli anni ‘90 ed attuale allenatore
della Roma, gioca in posizione più avanzata del padre,
è un attaccante esterno: questo dovrebbe garantirgli
maggiori possibilità di segnare e magari di superare
la carriera del padre da giocatore.
L’augurio che possiamo fare a questi tre giovani ta-
lenti, non è quello di superare i propri genitori, ma
quello di continuare a divertirsi e lavorare per miglio-
rarsi senza farsi schiacciare dalle pressioni e dai pre-
giudizi così come è successo a Paolo Maldini.
Novembre / Dicembre 2017