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a cura di

Vincenzo Persico

Esecutivo Nazionale FABI Giovani

Spazio Aperto

pazio aperto S

17

Giugno

/

Luglio 2018

È

un vero e proprio trattamen-

to terapeutico conosciuto fin

dall’antichità e consigliato

da Ippocrate (460-370 a.c.), per

combattere tra l’altro l’ansia e l’in-

sonnia e consiste in tecniche me-

diche che utilizzano il cavallo al fi-

ne di migliorare la salute di pazien-

ti afflitti da patologie di carattere

fisico e psichico.

Ippoterapia deriva, infatti, dal ter-

mine greco

Ippos

, che vuol dire ca-

vallo, in cui il cavallo, per via della

sua sensibilità e intelligenza, svolge

un ruolo fondamentale nella cura

di disabilità grazie alla sua straor-

dinaria capacità di interagire con

l’uomo a beneficio dello sviluppo

neuro-motorio e neuro-psicologico.

Tuttavia, una prima documentazio-

ne scientifica su tale “straordinaria

medicina” si ebbe nella seconda

metà del settecento ad opera del

medico Giuseppe Benvenuti (1759),

In Italia venne introdotta nel 1975,

supportata anche dall’associazione

ANIRE (AssociazioneNazionale Ita-

liana per laRiabilitazione Equestre).

Esistono tre diverse fasi metodo-

logiche per effettuare le terapie ria-

bilitative equestri.

ma si dovette attendere la fine della

prima guerra mondiale perché l’ip-

poterapia entrasse nei programmi

riabilitativi in diversi Paesi europei

a cominciare da Scandinavia e In-

ghilterra.

MONTARE E GESTIRE UN ANIMALE GRANDE E

FORTE AUMENTA L’AUTOSTIMA E LA FIDUCIA

IN SE STESSI, OLTRE CHE OFFRIRE DELLE

SENSAZIONI TATTILI INTENSE CHE AIUTANO

LA PRESA DI COSCIENZA DELLA PROPRIA

PERSONA E DEL PROPRIO CORPO