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a cura di

Simona Marino

Esecutivo Nazionale FABI Giovani

21

Arte&cultura

Giugno

/

Luglio 2018

Il Giardino Planetario si compone

di tre sezioni: ‘Garden of Flows’

esplora il concetto di tossicità, la vi-

ta delle piante e la botanica in rela-

zione alle risorse del pianeta e al

bene comune globale; ‘Out of Con-

trol Room’ ha come obiettivo quel-

lo di restituire tangibilità alle reti

invisibili nel regime dei flussi digi-

tali; infine, ‘City on Stage’ punta

ad abbracciare la natura stratificata

di Palermo e incoraggiare una com-

prensione critica di diversi aspetti

della vita contemporanea in città.

Le tre sezioni si articolano non in

sedi artistiche convenzionali o isti-

tuzionali, come gallerie o musei,

ma in luoghi iconici, e in parte ine-

diti come spazi espositivi: l’Orto

Botanico, Palazzo Butera, Volpe

Astuta, la Chiesa di Santa Maria

dello Spasimo e Giardino dei Giu-

sti per ‘Garden of Flows’; Palazzo

Ajutamicristo, Palazzo Forcella De

Seta, Casa del Mutilato, Palazzo

Trinacria per ‘Out of Control Ro-

om’; Palazzo Costantino, Oratorio

della Madonna dei Peccatori Pen-

titi, Oratorio di San Lorenzo, Tea-

tro Garibaldi, Chiesa SS. Euno e

Giuliano, Fondazione “Casa Lavo-

ro e Preghiera” Istituto Padre Mes-

sina, Costa Sud, Zen 2, e Pizzo Sel-

la per ‘City on Stage’.

n

Il progetto si ispira al quadro “Ve-

duta di Palermo”, del paesaggista

siciliano Francesco Lo Jacono, qua-

dro esposto alla Galleria d’ArteMo-

derna di Palermo, in cui si evince

come nessuno degli elementi natu-

rali sia indigeno, in virtù della coe-

sistenza di specie diverse. Gli alberi

d’ulivo provengono dall’Asia, così

come il pioppo tremulo arriva dal

Medio Oriente, l’eucalipto dall’Au-

stralia, il fico d’india dal Messico, il

nespolo dal Giappone. Anche gli al-

beri di agrumi, considerati ancora

oggi un simbolo caratterizzante del-

la Sicilia, sono frutto introdotto dal-

la dominazione araba.

Le tre sezioni si articolano non in sedi

artistiche convenzionali o istituzionali,

come gallerie o musei, ma in luoghi iconici,

e in parte inediti come spazi espositivi