Table of Contents Table of Contents
Previous Page  15 / 22 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 15 / 22 Next Page
Page Background

di

Vincenzo Persico

Esecutivo Nazionale FABI Giovani

Gli attori non si identificano con i

personaggi che interpretano ma

avvicinano le loro esperienze e se

stessi alla performance, muoven-

dosi da una realtà ordinaria a una

realtà teatrale, ciò aiuta il pazien-

te-attore a comprendere e alleviare

i propri problemi psicologici e so-

ciali, compresi malattie mentali e

handicap.

Infatti, la Drammaterapia (“Dran”

dal greco significa “compiere

un’azione” ma con distacco) poten-

zia la creatività e l’abilità espressi-

ve del paziente il quale, proteso a

esprimere le emozioni e la comu-

nicazione verbale e fisica, entra in

contatto con se stesso e quindi alla

consapevolezza di sé.

Il modello terapeutico di Landy è

il modello del ruolo il quale vede

l’individuo quale rappresentante di

numerosi ruoli, familiari e sociali

nella vita reale. Questi ruoli ven-

gono riproposti nella seduta della

drammaterapia.

Secondo il Landy, durante la rap-

presentazione del dramma, l’attore

entra ed esce in sequenza dal ruo-

lo, mediante un continuo entrare e

uscire da una realtà ad un’altra. Ed

è proprio nello spazio intermedio

che le potenzialità del paziente-at-

tore possono emergere e consape-

volizzarsi, attuando quel cambia-

mento che consente la ricostruzio-

ne della propria esperienza di vita.

La drammaterapia aiuta, quindi,

ad armonizzare il rapporto corpo,

voce, mente nella relazione con

l’altro e allena alla spontaneità, alla

improvvisazione che è un mezzo

per facilitare lo sviluppo di un be-

nessere psicofisico nel tempo.

L’improvvisazione e la simulazione

esplorano i propri pensieri e le

emozioni per cui certi blocchi psi-

cologici derivanti da timidezze,

paure, balbuzie possono sparire

mediante l’espressione libera di sé

in sede teatrale, come pure patolo-

mento psicoterapeutico potente per

permettere agli individui di metter-

si in gioco per trovare la soluzione

ai propri problemi psicologici.

Ciò è molto utile nei rapporti lavo-

rativi privati e pubblici, dove la

coesione del gruppo richiede delle

dinamiche relazionali di solidarie-

tà e collaborazione necessari al

buon funzionamento di qualsiasi

azienda.

n

gie derivanti da alcolismo, tossico-

dipendenza e altro.

Il filo che traccia la soglia tra scien-

za e arte è abbastanza sottile, se si

considera l’idea che ciascun indi-

viduo è intrinsecamente “dramma-

tico” nel suo sviluppo fin dalla più

tenera età.

Costruire una realtà drammatica

condivisa con altri in cui si avvicen-

dano ruoli, situazioni, emozioni e

complicità, dentro uno schema “fin-

to”, incoraggia la creazione di un cli-

ma di solidarietà e fiducia nei rap-

porti interpersonali e sviluppa la

sensibilità empatica del gruppo a

vantaggio delle capacità relazionali.

Il “dramma”, dunque, quale stru-

15

Spazio aperto

Febbraio

/

Marzo 2020

GIÀ FIN DALL’ANTICHITÀ IL FILOSOFO

ARISTOTELE AVEVA INTUITO L’EFFETTO

PECULIARE CHE IL DRAMMA GRECO

AVEVA SUGLI SPETTATORI,

LIBERANDOLI DALLE

CONTAMINAZIONI E CORRUZIONI

DELLA NATURA UMANA