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a cura di

Giovanni Corsaro

Esecutivo Nazionale FABI Giovani

PRIDE

I

l cinema è una forma d'arte ve-

ramente notevole. Per molti è

un meraviglioso mezzo di in-

trattenimento che spesso è in gra-

do, come tutte le forme d'arte, di

trasmettere emozioni e parlare di-

rettamente all'anima dello spetta-

tore. La pellicola di cui tratteremo,

una “luce” in un momento di dura

lotta come quello che attraversa la

nostra categoria, ci ha divertito, ci

ha fatto molto riflettere e ci ha dav-

vero emozionato.

Stiamo parlando di “Pride” (UK

2014, 119'), del regista inglese Mat-

thew Warchus, grazie al quale fa-

remo un salto indietro di trent'an-

ni, fino al 1984 in un'Inghilterra

saldamente governata dalla “Lady

di Ferro” Margaret Tatcher. È il pe-

riodo del celebre sciopero dei mi-

natori britannici che incrociarono

le braccia per un anno nel tentativo

di contrastare la politica economi-

ca del governo. Molti di noi erano

ancora dei bambini all'epoca, ma

quella fu davvero una delle più

“spettacolari” azioni di lotta sinda-

cale di tutti i tempi. In questo con-

testo si inserisce il film che ci rac-

conta un'incredibile storia vera. Il

giovane Mark Ashton – leader di

un gruppo di gay e lesbiche che si

battono per il riconoscimento dei

diritti civili – ha un'intuizione ge-

niale: sostenere i minatori racco-

gliendo donazioni e fondando il

gruppo di supporto “Lesbians and

Gays Support the Miners” (LGSM),

in fondo combattevano lo stesso

nemico, quindi perché non unire

le forze? Ma le cose non sono così

semplici, vista la diffidenza del sin-

dacato nazionale dei minatori. Da

qui la folle idea di contattare diret-

tamente una piccola comunità lo-

cale in Galles e proporre un “ge-

mellaggio” che sconvolgerà molti

ma che – alla fine – arricchirà tutti.

Anche se la tematica trattata è de-

licata e di grande attualità, il film

non è mai sopra le righe o “ecces-

sivo”. Si vivono anche momenti

esilaranti come la scena nella quale

Jonathan (interpretato dal bravo

Dominic West) si ritrova “unico

uomo” al centro della pista da ballo

attorniato dalle donne in visibilio

sotto gli occhi increduli dei loro

mariti e fidanzati! D'altronde uno

stereotipo classico sui gay li vuole

provetti ballerini... Vengono tocca-

te anche tematiche come il

co-

Cinema

inema

C

FILM

DA

NON

PERDERE

ming-out

, i rapporti familiari,

l'omofobia e l'affacciarsi inesora-

bile dell'AIDS.

Tecnicamente la pellicola è confe-

zionata in maniera impeccabile,

belli i dialoghi, la fotografia e il

montaggio, bravi gli attori. Il ritmo

è sempre ben sostenuto e non

scende quasi mai durante le due

ore di durata del film. Notevole la

colonna sonora ricca di pezzi che

aiutano a rendere più credibile la

ricostruzione storica di quegli an-

ni. Bello e toccante (anche se un

po’ scontato) il finale.

Presentato al Festival di

Cannes 2014, dove ha vinto

la “Queer Palm”, la pellicola

ha ricevuto numerosi ap-

prezzamenti dalla critica ol-

tre a una nomination ai Gol-

den Globe e tre nomination

per i BAFTA inglesi. In Ita-

lia è uscito durante le recen-

ti festività natalizie e tra non

molto si potrà trovare nei

circuiti home video.

In buona sostanza consi-

gliamo a tutti di vedere questo

film, perché – al di là di una im-

mediata lettura – abbiamo ritrova-

to un'atmosfera, un “mood” a noi

tutti congeniale e molto familiare.

Vedere l'ardore con il quale il gio-

vane Ashton (divenuto successiva-

mente ai fatti narrati segretario dei

giovani comunisti britannici) lotta

per i suoi ideali, vedere lo spirito

di solidarietà e di fratellanza che

può nascere quando si condivido-

no battaglie anche dure deve farci

riflettere e dare rinnovata speran-

za. Immancabile nella videoteca di

ogni giovane sindacalista.

19

Febbraio

/

Marzo 2015