di Maria Chiara Wang
Esecutivo Nazionale FABI Giovani
iovani, arte, lavoro
G
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“L
e faremo sapere”… è l’inizio dell’attesa. Uno
dei commiati più penosi, nel senso letterale
del termine, la porta di accesso ad un alta-
lenarsi di stati d’animo tra cui l’ansia fa da padrona. Il
‘non sapere’ diventa la sfida più grande dopo quella di
ottenere il tanto agognato posto di lavoro!
A questo “rito di passaggio” Stefano Bolcato, pittore
contemporaneo, dedica un acrilico su tela.
I suoi quadri, che hanno l’immediatezza di una pola-
roid, sono delle piccole scene di vita quotidiana, delle
epifanie, ovvero rivelazioni di momenti nodali della
nostra esistenza.
L’utilizzo dei giocattoli drammatizza – per contrasto
– il soggetto rappresentato; la riflessione che ne nasce
si muove, così, tra l’ironico e l’amaro.
Dovremmo, quindi, parlare di alter-ego più che di l-
ego! Un altro io, una figura diversa da me, che rivela
qualcosa di me, di quello che vivo, che sento, che faccio
e di come lo faccio.
Una sorta di specchio che consente di vedersi da un
punto di vista esterno e di mettersi in discussione.
Per questo, da sempre, il tema del doppio attrae e re-
spinge, affascina e inquieta.
Il riflesso di se stessi, la manifestazione della propria
identità sono alla base di una filosofia dell’immagine
che ha dato vita a diversi capolavori letterari, cinema-
tografici e pittorici. Uno su tutti:
Il ritratto di Dorian
Gray
di Oscar Wilde.
Giovani, arte, lavoro
STEFANO BOLCATO
LE FAREMO SAPERE