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Editoriale
Aprile
/
Maggio 2015
di Mattia Pari
Coordinatore Nazionale FABI Giovani
ditoriale
E
C
ontinuando a camminare sull’orlo di un burrone, alla fine
si rischia di farci l’abitudine. “La vertigine è una distor-
sione della percezione sensoriale dell’individuo” dice wi-
kipedia o, molto più semplicemente, un sintomo. Una manife-
stazione fastidiosa di una malattia, nel nostro caso, pericolosa-
mente vicina alla cronicità. La disdetta dei contratti e il rischio
di disapplicazione sono gli strumenti “negoziali” privilegiati dalle
parti datoriali. Modalità violente e in linea con la costante de-
strutturazione del diritto del lavoro e al lavoro, che sta caratte-
rizzando questi nostri strani anni accartocciati. Proprio così, ac-
cartocciati. Perché sembriamo come un foglio di carta stretto in
una mano e poi stirato alla bell’e meglio. E, per quanto ti puoi
impegnare, alla fine si vede che è successo qualcosa di brutto.
Infatti, non si può cancellare la deflazione, la disoccupazione e
il working poor. Non si può cancellare il fatto che siamo in una
fase di transizione e di cambiamento. Non si può cancellare la
prospettiva di un futuro, che non ha le sembianze che vorremmo.
Quello che si può e si deve fare è intervenire per essere partecipi
del cambiamento e costruire un domani sostenibile.
Non è sufficiente evitare di guardare verso il basso per non pro-
vare le vertigini, bisogna spostarsi o costruire uno spazio di si-
NON ESISTE PIÙ NIENTE
DI SCONTATO, OGNI DIRITTO
È SEMPRE IN DISCUSSIONE.
DOBBIAMO RICONQUISTARCI
LA NOSTRA DIGNITÀ DI
LAVORATRICI E LAVORATORI
OGNI GIORNO, PROTESTA
DOPO PROTESTA E ACCORDO
DOPO ACCORDO. UN PASSO
ALLA VOLTA, COMINCIANDO
DA UN’ANIMA SOCIALE
A DUE PASSI
DAL
VUOTO
RICONQUISTATO IL CCNL, ORA LA PAROLA
PASSA ALLE ASSEMBLEE DEI LAVORATORI