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Editoriale
Giugno
/
Luglio 2015
di Mattia Pari
Coordinatore Nazionale FABI Giovani
ditoriale
E
D
obbiamo fermare le mani e bloccare quel moto fre-
netico di terrore, che non ci permette di ragionare.
La narrazione del “non c’è niente da fare”, rischia
di abbattere ogni nostra capacità di ragionamento. Ridu-
cendoci ad autonomi, pronti ad accettare il triste scivola-
mento verso una storia che non ci piace. La realtà disegna
un percorso che ci spaventa ed è proprio per questo mo-
tivo che ci tremano le mani.
Non possiamo far finta che non ci sia la precarietà, che
non esista il lavoro povero e la disoccupazione. Non pos-
siamo voltarci dall’altra parte per non vedere gli oltre due
milioni di Neet che si aggirano, con le mani tremanti, per
il Paese. La realtà, a volte, può essere una presenza in-
gombrante. Tanto da richiederci, con la sua imponenza,
di non essere ignorata.
Forse, un primo passo, potrebbe essere quello di abban-
donare la nostalgia per il futuro che vorremmo e comin-
ciare ad interessarci al presente. Perché non c’è niente di
prestabilito e di preordinato, se non lo vogliamo. Il futu-
ro? Dipende da noi.
IL FUTURO? DIPENDE DA TUTTI
NOI. NEL SETTORE, STIAMO
PROPONENDO LE NOSTRE IDEE
CON DETERMINAZIONE,
MA ABBIAMO BISOGNO DELLA
PARTECIPAZIONE DIFFUSA
DELLE LAVORATRICI E DEI
LAVORATORI, PER CERCARE
DI GESTIRE E NON SOLTANTO
SUBIRE I CAMBIAMENTI
CHE SONO IN CORSO
le mani ferme
sul
presente