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Penso sia questa la risposta che,
come generazione, dovremmo da-
re alle molte domande che ci assil-
lano tutti i giorni sul mutuo, sulla
casa, sul matrimonio, sui figli e su
tutte quelle cose della vita che, per
noi della “generazione perduta”,
sono diventate, incredibilmente,
un lusso. Ci sono eventi che ci ca-
dono sulla testa e sembrano scivo-
lare verso di noi da chilometri di
distanza. Quando ci colpiscono,
fanno male. Sappiamo che, se le
cose stanno così, è perché ci sono
situazioni troppo lontane su cui
non riusciamo ad intervenire. Que-
sto ragionamento è molto triste e
piuttosto vero. Tuttavia, se ci pen-
siamo bene, è anche una forma per
deresponsabilizzarci, per osservare
la realtà da un binocolo e pensare
che tocchi sempre a qualcun altro
cambiare le cose. Ma questi altri,
dove sono?
In questi mesi, alla nostra catego-
ria, sono tremate spesso le mani
dalla paura, perché l’aggressione
che Abi ha fatto al Contratto Col-
lettivo Nazionale di Lavoro è stata
davvero decisa e, inmolti, abbiamo
pensato che saremmo rimasti sen-
za una normativa comune per il
settore. Del resto, purtroppo, in al-
cuni Stati europei il CCNL è sol-
tanto un ricordo. Invece, ci siamo
incontrati negli scioperi, nelle as-
semblee e nelle piazze, dimostran-
do che i bancari sanno bene che gli
altri, in realtà, siamo noi. Abbiamo
valorizzato un percorso partecipa-
tivo che, ora, abbiamo la respon-
sabilità di dover continuare a col-
tivare. Perché per affrontare la
prossima riorganizzazione del si-
stema bancario, dobbiamo essere
tutti protagonisti del nostro pre-
sente. Come organizzazione sinda-
cale più rappresentativa del setto-
re, oltre ad “un nuovo modello di
banca al servizio dell’occupazione
e del Paese”, abbiamo proposto, re-
centemente, una commissione per
valutare gli impatti delle nuove
tecnologie nel settore bancario e ri-
qualificare i lavoratori per preser-
vare i posti di lavoro e valorizzare
le professionalità.
Vogliamo proporre le nostre idee
(che non sono certo luddiste) ed
arricchirle con la partecipazione di
tutti ed in particolare, come coor-
dinamento giovanile, abbiamo
l’ambizione di coinvolgere sempre
più giovani nell’attività sindacale,
per cercare di gestire e non soltan-
to subire i cambiamenti che sono
in corso.
Non sarà facile disegnare un futuro
che ci piace, ma abbiamo le mani
ben ferme sul presente e lo sguar-
do verso il futuro.
Editoriale
ditoriale
E
NON SARÀ FACILE
DISEGNARE UN
FUTURO CHE CI
PIACE, MA ABBIAMO
LE MANI BEN FERME
SUL PRESENTE E LO
SGUARDO VERSO
IL FUTURO