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Viaggi
Giugno
/
Luglio 2015
ma l’epoca dei viaggiatori è praticamente finita. Ora
esiste quasi solo il turismo, povero o ricco che sia, po-
co altro. Il turismo è una bella cosa… soprattutto per
le agenzie di viaggio e le catene alberghiere… ma che
conseguenze provoca nella gente dei paesi poveri?
Nella bassa manovalanza, nella maggior parte, com-
plessi di inferiorità.
Il peggio che può capitare all’Amazzonia è che il turi-
smo si sommi al saccheggio di quel che resta. Perché
nulla impedisce che chiunque, da un paese ricco del
mondo, prenda duemila euro (pari a due anni di lavo-
ro per gli abitanti del nordest del Brasile), voli a Ma-
naus, veda l’opera di Fitzcarraldo, mangi platano frit-
to, beva latte di cocco, faccia un safari nella foresta
intorno al suo resort che lo ospita. E, senza in realtà
aver visto niente, se ne torni a casa con la sindrome di
Indiana Jones.
IL MODO MIGLIORE PER
CONSERVARE QUELLA CHE
RESTA DELL’AMAZZONIA
È DICHIARARLA “PARCO
NAZIONALE DELL’UMANITÀ”,
TRASFORMARLA IN BENE
COLLETTIVO. IN MODO CHE
NESSUNO VADA PIÙ A FARCI
DEL TURISMO,
SALVO ALL’INTERNO
DEGLI SPAZI PREVISTI