di
Pierluigi Aiello
e
Giorgio Isabella
Esecutivo Nazionale FABI Giovani
Sport
Giugno
/
Luglio 2015
i
l rugby negli ultimi due decenni ha conquistato sempremaggiore
visibilità e, grazie ad alcune caratteristiche come coraggio, pas-
sione, grinta e determinazione, è uscito dalla ristretta nicchia
dei cosiddetti "sport minori”, entrando nei cuori degli italiani.
negli anni ’90 una generazione di talenti ha elevato il rugby italico
portandolo a grandi risultati di prestigio internazionale, culminati
con l'ammissione nel 2000 della squadra azzurra al più importante
torneo continentale, l’allora Cinque nazioni, riservato alle quattro
nazioni britanniche ed alla francia. finita l'epoca dei Dominguez,
dei troncon che ci hanno fatto entrare nelle campo da gioco dei
grandi, ora è il turno di una nuova nidiata di talenti, che ha il com-
pito di raccogliere la torcia e farci fare il salto di qualità.
tra questi Joshua furno è forse il giocatore che ci regala più spe-
ranze e la sua carriera, fino ad oggi, è un po' l’emblema delle sfide
che i giovani devono affrontare in italia per emergere e trovare la
loro strada in un paese che, troppo spesso, sembra non avere posto
per loro, se non in apparenza.
Joshua nasce a melbourne in australia il 21 ottobre del 1989 ed è
cresciuto a benevento, dove si è avvicinato al rugby da giovanissimo,
facendosi notare sin dalle prime partite sugli afosi campi campani
come seconda linea. Dopo l'esordio nel massimo campionato nazio-
nale con il Viadana nel 2009, l'anno seguente viene inserito nella
lista dei selezionati per la rosa degli aironi, ambizioso progetto della
federazione, sponsorizzata dal monte dei paschi di siena, progetto
che intende creare una seconda compagine nostrana in grado di ci-
mentarsi nella difficile ed affascinante Celtic league, dove militano
i più forti club delle leghe anglosassoni e francesi. il progetto punta
a far crescere le nostre squadre per far emergere i talenti che gui-
deranno la nazionale dei prossimi decenni.Gli aironi prendonomolti
dei giovani migliori del campionato, tra cui furno primeggia sin da
subito. il volo degli aironi dura due anni con molte ombre e alcune
luci brillanti, tra cui spiccano nel 2011 le vittorie contro il munster
campione d’europa e nel derby contro il benetton treviso.
tuttavia, in italia è facile far partire un progetto, più difficile por-
tarlo avanti, specialmente in tempi di crisi come questi. Dopo l’usci-
ta di scena del monte paschi come sponsor tecnico, nel 2012 la fe-
derazione italiana decide di sciogliere la compagine per motivi eco-
nomici e molti giocatori come furno scelgono la strada dell’espe-
rienza all’estero. una storia simile a quella di molti ragazzi italiani
in questi anni. laddove non si trovano gli spazi in patria, si emigra
per trovare la propria strada, portando il proprio talento, la propria
voglia di fare lontano dal paese che ne avrebbe un disperato biso-
gno, ma che non sa (e talvolta non vuole) aprirgli la strada.
Joshua prende la sfida di petto e in tre stagioni si mette alla prova
in tre diverse compagini, prima in francia al biarritz e al narbona,
le. un problema non solo del rugby o dello sport nazionale (che
pure attraversa una certa crisi di risultati a livello di sport di squa-
dra): ai nostri giocatori migliori deve essere data un’alternativa
seria all’emigrazione per trovare sfide all’altezza con un campio-
nato finalmente competitivo. È bene che i nostri ragazzi facciano
esperienza all’estero, ma l’augurio è che questa non sia solo una
fuga da un sistema che non sa dargli le opportunità, ma sia solo
una fase del loro percorso di crescita e che possano poi tornare in
italia per farci emergere come nazione.
la speranza rimane, comunque, quella che magari un giorno il
rugby italiano sia ricordato non solo per le “onorevoli sconfitte”,
ma anche per il numero di trionfi.
poi nella culla del rugby, l’inghilterra, con il newcastle. i continui
trasferimenti non sono certo una passeggiata, ma per Joshua sono
una grande palestra. Ogni anno riparte da zero e deve dimostrare
sul campo di meritarsi il ruolo da titolare e, soprattutto, ha modo
di conoscere un rugby diverso da quello italiano e dal livellomedio
decisamente superiore. talento e perseveranza non gli mancano
e l’esperienza acquisita gli apre la via per il posto da titolare con
gli azzurri, con cui ha esordito nel 2011. la consacrazione avviene
nel sei nazioni del 2014, dove subentra nella prima partita con il
Galles per non uscirne più. È anche “man of the match” contro la
scozia, dove segna la sua primameta internazionale, in una partita
sfortunata per gli azzurri, che vedono sfu-
mare la vittoria all’ ultimo respiro.
il torneo 2015 vede ancora furno protagoni-
sta titolare della nostra seconda linea, que-
sta volta la partita con la scozia, sorride agli
azzurri, e Joshua segna ancora unameta de-
cisiva, in quella che rimarrà l’unica vittoria
del torneo. molti osservatori, soprattutto
all’estero, esprimono dubbi sulla permanen-
za dell’italia nel sei nazioni: a 15 anni dall’
esordio non si avverte ancora la possibilità
di fare il salto di qualità definitivo. ma i gio-
catori come furno sono a dimostrare che il
talento nonmanca nel nostro rugby, semmai
manca la programmazione a livello naziona-
port
S
il ViaGGiO
e la meta
JOsHua furnO
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