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a cura di

Simona Misticoni

Esecutivo Nazionale FABI Giovani

27

Viaggi

Settembre

/

Ottobre 2015

le: un mix di percussioni, pop, ritmi caraibici e canti

religiosi.

Dopo una tipica colazione senegalese a base di caffè

aromatizzato al pepe di guinea (che qui chiamano

jarr

e che secondo la farmacopea locale serve a mantenere

gli occhi sani) e mezza baguette si ha l’energia neces-

saria per tuffarsi tra la folla e nel rumore. La capitale

senegalese nacque come un minuscolo villaggio di pe-

scatori e dal Duemila è un immenso cantiere di grat-

tacieli stile Dubai e di un nuovo sistema viario di ponti

e sopraelevate che dovrebbero decongestionare il traf-

fico. Non è una città pericolos,a ma il bianco in visita

deve mettere in conto che, più o meno ad ogni passo,

ci sarà qualcuno che proverà a fermarlo, a vendergli

qualcosa o peggio a truffarlo. Al Plateau è considerato

I voli intercontinentali arrivano all’aeroporto intito-

lato a Leopold Sedar, il presidente poeta- teorico della

négritude

e artefice dell’indipendenza senegalese…

Una volta scesi si viene subito avvolti da un’aria tiepi-

da e salmastra e con un taxi si giunge rapidamente

nella capitale: grazie alla posizione strategica e ad un

clima favorevole, Dakar, ha sempre attirato africani

ed europei. Ad accoglierli il ritmo coinvolgente, una

sorta di rivisitazione religiosa del rap, il cosiddetto hip

hop islamico di Carlou D. o dalla musica più tipica del

Senegal, il

mbalax,

perfezionato e portato in auge oltre

oceano da Youssou N’Dour, l’icona musicale naziona-

IL SENEGAL È UN’ALTRA AFRICA:

NON PER I TURISTI,

MA PER CHI AMA DAVVERO

VIAGGIARE CON IL CUORE