29
Viaggi
Settembre
/
Ottobre 2015
la Patisserie Medina dove il cantante e i suoi musicisti
vengono a rimpinzarsi di dolci all’alba dove aver suo-
nato. È facile imbattersi in uno dei suo concerti a Da-
kar e se ne si ha la possibilità vale davvero la pena.
Come vale la pena assaggiare i piatti tipici come la
soup kandja,
un piatto piuttosto complesso a base
di olio di palma, frutti di mare,
kandja
(una specie
di zucchina gelatinosa), o il noto piatto nazionale
cebujènn:
le guide lo definiscono “riso con pesce e
verdure”, ma la preparazione e la combinazione de-
gli ingredienti rendono questo piatto imparagona-
bile a qualsiasi nostra ricetta. In accompagnamento
attaya,
il tipico tè senegalese o il
buy,
un ottima
bevanda ricavata dai frutti del baobab, il famoso al-
bero dalle radici in aria, considerato sacro e molto
venerato.
Appena fuori dalla capitale si trova la laguna di Retba,
meglio conosciuta come Lago Rosa, celebre arrivo ne-
gli anni passati della corsa automobilistica Parigi Da-
kar: il nome deriva da una naturale fenomeno di co-
lorazione delle sue acque che avviene in certe ore della
giornata e grazie alla straordinaria salinità delle sue
acque , dieci volte superiore a quelle dell’oceano che è
solo a poche dune di distanza. Sulla sponda sud c’è
una salina in attività: le donne sono intente a scaricare
cassette di sale mentre gli uomini contrattano e i ra-
gazzi più giovani si propongono come guide turistiche.
È una località molto fragile dal punto di vista ambien-
tale e la laguna si va progressivamente riducendo.
Di fronte a Dakar, a venti minuti di battello, c’è l’isola
di Gorèe, dove si trova la Maison des Esclaves, un pa-
lazzetto del Settecento, con una portone, di non ri-
torno, che si apre direttamente sul mare. È qui che
venivano stoccati gli schiavi in partenza per le Ame-
riche. E stoccare è il termine appropriato, come dice
il custode della Maison, che ha avuto tra gli altri
“ascoltatori” illustri quali Giovanni Paolo II, Nelson
Mandela e Bill Clinton. Gorèe è un isola bellissima:
si può passeggiare tra i viali ornati da bounganvillee
e ficus giganti, contemplare l’oceano, curiosare fra le
opere di artisti residenti. Per goderla a pieno l’ideale
sarebbe fermarsi dopo la partenza dell’ultimo battel-
lo, quando i turisti si diradano. Volendo, si può dor-
mire sull’isola.
Il Senegal
è un’altra Africa:
non per i turisti, ma
per chi ama davvero viaggiare con il cuore.
n
“IL FAUT SERVIR LE HOMMES,
PAS S’EN SERVIR”
BISOGNA SERVIRE GLI UOMINI,
NON SERVIRSENE