della ricchezza. Infatti, sommando le retribuzioni, le
azioni, le buonuscite e i bonus 2015 dei manager più
pagati delle banche italiane quotate (nella classifica
pubblicata il 16 settembre 2016 da Gianni Dragoni su
IlSole24ore) scopriamo che in 24 hanno percepito cir-
ca 59 milioni di euro, l’equivalente di oltre 2.200 as-
sunzioni di giovani per il comparto. Inoltre, da anni,
la FABI ha evidenziato che il 78% dei prestiti trasfor-
matisi in sofferenze (186.729 miliardi a settembre
2016) sono stati deliberati dai vertici degli istituti di
credito, ossia dalle direzioni generali, dai consigli di
amministrazione e dai consigli di gestione e, ad oggi,
sembra che il conto più salato sia stato pagato, invece,
dai clienti di alcune banche e, soprattutto, dai lavora-
tori perché dal 2009 al 2016 sono state chiuse circa
4.000 filiali e dal 2013 al 31 marzo 2016 dai gruppi
bancari italiani sono usciti quasi 12.000 lavoratori
mentre, soltanto in una banca come Etruria, i bancari
hanno previsto circa 60.000 giornate di solidarietà in
tre anni. Insomma, esistono due mondi paralleli che
sembrano ad una distanza incolmabile, mentre il pro-
blema della distribuzione e dell’equità non sono più
rinviabili. La nostra organizzazione sindacale ne è ben
consapevole e, da anni, ha formulato molte proposte
che servirebbero a ridurre quella lontananza planeta-
ditoriale
E
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Editoriale
... ESISTONO DUE MONDI PARALLELI
CHE SEMBRANO AD UNA DISTANZA
INCOLMABILE, MENTRE IL PROBLEMA
DELLA DISTRIBUZIONE E DELL’EQUITÀ
NON SONO PIÙ RINVIABILI. LA NOSTRA
ORGANIZZAZIONE SINDACALE
NE È BEN CONSAPEVOLE E, DA ANNI,
HA FORMULATO MOLTE PROPOSTE CHE
SERVIREBBERO A RIDURRE QUELLA
LONTANANZA PLANETARIA ...
ria e a riequilibrare i pesi e i contrappesi che, in una
democrazia moderna, passano necessariamente anche
dalla collettivizzazione dei processi economici. Ed ec-
co allora che, come FABI, abbiamo lanciato la sfida di
un nuovo modello di banca, la richiesta di nuove go-
vernance che valorizzino tutti gli stakeholder – in par-
ticolare i dipendenti – e una riduzione seria degli sti-
pendi dei top manager. Purtroppo, ad oggi le nostre
proposte non hanno trovato il sostegno diffuso del-
l’opinione pubblica (a cui in parte erano rivolte) e, an-
che per questo, certi banchieri che dovrebbero essere
i nostri interlocutori hanno pensato bene di provare a
lasciarle cadere nel silenzio.
Noi non ci fermiamo, anche se abbiamo bene in mente
le parole di Costanzo Preve, quando sosteneva che il
messaggio è irricevibile se il destinatario è irriforma-
bile. Speriamo proprio che non sia il nostro caso per-
ché, anche se in molti non se ne sono accorti (a co-
minciare dalla politica), non sarebbe una sconfitta sol-
tanto dei bancari.
n