ttualità
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Attualità
avrebbero potenziato le filiali e as-
sunto gente nuova, ma qui non si è
visto nessuno. Anzi. Ci portano via
le risorse con la scusa degli esuberi
e il risparmio dei costi e poi non
vengono più rimpiazzate. Certe
mattine è un miracolo se riusciamo
ad aprire le agenzie”.
Non sei la prima che ce lo se-
gnala.Malaclientelacosadice?
“La clientela? Hai presente il libro
Dieci piccoli indiani
? Ecco, avanti
così e alla fine non ne rimarrà nes-
suno”.
Addirittura?
“Certo. Ma ti rendi conto che ci vuo-
le troppo tempo a fornire risposte?
I clienti arrivano, manifestano le lo-
ro esigenze, ci chiedono riscontri.
Noi ci mettiamo la faccia, l'impe-
gno, per il buon nome della banca.
Facciamo del nostromeglio, davve-
ro. Ma poi le risposte non arrivano.
E se arrivano, il più delle volte, non
soddisfano le aspettative della gen-
te. È difficile, parlo sul serio.
Prima di riempirsi la bocca con
tante belle parole, il top manage-
ment dovrebbe farsi un bel giro tra
le filiali. Proprio come fate voi sin-
dacalisti”.
Già, non sarebbe male. Alme-
no si renderebbero conto pu-
re loro che la realtà immagi-
nata dai piani alti, non è esat-
tamente quella che si riscon-
tra nel quotidiano.
“Proprio così”, aggiunge lei incal-
zante. “La dirigenza dovrebbe ren-
dersi conto una volta per tutte che
la prima linea è l'unica e vera im-
magine della banca. Se un cliente
entra in agenzia e trova il persona-
le sereno, formato e preparato,
conserverà certamente un buon ri-
cordo della sua esperienza nella
nostra azienda e magari ne parlerà
anche bene in giro. Diversamente,
se come spesso accade, trova inve-
ce lavoratrici e lavoratori scontenti
e demotivati, beh, in quel caso nel-
la migliore delle ipotesi non farà
una buona pubblicità a chi dovreb-
be tutelare i suoi risparmi.
La formazione: pensi sia ade-
guata?
“Per noi giovani non è mai abba-
stanza, siamo tutti talmente moti-
vati che abbiamo sempre fame di
formazione. Oserei dire una fame
quasi bulimica. Ma il più delle vol-
te ci impongono corsi FAD, e quin-
di a distanza, che non ci consento-
no di apprendere come si deve.
Ogni volta siamo costretti a seguir-
li in condizioni a dir poco estreme,
tra un cliente e l'altro, oppure par-
lando al telefono e scorrendo quasi
senza neanche leggerle le pagine
dello schermo. Nella maggior parte
dei casi, poi, le risposte al test fi-
nale ci vengono suggerite, perché
“... MAI COME IN
QUESTO MOMENTO
NOI GIOVANI
BANCARI ABBIAMO
BISOGNO DI ESSERE
TUTELATI
DAL SINDACATO”