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a cura di

Giovanni Corsaro

Esecutivo Nazionale FABI Giovani

FORTUNATA

FORTUNA S. F. NOME DI

UN’ANTICA DIVINITÀ ROMANA,

PERSONIFICAZIONE DELLA FORZA

CHE GUIDA E AVVICENDA I

DESTINI DEGLI UOMINI, AI QUALI

DISTRIBUISCE CIECAMENTE

FELICITÀ, BENESSERE,

RICCHEZZA, OPPURE INFELICITÀ

E SVENTURA.

L

La definizione del dizionario

Treccani richiama una “for-

za” che guida e plasma i de-

stini dell’umanità: per qualcuno è

la fortuna, per altri il trascendente,

per altri ancora semplicemente il

caso. Di qualunque cosa si tratti,

non sembra essere stata molto cle-

mente con la protagonista della

storia che vi raccontiamo.

Fortu-

nata

[2017 - ITA - 103 min.] è una

interessante pellicola diretta da

Sergio Castellitto su sceneggiatura

di Margaret Mazzantini, che ha

rappresentato l’Italia al 70mo Fe-

stival di Cannes, nell’ambito della

rassegna “Un certain regard”. La

storia racconta di una giovane don-

na, madre di una bambina di 8 an-

ni, alle prese con la separazione dal

marito, che cerca – nonostante le

difficoltà – di realizzare il suo so-

gno: aprire un negozio di parruc-

chiera. L’ambientazione è una pe-

riferia romana multietnica, frene-

tica, a tratti crudele, teatro sul qua-

le si avvicendano una serie di per-

sonaggi controversi, ma tutti acco-

munati da una “lucida disperazio-

ne” nei confronti di un’esistenza

che non sembra dare loro

chances

di riscatto sociale. Nel cast, oltre al-

la bravissima protagonista Jasmine

Trinca, troviamo Stefano Accorsi

nel ruolo di Patrizio, psichiatra in-

fantile al quale Fortunata si rivolge

per risolvere un problema della fi-

glia Barbara, ma con il quale finisce

per instaurare una relazione molto

particolare, Alessandro Borghi che

interpreta Chicano, amico e socio

della protagonista, personaggio

complicato alle prese con tossico-

dipendenza, disturbi psichiatrici e

una madre malata di Alzheimer e

Cinema

inema

C

FILM

DA

NON

PERDERE

Edoardo Pesce nel ruolo di Franco,

ex marito ancora troppo presente,

violento e deciso a rendere la vita

impossibile alla sua ex.

Gli argomenti trattati sono tanti,

tutti complessi e dolorosi. Si va

dalla crisi economica alla ricerca di

realizzazione personale, dalla vio-

lenza domestica agli effetti che le

separazioni hanno sui figli, dall’in-

tegrazione degli immigrati alla ge-

stione dei malati psichiatrici, dalla

tossicodipendenza all’eutanasia.

Ecco, se possiamo muovere una

critica è proprio questa, dentro il

film c’è così tanto che potrebbe di-

sorientare lo spettatore e non fargli

cogliere il messaggio fondamenta-

le: che la vita è importante e vale

sempre la pena di essere vissuta a

testa alta, pur nelle avversità.

Menzione particolare merita il rac-

conto della terapia psicanalitica,

tanto cara al Castellitto-attore,

protagonista – tra l’altro – della

fortunata serie “in Treatment” nel-

la quale interpretava uno psichia-

tra alle prese con una serie di pa-

zienti e con i loro problemi. La re-

gia è molto dinamica, a tratti ner-

vosa, e ben si adatta alla storia che

racconta. Molto bella la fotografia

e anche la colonna sonora. Il film

prova a raccontare la vita della

gente comune, ma l’impressione è

che non riesca pienamente nell’in-

tento, a causa – probabilmente –

dell’eccessiva caratterizzazione dei

personaggi che risultano un po’ ec-

cessivi e a tratti poco credibili. In

ogni caso ottima la prova della

Trinca premiata sia a Cannes che

ai nastri d’argento. Resta un lavoro

interessante. Da vedere.

n

15

Febbraio

/

Marzo 2018