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rte&cultura

A

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Arte&cultura

diatamente la prorompente porta-

ta delle ‘macchine’ di Galileo.

Nel 1610 Galileo pubblica il

Side-

reus Nuncius

, e un effetto imme-

diato si può scorgere nella celebre

Fuga in Egitto

di AdamElsheimer,

prima raffigurazione della Via Lat-

tea. E poi in una sequenza di artisti

capaci di raffigurare la luna così

come vista con il cannocchiale,

tanto che una notevole sezione di

mostra racconta proprio la scoper-

ta della luna da Galileo fino ai gior-

ni nostri. Anche il genere della na-

tura morta sviluppa nuove formule

compositive: i simboli della vanitas

Granduca Leopoldo II di Lorena

costruiva, in Palazzo Torrigiani, la

Tribuna di Galileo, straordinario

ambiente immaginato quale sinte-

si iconografica della scienza speri-

mentale, da Leonardo a Galileo.

Dopo il centrale episodio fiorenti-

no di Santa Croce, eternato da Ugo

Foscolo, l’Ottocento diviene il se-

colo dei monumenti dedicati a Ga-

lileo. Ecco allora Pisa, Roma, la

Loggia degli Uffizi a Firenze per

giungere alla trentaseiesima statua

dei grandi padovani in Prato della

Valle. A sancire il mito di Galileo

accanto a quello di Dante, lo scien-

ziato-umanista capace di una rivo-

luzione epocale per l’umanità am-

piamente riverberata nell’arte.

La mostra sviluppa un’ampia se-

zione d’arte contemporanea che da

Previati, Pelizza da Volpedo e Balla

giunge fino ad Anish Kapoor, pre-

sente inmostra con l’opera di aper-

tura.

Così sette secoli di arte occidentale,

intrecciandosi con la scienza, la

tecnologia e l’agiografia galileiana,

restituiscono compiutamente la

parabola umana di Galileo celebra-

to in una Padova che lo vide prota-

gonista per 18 anni. Ricordati dallo

scienziato come i più felici per la

libertà concessagli dallo Studio pa-

tavino, allora ai vertici della cultu-

ra europea. Ed è la stessa Univer-

sità agli Studi di Padova che, come

ha annunciato il suo Rettore, prof.

Rosario Rizzuto, ha deciso di af-

fiancare alla Mostra un program-

ma di iniziative, incontri, appro-

fondimenti sulla figura di colui che

è stato uno dei suoi più illustri do-

centi e Maestri.

n

lasciano il posto ad una raffigura-

zione documentaristica legata allo

sviluppo delle scienze naturali. E

poi un racconto iconografico per

capolavori, tra le quali spicca il di-

pinto del Guercino dedicato al mi-

to di Endimione, con una delle pri-

me raffigurazioni del cannocchiale

perfezionato dallo scienziatopisa-

no. Tra gli anni Venti e Trenta del

secolo prende vita una vera e pro-

pria “bottega” galileiana, ovvero

una generazione di artisti (Artemi-

sia Gentileschi, l’Empoli, Stefano

Della Bella, ecc.) in grado di con-

dividere le suggestioni offerte dalla

lezione dello scienziato. Come le

Osservazioni astronomiche di Do-

nato Creti ora in Pinacoteca Vati-

cana: straordinarie tele raffigu-

ranti stelle e pianeti ritratti in

modo da mostrare l’aspetto

che presentano al telesco-

pio, evocando le scoperte

galileiane.

Giovanni C.F. Villa por-

ta i visitatori anche

dentro alla “costru-

zione” del mito ga-

lileiano in epoca ot-

tocentesca. Si era

nel 1841 quando il

L’influenza

delle conquiste

galileiane e della

scienza moderna sulla

cultura artistica è evidente

già nel primo Seicento