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Enogastronomia

nogastronomia

E

LE GRAPPE DI ALTA QUALITÀ

VENGONO SERVITE TUTTE

A TEMPERATURA AMBIENTE

PER ESALTARNE AL MEGLIO

I PROFUMI ED IL SAPORE

che riservavano per sé il vino o ma-

gari il distillato di questo, lascian-

do alla popolazione ciò che restava:

ovvero le bucce, i semi e i raspi

dell’uva fermentata. Sicuramente

questa Grappa era molto diversa

dal distillato che oggi conosciamo.

Doveva essere molto più secca, sa-

tura di sostanze a volte sgradevoli

e pungenti: la Grappa attraversò le

epoche con queste caratteristiche

di bevanda semplice, forte e bru-

ciante. La Grappa conquistò defi-

nitivamente un posto nella storia

durante la Grande Guerra e il

Monte Grappa ben ne testimonia

l’importanza. Essa divenne il co-

raggio liquido necessario agli Alpi-

ni per affrontare i pericoli e le dif-

ficoltà. La Grappa del passato era

prodotta con alambicchi a bagno-

maria o a fuoco diretto, con meto-

do artigianale a ciclo discontinuo.

Non erano ancora impiegati gli

strumenti industriali di distillazio-

ne, giunti in Italia solo alla metà

del secolo scorso. Non erano anco-

ra diffuse nemmeno le grappe pro-

venienti dalla selezione di un solo

tipo di vitigno, fatto salvo quelle di

Moscato o Malvasia. Esisteva es-

senzialmente la classica Grappa

Bianca, frutto della distillazione di

vinacce miste.

salire la prima produzione in Friuli

nel 511 d.C. ad opera dei Burgundi,

che dalla vicina Austria, durante

una breve installazione a Cividale,

applicarono le loro tecniche usate

nella distillazione da sidro di mele

alla distillazione a partire da vinac-

ce, ottenendo quindi la grappa. La

nascita della prima distilleria a

Bassano del Grappa (VI) nel 1779

determinò una vera e propria rivo-

luzione e segnò l'inizio della distil-

lazione moderna in Italia, attraver-

so l'introduzione del metodo di di-

stillazione "a vapore".

La Grappa originariamente non

era destinata ai ceti più abbienti,