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Editoriale
chiedersi se effettivamente oggi,
più che 10 anni fa, il modello pro-
posto dai nostri manager stia fun-
zionando.
La situazione pandemica, come
spesso abbiamo evidenziato, ha la-
sciato alcuni nervi scoperti del no-
stro Paese, come per esempio di-
verse carenze del servizio sanitario
nazionale, dovute ai troppi tagli
economici che ha subito. Nel nostro
caso il vaso di Pandora ha fatto
emergere quello che co-
me FABI denunciamo
da anni, ossia la scarsa
capillarità delle banche
sul territorio, che di re-
cente ha generato un
assalto alle filiali da
parte della clientela, co-
stringendo i principali
Gruppi bancari a ricor-
rere alla presenza degli
steward, per regolarne i
flussi. Probabilmente,
questa situazione dieci
anni fa si sarebbe evita-
ta. Ma allora, questa po-
litica dei tagli che pre-
senta analogie in diversi settori, è
davvero quella giusta?
La chiusura dei punti operativi de-
gli ultimi anni ha inevitabilmente
portato un aumento delle transa-
zioni bancarie effettuate da remo-
to, generando quindi la necessità
del settore di riorganizzarsi per af-
frontare le richieste che il mercato
impone. Ecco, quindi, l’aumento
spropositato di call center bancari,
che negli ultimi anni contano or-
mai migliaia di operatori, con età
media molto bassa, che si aggira
intorno ai 36 anni.
Bancari sì, ma a che prezzo? Spes-
so i giovani impiegati in questo set-
tore hanno poche opportunità di
crescita professionale e sono co-
stretti ad alienanti turnazioni, che
di fatto limitano i tempi di conci-
liazione vita-lavoro.
Il tutto assume una connotazione
critica, se si pensa che un must del
call center è l’open space, senza po-
stazione di lavoro fissa, che aggiun-
Insomma, il mondo del lavoro vive
in quella che possiamo ormai defi-
nire l’era dell’astrattismo, ma no-
nostante questo, qualche gruppo
bancario ha il piacere di promuo-
vere slogan che valorizzano il ruolo
delle persone, in piena dissonanza
con la realtà che quotidianamente
viviamo.
Diventa, quindi, un obbligo per
noi, iniziare a ragionare su quelle
che saranno le dinamiche future
del settore, ecco perché come FABI
Giovani abbiamo intrapreso un
ta a qualche giornata di smart wor-
king, cavalca l’onda della spersona-
lizzazione dei giovani colleghi.
Molti giovani bancari oggi vivono
una vera e propria crisi d’identità.
Privati della loro professionalità so-
no spesso alla ricerca di una man-
sione che ne risalti le competenze.
Per noi diventa necessario ritrova-
re un’identità culturale come setto-
re, che cambi e modifichi la sua fi-
gura, ma non può dimenticarsi del
passato.
percorso di studio sul fenomeno,
che parte dal 2015 con un’indagine
effettuata proprio sui “bancari in
cuffia” e che ci vedrà impegnati nei
prossimi anni.
Diventa urgente proseguire un di-
battito con le controparti, per ri-
marcare con forza i perimetri con-
trattuali di quella che sarà una fetta
importante della banca del futuro.
Meglio abbondare che deficere ve-
ro, soprattutto se si parla di con-
trattazione collettiva per la gestio-
ne di un cambiamento in atto, che
davvero ponga le basi per un futu-
ro trasparente in linea con le am-
bizioni della nostra generazione.
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MOLTI GIOVANI BANCARI OGGI
VIVONO UNA VERA E PROPRIA CRISI
D’IDENTITÀ. PRIVATI DELLA LORO
PROFESSIONALITÀ SONO SPESSO
ALLA RICERCA DI UNA MANSIONE
CHE NE RISALTI LE COMPETENZE