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13

Marketing

Febbraio

/

Marzo 2015

der

interni che mai si incontrereb-

bero “

off line

”, e dare ancor più vi-

sibilità ai propri progetti. Se guar-

diamo a livello individuale, gli

utenti dei

social network

si dichia-

rano più produttivi rispetto a quelli

che non li utilizzano, grazie alla

maggiore capacità di reperire in-

formazioni funzionali allo svolgi-

mento della loro attività anche su

canali alternativi rispetto ai tradi-

zionali. Ma anche a livello azien-

dale, l’apporto degli ESN sembra

essere apprezzato.

La conoscenza sviluppata dalle re-

lazioni sociali che si creano attorno

ad essi, le competenze, gli interessi

delle persone, sono utilizzati per

comporre team di lavoro, per deci-

sioni di

Human resources mana-

gement

, per l’allocazione delle ri-

sorse, la creazione di

best practi-

ces

, con risparmio di tempo e costi

associati ai progetti aziendali. Non

solo, il

social network

diventa uno

strumento per promuovere la col-

laborazione al di fuori dei confini

funzionali e per guadagnare il sup-

porto del

top management

, per

stabilire un contatto con esso. Ed

è forse questa la rivoluzione più

importante: il

social network

in-

terno non vuole replicare lo stile

manageriale esistente ma proporre

un modello alternativo, che lo in-

fluenzi, che proponga e sviluppi

una comunicazione a più vie, oriz-

zontale e non gerarchica. Ma quali

sono le regole del gioco degli

En-

terprise social network

, il ruolo e

le condizioni di successo? L’ESN

ha una funzione essenzialmente di

coordinamento, è una combinazio-

ne di tecnologie aziendali per l’in-

terazione tra le risorse interne e lo

scambio di informazioni, al fine ul-

timo, oggi forse non ancora rag-

giunto, di costruire un posiziona-

mento unico e differenziante, un

patrimonio di risorse e contenuti

scarsamente imitabili. E le condi-

zioni di una buona riuscita? Senza

dubbio deve esserci la presenza di

componenti quali la partecipazio-

ne e il

networking

, la produzione

e l’organizzazione dei contenuti,

quale elemento chiave della ric-

chezza e del valore del network, ma

anche la diffusione di un

audience

quale fattore di incentivazione alla

produzione di contenuti e alla loro

diffusione a livello aziendale. Forse

sono ancora poche oggi le aziende

adatte all’introduzione su larga

scala di una piattaforma ESN. So-

no per lo più aziende distribuite e

organizzate a network, con una

cultura organizzativa radicata, gio-

vane, informale, orientata all’im-

prenditorialità diffusa e con la ne-

cessità di attivare meccanismi in-

formali di scambio e condivisione

della conoscenza. E voi che ne pen-

sate? Le nostre banche, ad esem-

pio, potrebbero essere pronte? La-

sciatemi qualche dubbio.

I SOCIAL NETWORK AZIENDALI POSSONO RAPPRESENTARE AMBIENTI AD

ALTO VALORE RELAZIONALE, DOVE I DIPENDENTI CONDIVIDONO NUOVI

FLUSSI DI CONOSCENZA. DETERMINANO UN NUOVO CAMBIO DI

PARADIGMA CON LO SVILUPPO DI RELAZIONI ORIZZONTALI E NON

GERARCHICHE TRA DIPENDENTI E TOP MANAGEMENT. AD OGGI SONO

FORTEMENTE SVILUPPATI NELLE AZIENDE DI MEDIE E GRANDI

DIMENSIONI OPERANTI, SOPRATTUTTO, NEI SETTORI ICT, MA PRESTO

POTREBBERO SUBIRE UNA NOTEVOLE EVOLUZIONE

arketing

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