a cura di
Giovanni Corsaro
Esecutivo Nazionale FABI Giovani
BIRDMAN
«È
molto meglio osare co-
se straordinarie per ot-
tenere gloriosi trionfi,
anche se macchiati dal fallimento,
che schierarsi con quei poveri spi-
riti che non godono molto né sof-
frono molto, perché vivono in quel
grigio crepuscolo che non conosce
né vittoria né sconfitta».
Queste parole furono pronunciate
da Teddy Roosvelt – il più giovane
presidente nella storia degli Stati
Uniti d'America – nel lontano
1899. Prendere posizione, rischia-
re, avere il coraggio di lottare per
ciò in cui si crede: sono queste le
doti imprescindibili che ogni lea-
der deve possedere per portare la
propria organizzazione verso tra-
guardi sempre più ambiziosi. Il co-
raggio. A questo abbiamo pensato
dopo avere visto Michael Keaton
nei panni del protagonista del film
che ha trionfato alla recente notte
degli oscar:
“Birdman o (L'impre-
vedibile virtù dell'ignoranza)”
(USA 2014, 119'). La pellicola ci
porta a Broadway all’interno di un
teatro di prosa durante le freneti-
che prove di un nuovo spettacolo.
Riggan Thompson è una star di
Hollywood che ha raggiunto il suc-
cesso planetario nel ruolo di Bir-
dman, supereroe alato e masche-
rato. Ma la celebrità comincia a
sbiadire e l’attore vuole cimentarsi
nella “prova” della vita: scrivere,
dirigere ed interpretare l’adatta-
mento teatrale del racconto di Ray-
mond Carver
“Di cosa parliamo
quando parliamo d'amore”
.
Il film, interamente ambientato nel
teatro e nelle strade adiacenti, ci
racconta la personalità doppia del
protagonista, combattuto tra l’es-
sere una celebrità o un artista, ma
ci tratteggia anche tutta una serie
di personaggi che gli ruotano at-
torno, rendendo l’esperienza dello
spettatore a dir poco “caleidosco-
pica”. Nonostante le avversità e il
parere di molti alla fine Il buon
Thompson riesce nell'intento. Il
regista fa un uso magistrale della
tecnica del “piano-sequenza”, che
rende il ritmo incalzante dalla pri-
ma all’ultima scena. L'aspetto più
notevole del film è la ricchezza di
spunti interessanti e di piani di let-
tura che si intrecciano tra di loro,
rendendolo un’opera di assoluto
spessore artistico. Poi una lettura
impietosa della deriva culturale
Cinema
inema
C
FILM
DA
NON
PERDERE
che attraversa Hollywood e l'intera
cinematografia mondiale, ma an-
che un accusa al fenomeno dei so-
cial-networks, che stanno model-
lando un nuovo modo di concepire
la notorietà e influenzano sempre
di più l'opinione pubblica.
D'altra parte è un atto d'amore del
cinema nei confronti del teatro,
che sembra tanto la carezza affet-
tuosa che un ragazzino fa ad un an-
ziano. Non si risparmia una stoc-
cata a certi “critici” che pontifica-
no, dalle loro comode posizioni,
senza mai “sporcarsi le mani”. In-
fine la caparbietà dell'uomo che
“pensa, crede, sogna e osa” per vin-
cere la sfida con se stesso e dimo-
strare agli altri il proprio valore.
Innumerevoli le citazioni, a partire
dal super-eroe mascherato che ri-
corda moltissimo il Batman inter-
pretato dallo stesso Keaton. Molto
convincenti le prove degli attori.
Uscito nelle sale italiane il 3 feb-
braio scorso, il film ha vinto quat-
tro Oscar (miglior film, regia, sce-
neggiatura e fotografia), un Gol-
den globe e numerosi altri ricono-
scimenti.
Da vedere assolutamente.
23
Aprile
/
Maggio 2015