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di

Pierluigi Aiello

Esecutivo Nazionale FABI Giovani

Sport

Febbraio

/

Marzo 2017

pionessa, mentre la maschera le stava enorme e le

“ballava” in testa.

Proprio lo sport è stato il motore ed uno dei fattori

che ha permesso a Bebe di reagire. Dopo la riabilita-

zione ed il continuo studio di nuove protesi, che le

permettessero di praticare la scherma, Bebe ha im-

parato che la sua esperienza non poteva rimanere di

suo esclusivo dominio ed insieme con la propria fa-

miglia ha fondato una Onlus, Art4sport. La consape-

volezza è proprio quella che lo sport è soprattutto

gioco ed attraverso il gioco i bambini protesizzati

possono divertirsi quotidianamente. Purtroppo, in

Italia le protesi vengono studiate e costruite per ri-

solvere esclusivamente la problematica relativa al su-

peramento di piccole difficoltà quotidiane, senza una

specifica attenzione all’attività sportiva. È proprio in

questo ambito che interviene la Onlus di Bebe, stu-

diando ed aiutando le famiglie, che hanno un bambi-

no che necessita di questi supporti, a realizzare spe-

cifiche protesi personalizzate per i diversi sport che

voglia praticare.

Un altro grosso merito di Bebe è stato quello di aver

creato in radio, in televisione e sui social, attraverso la

propria felicità, spirito d’umorismo ed entusiasmo, un

interesse speciale per tutto il mondo dello sport para-

limpico e della disabilità. È diventato virale il tweet

con la foto che la ritrae a fianco di un sempre sorri-

dente Obama, oppure il post di Facebook, dove insie-

me col campione di nuoto Rosolino usa una sua pro-

tesi per farsi un selfie , commentandolo con la dicitura:

”Mamma mi ha sempre detto che sarei potuta diven-

tare qualsiasi cosa nella vita… quindi ho deciso di es-

sere un selfie stick”.

Bebe Vio è questa, una ragazza che non si prende sul

serio e che ci fa guardare indietro e forse sentire un

po' stupidi, quando ci lamentiamo per una piccola di-

savventura che ci è capitata, lei dice di essere stata for-

tunata perché i medici le hanno salvato la vita nove

anni fa e le hanno permesso di diventare quello che

sognava a cinque anni, una campionessa. Sì, perché

alla luce di tutto ciò ci eravamo quasi dimenticati che

ha il grosso merito di aver vinto una medaglia d’oro

ed una di bronzo alle Paraolimpiadi nella specialità

fioretto e fioretto a squadre.

Grazie, Bebe!

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