di
Simone Capuani
Esecutivo Nazionale FABI Giovani
27
Enogastronomia
Febbraio
/
Marzo 2017
per le sue proprietà curative. I Gal-
li, in particolare, ritenevano che la
salvia avesse la capacità di guarire
tutte le malattie e che agisse effi-
cacemente da “deterrente” contro
febbre e tosse. Alcuni addirittura
credevano che avesse il potere di
resuscitare i morti e per questo ve-
niva anche utilizzata nella prepa-
razione di riti magici. I Romani la
consideravano una pianta sacra
tanto che esisteva un vero e pro-
prio rito per la raccolta, che spet-
tava a pochi eletti, i quali dovevano
effettuarla scalzi indossando una
tunica bianca e senza l'ausilio di
utensili in ferro. Nel XIII secolo i
mercanti olandesi esportavano le
foglie di salvia in Cina dove erano
molto apprezzate a tal punto che
barattavano tre ceste di thè con
di esaurimento fisico o intellettua-
le, ma non solo: è molto benefica
per il cervello e aiuta la memoria.
Alcuni antichi medici cinesi la uti-
lizzavano anche per curare l’inson-
nia. Viene riconosciuta alla pianta
anche un’azione estrogena, che agi-
sce efficacemente come anti–sudo-
re. Spesso viene anche utilizzata co-
me rimedio per digerire e, se con-
servata opportunamente, “salva” i
cibi dal deperimento. Molto utiliz-
zata anche in odontoiatria, molti
dentifrici sono infatti a base di sal-
via in quanto rende i denti più
bianchi e purifica l'alito.
Il suo utilizzo è prevalentemente
interno assumendola sotto forma
di tisana o infuso di foglie fresche.
Si può bere una tazza d’infuso alla
mattina prima della colazione e al-
la sera in maniera sporadica. A li-
vello esterno è, invece, utilizzata
come olio essenziale aggiunto al-
l’acqua del bagno in caso di pelle
grassa o impura.
Pur essendo inserita dai Greci e dai
romani nella farmacopea ufficiale,
la salvia ha, tuttavia, stentato a tro-
vare utilizzo in cucina. Sarà la
scuola salernitana e, in particolare,
Arnaldo Di Villanova, medico al-
chimista e teologo catalano del
XIII secolo, ad accreditare la salvia
come condimento, suggerendo di
utilizzarla per farcire oche e por-
chette da fare arrosto. Da allora
l'uso della salvia in cucina comin-
cia a diffondersi, ma sempre con
una certa perplessità.
Tuttavia, col passare del tempo, di-
venta uno degli odori più tipici del-
la cucina mediterranea ed in par-
ticolare di quella italiana.
n
una di salvia. Nella medicina po-
polare, già nel Medioevo, veniva
usata come cicatrizzante sulle feri-
te e piaghe difficili da rimarginare.
Considerata in antichità la regina
delle piante officinali, arrivano oggi
conferme dalla scienza ufficiale sui
poteri terapeutici di questa prezio-
sa pianta. La salvia contiene olio
essenziale con proprietà antisetti-
che. Della salvia sono particolar-
mente note le sue proprietà antin-
fiammatorie, balsamiche, digestive
ed espettoranti. Essa inoltre è in
grado di curare le sindromi me-
struali dolorose e i disturbi della
menopausa. Offre una buona ri-
sposta contro la ritenzione idrica,
gli edemi, i reumatismi e le emicra-
nie ed è anche indicata nelle gengi-
viti e negli ascessi. È un “deterren-
te” del diabete e accelera il processo
di cicatrizzazione dopo una ferita.
È particolarmente indicata in caso
LA PIANTA È
CONOSCIUTA FIN
DALL’ANTICHITÀ PER
LE SUE PROPRIETÀ
SALUTARI. LA PAROLA
SALVIA DERIVA DAL
TERMINE LATINO
“SALUS” ;SALUTE E
SALVEZZA< E LA SUA
RADICE È LA STESSA
DEL VERBO “SALVARE”