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ttualità

A

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Attualità

affreschi nel portico con le botteghe, uno spaccato di

vita del ‘400, che prosperano in virtù del buon gover-

no. Non tutto il castello visitabile: rimangono impressi

nella memoria la sala baronale, la cappella dalle volte

a ogiva dall’altare gotico intagliato e la cosiddetta

stanza del Re di Francia con il soffitto a cassettoni de-

corato da gigli.

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FENIS.

Il più spettacolare, sede del Museo

del mobile valdostano.

Fenis è certamente il

castello più famoso, fotografato e visitato della

Valle d’Aosta, location anche di film– Fracchia contro

Dracula – (1985), dove simula un’improbabile Tran-

silvania.

A dispetto di un colpo d’occhio grandioso, fatto di mu-

ra possenti, merli e torri fortificate, Fenis non è mai

stata una fortezza, bensì la sede di rappresentanza de-

gli Challant, feudatari del luogo. Il loro status symbol:

il complesso, infatti, sorge su un declivio di prati, non

su uno sperone roccioso. Accanto gli scorre il torrente

Clavalité, usato non a scopo difensivo, ma per traspor-

tare tronchi e come forza motrice. Sono anonimi gli

artefici di questa meraviglia macchina edilizia. Mura-

tori, falegnami, pittori, scalpellini… ci rimane il pia-

cere di osservare e far volare la fantasia!

n

di Giacosa, e viene rievocato un altro episodio del XV

secolo: il ballo della castellana Caterina di Challant

con la gente del borgo, organizzato per ingraziarsi la

popolazione in vista di una disputa coi membri di un

altro ramo della famiglia.

I castelli di Issogne e Verres, per quanto originaria-

mente coevi, sono antitetici da un punto di vista ar-

chitettonico e strutturale. L’aspetto militare del tardo

Medioevo si evidenzia nelle strutture essenziali di Ver-

res, riadattato più volte per consentire l’uso di nuovi

armamenti, e nelle decorazioni in pietra verde e bian-

ca lavorata. Particolarmente d’impatto lo scalone ad

archi rampanti e la sala d’armi coi due camini monu-

mentali. Issogne appare oggi come una lussuosa di-

mora rinascimentale: l’incipiente umanesimo post

medioevale è, invece, ben rappresentato dal ciclo di