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tiamo a disposizione dei nostri affiliati anche una serie
di servizi utili, che spaziano da quelli di assistenza le-
gale e fiscale, fino all’organizzazione di workshop a
tema, delle vere e proprie occasioni di confronto e di
aggiornamento per chi fa impresa”.
Come l’ultimo, ad esempio, realizzato a febbraio a Ro-
ma in collaborazione con il Consolato e l’ambasciata
americani e Cortilia e dedicato all’innovazione nel set-
tore agroalimentare, a cui ha partecipato anche Mi-
chiel Bakker, direttore di Google Food, per la prima
volta in Italia direttamente dalla California.
Bakker ha parlato di fronte a una platea di giovani
imprenditori del settore affiliati a Talent Garden, trac-
ciando la storia di Google Food, il servizio di ristora-
zione del gigante di Montain view, che serve pasti a
oltre 75mila dipendenti ogni giorno in 50 paesi diver-
si, divenuto negli anni un vero e proprio brand.
“Google Food è nato per creare attorno ai lavoratori
un ambiente familiare, che favorisse la socialità e il
confronto. Elementi che incentivano la produttività”,
ha raccontato Bakker.
Insomma, il cibo inteso come una forma di welfare
aziendale, espressione di una concezione del lavoro
fondata sullo scambio e sulla discussione.
Bakker ha poi confermato che Google Food “balla da
solo” e cioè che non ci sono in cantiere al momento
alleanze con altre aziende per quanto riguarda la for-
nitura di pasti.
Fitta invece l’agenda della collaborazioni. “Partecipe-
remo a una serie di convegni in giro per il mondo, per
condividere la nostra esperienza e promuovere un di-
battitto sulla sana e corretta alimentazione”, ha di-
chiarato Bakker. Rientra in questo disegno anche la
collaborazione con l’Università di Reggio Emilia per
il primo master sul Food Innovation, che partirà a
marzo e che approfondirà gli impatti delle nuove tec-
nologie sull’industria alimentare.
Un tema a cui le start up italiane guardano con sempre
maggior interesse.