ttualità
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spesso in maggiori oneri in periodi
più lunghi. In questi casi, diventa-
no quindi scelte, per me, errate da
ogni punto di vista, sia etico sia
strategico”.
Nello studio portato a termine dai
ragazzi FABI, i dati raccolti sono
messi in correlazione con quelli
pubblicati da ABILab, evidenzian-
done convergenze e discrasie.
Nel dettaglio, il campione ha ri-
guardato una platea di 497 lavora-
tori, di cui il 58% risulta essere uo-
mo. Tuttavia, la maggiore presenza
femminile all’interno dei contact
center, circa il 55%, è donna.
Molte le problematiche emerse:
tra le prime, senza dubbio, la dif-
ficoltà di conciliazione lavoro/vita
nel momento che ci si scontra con
una realtà poco flessibile nei tur-
ni, con forti difficoltà a modificarli
anche in caso di necessità partico-
lari, quale può essere l’accudi-
mento dei figli. E la maggiore pre-
senza femminile, in quest’ottica,
rende la situazione ancora più
complessa.
Il dato, tuttavia, che più fa pensare
è quello della generale demotiva-
zione dei lavoratori.
Va detto che la popolazione banca-
ria dei contact center è per lo più
giovane: l’operatore medio, infatti,
non ha più di 36 anni. Il questio-
nario dei giovani FABI fa riferi-
mento ad una platea composta da
persone di diverse età anagrafica:
il 2% ha un’età fino a 24 anni, il
25% è tra i 25 e 29 anni, il 48% è
tra i 30 e i 40 anni e il 25% ha più
di 40 anni.
In questo panorama mediamente
giovanile, il 74% degli intervistati
neato Mattia Pari – in particolare
se si pensa che si tratta di persone
giovani con davanti un percorso la-
vorativo ancora lungo. Privarli già
oggi di stimoli è un errore grandis-
simo, che stanno commettendo le
aziende. Sia questa sia la questione
delle esternalizzazioni – ha conclu-
so Pari – si possono e si devono af-
frontare. Su tutte e due la FABI ha
avanzato proposte, a cominciare
dall’idea del nuovo modello di ban-
ca, che offre maggiori opportunità
e stimoli e alla necessità di raffor-
zare ed estendere il perimetro
dell’area contrattuale”.
n
lamenta l’assenza o la scarsità di
opportunità di crescita professio-
nale.
“La scarsità di opportunità profes-
sionali denunciate da questi lavo-
ratori è molto grave – ha sottoli-
Attualità
LA SCARSITÀ DI OPPORTUNITÀ PROFESSIONALI
DENUNCIATE DAI LAVORATORI È MOLTO GRAVE,
IN PARTICOLARE SE SI PENSA CHE SI TRATTA DI
PERSONE GIOVANI CON DAVANTI UN PERCORSO
LAVORATIVO ANCORA LUNGO. PRIVARLI GIÀ OGGI
DI STIMOLI È UN ERRORE GRANDISSIMO...